Backstage: GQ "Big Boss" meeting at the "Santa Veronica Studios"
Milano, 17 Aprile 2008
Da sinistra, Michele Lupi, Direttore, Aldo Buscalferri, Art Director e Andrea Tenerani, Fashion Director in riunione durante il mio shooting di ritratti per GQ allo studio Santa Veronica, Milano.
La foto è di Niccolò Rastrelli.
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The portrait of Cristina Ortiz, the creative director of Ferragamo, for "YO DONA" Magazine, Spain.
Aprile 2008
La doppia pagina di apertura del mio servizio su Cristina Ortiz per "Yo Dona", il settimanale femminile allegato a "EL MUNDO".
Cristina Ortiz è il nuovo Direttore Creativo di Ferragamo.
Art director: Simone Nicotra/ Yo Dona.
Fashion editor: Erica Costa.
Hair + Make up: Rita Fiorentino.
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Backstage: Cassandra (Fashion) and Andrea (Brave) on the set of the "DIESEL" denim 08 campaign.
"Diesel" art director Kees Kreuters and the firm "LFCK" at the "Salone del Mobile" in Milano
Milano, 16 Aprile 2008
Kees Kreuters posa ai piedi del "vodka bar" che ha creato con i suoi partners di "LFCK", una fantomatica sigla che crea ogni dieci anni pezzi (unici) di design dal dubbio utilizzo.
Sono pazzi questi olandesi!
Per saperne di più: www.lfck.it
LFCK
Gas Showroom @
Superstudio +
Via Tortona
Milano
Fino al 21 Aprile.
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Backstage: "Black is black" a fashion essay for Style Magazine shot at "Lo Spazio"
Milano, 4 Aprile 2008
Due scatti di Niccolò Rastrelli durante la realizzazione del servizio "Black is Black" (o forse era Black is Back?) per Style Magazine.
La modella è Madeleine/IMG.
Le foto e il servizio sono stati realizzati nella bella casa-studio di Davide Lovatti.
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Terry Richardson: "The flasher", by Andrew Corsello, GQ USA, April 08 issue.
Segnalo un bel "pezzo" sul GQ americano a proposito di Terry Richardson e della sua non semplice carriera e storia personale. Un racconto per nulla superficiale, che diventa una chiave privilegiata per capire meglio ed apprezzare ancora di più il suo talento e il suo personalissimo punto di vista sul mondo. Finalmente un articolo di un normale giornale "maschile" dove un fotografo viene descritto con rispetto, come una persona reale, e senza il condimento delle solite frasi fatte, tipo: " il fotografo delle dive" o tutta la paccottiglia di luoghi comuni che mediamente si usa per definire chi esprime il suo pensiero e la sua poetica attraverso la fotografia. Bravi!.
GQ USA, April 2008 Issue
"The Flasher"
Written by Andrew Corsello
Photographs by Terry Richardson.
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The Richard Avedon retrospective at "FORMA" the International Center of Photography, Milano.
Avedon. Praticamente lui E' la fotografia moderna.
Anche un cannibale però: nella sua incredibile carriera ha innovato drasticamente, e senza pietà, tutti i generi nei quali si è cimentato: la moda, il ritratto, il reportage. Tanto che alla mostra di FORMA c'è un cartello che vi avverte: Attenzione! Non avvicinatevi troppo alle fotografie: Mordono!
La galleria FORMA svolge, nel panorama degli spazi italiani dedicati alla fotografia, una meritevole funzione divulgativa e didattica. In un paese dove, a livello di massa, il signor Corona è probabilmente il più famoso fotografo italiano, ( se non del mondo, e questo senza neppure essere fotografo) non è missione da sottovalutare.
La mostra di Avedon merita ovviamente di essere vista, e io spero che intere scolaresche ci vadano, ma a mio parere, davvero non è perfetta.
Le stampe sono belle, ma non si sa da chi e sopratutto quando sono state stampate. Le didascalie ci informano che sono ai sali d'argento. Un pò poco per questa mostra, venduta come la retrospettiva epocale di un autore come Avedon. Di alcune si indovina che sono "vintage", o comunque "vecchie", e, dato che alcune sono firmate, sono sicuramente state stampate quando Avedon era in vita. Ma queste sono solo congetture, perchè non ci sono altre informazioni in merito. In generale, la sensazione è che l'opera di Avedon sia molto, troppo più "grande" di FORMA, sia come mero spazio fisico, sia come capacità di gestire la presentazione di un autore così prolifico e complesso, e la mostra appare, specialmente per chi ha avuto la fortuna di vedere, nel 1995, la mostra allestita dallo stesso Avedon a Palazzo Reale, come un'occasione minore e mancata, come un romanzo fatto di parole bellissime a cui manca una valida trama. Forse quattro anni dalla sua morte sono troppo pochi per una significativa riflessione sull'archivio del più grande fotografo professionista di tutti i tempi.
(A proposito di professionismo, vorrei tanto tacere della saletta (nera) dedicata a Versace, ma non ci riesco. Francamente il lavoro di Avedon per Gianni Versace meritava qualcosa di meglio. Mi sbaglio o in fondo sarebbe bastata una sola foto, che so, uno di quei mitici, irripetibili gruppi di modelle e modelli, ma grande come le altre, stampata come le altre e comunque proposta con la stessa autorale dignità delle altre, e non quella "simpatica" accozzaglia di foto trasmesse random su tre monitor dai colori metallici appesi al soffitto come in una camera d'albergo a buon mercato!). Molto altro ci sarebbe da dire, ma mi fermo qui per non infierire. Se avete visto la mostra e avete commenti, sono benvenuti.
Il giorno della morte di Richard Avedon, il primo ottobre 2004, ho cliccato sul suo sito: Lo schermo è diventato nero. Nessuna scritta o suono: solo uno schermo nero. Emozionante e potentissimo messaggio, come se, morto Avedon, fossero sparite non solo le sue immagini, ma tutte le immagini del mondo.
Nell'immagine qui sopra e perchè no, a dispetto di tutte le mie critiche sull'allestimento della mostra, la foto della Monroe vale lei da sola più di tutti gli (inutili?) discorsi del mondo. Vederla dal vero vale davvero la pena.
RICHARD AVEDON
FOTOGRAFIE
1946
2004
FORMA
Centro Internazionale di Fotografia
Milano
Dal 13 Febbraio all'8 Giugno.
Per saperne di più:
www.formafoto.it
www.richardavedon.com
www.culturagay.it/biografie.
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