Per ricordare i 50 anni di esilio del Dalai Lama, su un'idea di Melina Mulas, è nato il progetto "Clear Light - Chiara luce": cinquantacinque noti fotografi italiani sono stati invitati a scegliere e a fare dono al Dalai Lama di un’immagine che rappresenta un momento importante nella consapevolezza della loro evoluzione creativa.
La "Chiara Luce", nella visione del buddisno tibetano, è la base primordiale della natura della mente, il livello più profondo della coscienza. Viene paragonata ad un cielo limpido senza nubi. Come il cielo non offuscato da nubi, la Chiara Luce non è contaminata dalle emozioni o dagli atteggiamenti mentali di natura transitoria. La Chiara Luce è il principio stesso dell'intuizione, il livello più profondo della consapevolezza.
"Ho ucciso questa ape.
Quindi l’ho vista.
L’ho appoggiata, delicatamente, su un foglio bianco e l’ho fotografata".
Questa è la fotografia e la didascalia che espongo in questa mostra. Consiglio di cliccarci sopra per ingrandirla...
Qui di seguito la versione integrale (lo so che è un pò lunga, ma, oltre a lodare la mia immagine, è un testo molto bello e interessante e mi sembrava brutto tagliare qua e là) del testo critico del catalogo firmato da Belpoliti.
Vorrei partire da un’immagine, quella di Toni Thorimbert. Non perché si tratta di una bella foto – e lo è di sicuro, e tuttavia non è la sola bella foto in questa serie d’immagini di tanti fotografi così diversi –, ma perché, a mio avviso, rende evidente cosa sia una fotografia.
Thorimbert ha ucciso senza volerlo un’ape; per questo la messa su un foglio di carta e l’ha fotografata. Un rito di riparazione, certo. Un gesto di postuma cortesia, che dà molto da pensare, visto che sembra riguardarci – penso infatti alla sconvolgente foto di Ferdinando Scianna e al testo che l’accompagna, o a quella non meno forte di Letizia Battaglia, a quello che lei racconta della propria fotografia. Noi tutti potremmo infatti trovarci al posto dell’ape, e diventare oggetto di uno scatto fotografico, ovvero diventare un’immagine da mostrare. Ma non è per questo che mi colpisce.
Quello che mi punge, il punctum della foto di Thorimbert, è piuttosto l’ombra dell’ape sulla superficie perfettamente bianca del foglio; meglio: il modo con cui quest’ombra, un’inesistenza letteralmente, combacia e insieme diverge dall’ape medesima. L’ombra di un essere morto – un insetto – mi appare più nitida e viva della “cosa” stessa: diventare cosa, e la luce produce proprio questo effetto. Eppur, non è solo e tanto questo – un pensiero della caducità – ad avermi catturato.
C’è un altro aspetto, forse più sottile, o almeno recondito, che un pioniere del pensiero fotografico, Walter Beniamjn, in un suo celebre testo sulla storia della fotografia ha evidenziato: la fotografia come singolare intreccio di spazio e tempo, o, come scrive, “apparizione unica di una lontananza”.
L’ape morta e ritratta da Thorimbert mi pare l’evidenza visibile di quella intersezione di spazio e tempo, e insieme l’immagine presente di una lontananza. Possiede quella che Beniamjn chiama l’aura, ovvero quel momento che noi attendiamo in presenza delle cose visibili per partecipare della loro apparizione: Clear Light.
Tutti i fotografi inclusi in questo libro ne parlano in modo evidente nelle righe che accompagnano la loro immagine offerta al Dalai Lama. C’è chi lo fa con tono più poetico, e chi invece ricorre ad un racconto realistico legato alla propria professione, ma sempre ricordando il momento in cui c’è stato un passaggio, una soglia, uno scarto, nel proprio lavoro: un prima e un dopo. Per tutti i fotografi compresi in questo libro è evidente che la fotografia contiene un’aura: l’attende, la sottende, la manifesta.
Beniamjn, forse memore dell’epoca drammatica in cui gli era toccato vivere, scriveva d’immagini circondate dal silenzio, di fotografie cariche di “una lontananza colma di sciagure”. La fotografia funziona, quasi sempre, così. Non tutta la fotografia s’intende, ma quella che si colloca nel tempo, o all’incrocio tra tempi diversi, oppure all’intersezione tra tempo e spazio.
Ci sono tuttavia fotografie chiaramente intemporali, fuori dal tempo, che invece di porci in relazione con un passato, o con un futuro, colmo di sciagure, ci parlano invece di un momento eterno, portando con sé, forse proprio per questo, una inconsueta serenità. Così mi pare la fotografia di Luigi Ghirri: un paesaggio aperto, fermo da secoli, e che per secoli a venire probabilmente sarà ancora così. Si potrebbe dire: un paesaggio dell’anima, se l’espressione non fosse un poco retorica (ma la uso lo stesso, retorica, o no, che sia). Così anche l’immagine di Mimmo Jodice, per quanto la presenza della sdraio cerchi di introdurre una presenza umana nell’intemproalità del mare – una presenza assente.
La maggior parte delle immagini che sono comprese in questo volume, e nella mostra, sono alla ricerca di un’aura; molte, o quasi tutte, la trovano, in particolare, le immagini che sembrano mostrarci dei “veli”, ovvero tutti quei fenomeni luminosi, o paraluminosi, che visualizzano l’aura – o almeno ci provano.
Beniamjn, che era un materialista (il più spirituale dei materialisti del XX secolo), ci ha messo in guardia riguardo all’“aura” stessa, perché lì dove c’è un’apparizione, lì il tempo irrompe attraverso l’immagine, sino a stordirla, e a stordire noi che guardiamo – quante di queste fotografie mi hanno provocato, e ancora mi provocano uno stordimento, ogni volta che le guardo: il troppo visto così nitido di Gabriele Basilico; il mai visto, o intravisto, di Marina Ballo Charmet; l’apparizione di un quasi niente in Vittore Fossati; l’inesistenza del tempo storico di Giorgio Barrera; il momento magico di Mario Dondero; la forma mobile di Mario Giacomelli; il nulla di Sirio Magnabosco; e altri ancora. Persino lo spazio Matrix di Alessandro Cimmino, costruzione possibile del reale, o lo spazio urbano con le gemelline in rosso di Francesco Jodice, o ancora il riflesso fluttuante di Cristina Omenetto, appartengono a una sorta di aura che produce disorientamento.
Beniamjn chiama questo tempo che brucia, queste immagini che ottundono, “inconscio ottico”. Per dire della loro capacità di aggirare la coscienza, la parte vigile della nostra persona, la razionalità medesima, per mostrare l’immostrabile: ciò che non si mostra mai o, se lo fa, è solo per allusione, parvenza, attraverso, appunto, un velo.
La fotografia, come hanno poi detto i più acuti commentatori di Beniamjn, contiene un eccesso di presenza che non sempre siamo in grado di cogliere, oppure, se lo cogliamo, volontariamente ce dimentichiamo. La rimozione, anche in senso freudiano, è una delle azioni più durature che la fotografia, la visione di ogni fotografia, reca con sé. Paradossalmente l’immagine, come molte delle potenze di questo mondo – e dell’altro – agisce a distanza temporale, e spaziale.
Eppure tutto nell’immagine fotografica è a rischio di scomparire, d’implodere e di dissolversi, perché il momento di massima chiarezza è anche quello in cui tutto s’oscura e scompare. L’atto della “verifica”, come ha mostrato diversi decenni fa Ugo Mulas– fotografo della chiarezza e della cecità insieme –, è estremamente problematico, se non proprio rischioso.
Torno all’immagine dell’ape, a quella che sembra una non-fotografia, pur essendo, almeno per me, la più perfetta fotografia che abbia visto negli ultimi anni. Torno all’ombra per ricordare a me stesso – e a chi legge – un fatto consueto, eppure straordinario.
Durante il mezzogiorno, come durante la mezzanotte, le ombre spariscono dalla nostra vista. Dove vanno? Sono completamente sotto l’oggetto che dovrebbe produrle. Quando il sole è a perpendicolo, l’ombra si nasconde sotto di noi – o sotto ogni cosa che è esposta al riverbero del sole. C’è, ma non si vede. Si tratta di un momento di grande incertezza, perché l’ombra è quanto mai necessaria per stabilire nella piena luce la posizione delle cose, la loro natura visibile. Fornisce certezza, pur sembrando quanto di più incerto vi sia.
Ebbene, questo è il momento critico, il massimo punto di crisi. E ogni giorno, questo punto critico si ripete. Nella sua vita un artista può invece dirsi fortunato se gli è capitato almeno un punto di crisi, una soglia di passaggio, un momento in cui la luce della rivelazione si è mostrata a lui: in piena luce, con l’ombra che scompare. Si può dire che non basta l’occasione, occorre anche riconoscerla come tale: capire l’illuminazione è un atto umano, una risposta necessaria.
L’ape di Thorinbert mi appare l’immagine saliente di tutto questo. Un niente che è un tutto, ma anche un tutto che è un niente. Per caso, ma anche per necessità, la fotografia, per me, è esattamente questo.
Clear Light
Biblioteca Musei Civici - Galleria Parmeggiani
Piazza della Vittoria 5
Reggio Emilia.
30 aprile - 7 giugno 2009
a cura di Giovanna Calvenzi, Melina Mulas e Laura Serani
The party to celebrate Fabio Novembre at the "Triennale" was the place to be!
Backstage
The place was packed. In the foreground, Settimio.
On stage: Jovanotti, Giuliano, Sud Sound System, Saturnino, Fabio and others.
Martina.
Sud Sound System
Candela and Fabio.
Milano, 22 April 2009
This party was a fantastic present from designer Fabio Novembre to the city..a live jam session from Lorenzo, Negramaro and Sud Sound System...huge energy...The party was great, the music was loud, the crowd was cool and wild, really...I'm sorry but this post is necessarily an "all audience" version...
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More than 60 Pop, Rock, Rap and Hip Hop top stars meet in Milano to record "Domani" a song written by Mauro Pagani to benefit the people of Abruzzo.
Milano, 21 Aprile 2009
A voler raccontare tutto, questo non dovrebbe essere un post, ma un romanzo.
In tre giorni, dal 20 al 23 aprile ho fotografato, con l'aiuto di Niccolò Rastrelli e Francesca Valiani, i più di 60 artisti italiani che hanno cantato e suonato "Domani" una straordinaria, struggente canzone scritta da Mauro Pagani.
Realizzato e mixato alle "officine meccaniche", pubblicato dalla Sugar di Caterina Caselli e distribuito dalla Universal, i proventi del disco saranno devoluti alle popolazioni del'Abruzzo colpite dal terremoto.
In progetto non solo un disco ma anche un libro che raccoglierà i ritratti e le foto dal backstage e un film in DVD.
Ma qui mi devo fermare a raccontare, e sopratutto non posso mostrare altre immagini perchè, se è vero che la notizia di questa iniziativa è già stata divulgata dai media, le fotografie di questo evento sono di fatto ancora inedite e stiamo lavorando per produrre e post-produrre gli 88 giga di foto che abbiamo scattato in questi tre giorni.
Pubblico qui sopra giusto un autoritratto con Giuliano e Lorenzo, che di questa iniziativa sono stati, insieme a Marco Sorrentino, gli animatori e una foto-gruppo (Mauro Pagani è di spalle) di uno dei tanti cori che hanno fatto parte della canzone...Se ingrandite la foto potrete senz'altro riconoscere un pò di personaggi interessanti...e, molto interessante, che questi personaggi si trovino, così diversi tra loro, a cantare tutti insieme...
Qui sotto un'immagine del mio studio alle "Officine", ricavato in una saletta di registrazione..forse la sala di posa più piccola della mia carriera! Approfitto anche per ringraziare i miei generosi sponsor e coloro che hanno reso possibile questa esperienza:
EXIT srl Milano per il materiale tecnico, i flashes e i fondali.
D4U e Walter Besola per l'acquisizione digitale e non solo.
Zat digitalartwork, Photogroup Service e Vittoria Speziali la mia agente, insostituibile..Carlo Furgeri Gilbert, Daniela Stopponi per il "nulla osta" e Lucia Angelici per il pensiero...
More to follow in the future, stay tuned!
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The artists and the curator at the Fondazione Cassa di Risparmio di Modena discussing the rules for our next exhibition.
Modena, Aprile 2009
Sopralluogo e "assegnazione delle stanze" per la mostra "Due" che si terrà a settembre nella nuova e bellissima sede espositiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena nel grande complesso dell'ex ospedale di Sant'Agostino. La mostra è in realtà l'esposizione al pubblico delle recenti acquisizioni della Fondazione di cui Filippo Maggia è il capo curatore per la parte fotografica.
Nella foto che ho montato mi trovo in riunione con gli altri fotografi chiamati all'impresa e cioè, da sinistra, Francesca Rivetti, Gianni Ferrero Merlino, Luca Andreoni, Filippo Maggia (curatore) e Luca Campigotto. Alla riunione, e nella foto, mancava Chiara Pirito che è la sesta artista selezionata per questa mostra.
In questo stesso spazio si sta tenendo la prima mostra di questo ciclo, che non a caso si chiama "Uno" e che raccoglie i lavori di Basilico, Fontana, Ghirri, Jodice e Vaccari.
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Portrait: Guido Meda, journalist, TV speaker.
Aprile 2009
Guido Meda alla guida virtuale di una meravigliosa Laverda 750.
Pare che Guido se la cavi piuttosto bene anche nella guida veloce... quella vera, e non stento a crederci, a giudicare dalla perfetta posizione del polso con la manetta tutta aperta...
Secondo me Guido Meda, grazie alle sue mitiche telecronache, è forse l'uomo che, dopo Valentino Rossi, più ha fatto per avvicinare migliaia e migliaia di italiani al mondo delle corse in motocicletta.
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The party to celebrate the "Biondo" jacket designed by Pietro De Angelis.
Milano, Aprile 2009
Dall'alto,: Guido Meda prova "Biondo" un prototipo di giubbotto da enduro creato da Pietro De Angelis con la consulenza di Paolo Bergamaschi. Il giubbotto è tutto infangato, reduce da un servizio fotografico a lui dedicato e che sarà pubblicato sul prossimo numero di "Riders" in edicola.
Lo stesso Paolo alle prese con la sua ex moto, un' Harley special costruita a mano intorno ad un'idea molto "short track" e oggi proprietà di Roberto Ungaro.
Nella sequenza più sotto...un'incontro tra titani...Ungaro, direttore di "Riders" lanciato alla conquista di Michela Gattermayer, mitica e molto rock direttore di "Velvet"...
Roberto se ne torna a casa portando la Stefania a cavallo della sua vera anima...mica lo Scarabeo!...
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The "Ontheground" carpets, designed by Sonia Giottoli, at "Dal futuro in poi" an exhibition hosted by Hlam Design at the "Annapurna" show room.
I tappeti "Ontheground" disegnati da Sonia Giottoli Thorimbert, di cui qui sopra vediamo alcuni esemplari, saranno tra i protagonisti della mostra organizzata da Hlam Design allo Showroom Annapurna durante il "Salone del Mobile"in questi giorni a Milano.
I tappeti, di grande formato, realizzati in tiratura limitata, ispirati alla cultura del tatuaggio tribale e occidentale, di cui Sonia è da anni un'esponente di primo piano, meritano di essere visti dal vero perchè sono di una qualità straordinaria e, davvero, vibrano di un'energia speciale.
Per saperne di più/to know more: www.onthegroundgallery.com
HLAM DESIGN presents
“DAL FUTURO IN POI”
from 22 to 27 april 2009
showroom ANNAPURNA
Milano, via Stendhal 36.
Opening 23 aprile 2009
H:19,00
Annapurna
Hlam Design
Luceplan
Marco Anello
Nicola Artico
Ontheground. Design by Sonia Giottoli
HLAM DESIGN propone un’interpretazione del Futuro, visto come punto di
partenza per ri-cominciare. Uno spunto per trovarsi insieme a
riflettere su un Futuro più vicino all’uomo e al suo ambiente, la
natura.
Un momento d’incontro, in cui domandarsi come, ognuno di noi,
può utilizzare la potenzialità che ha in sé, la nostra energia, le
nostre emozioni, le nostre visioni, per un mondo di integrazione.
Press office:
Carola Genghini
carola@kgpitalia.it
Organizzazione e coordinamento:
Alessandro Calascibetta,Eugene Begoun
Hlam Design
shop@hlamdesign.com
Concept e Art direction: Marco Anello
info@altasoluzione.it
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A cover story with soccer superstar Alessandro Del Piero for "Sportweek" magazine.
Aprile 2009
E' in edicola il nuovo numero di "Sportweek", allegato alla "Gazzetta dello Sport" con le mie foto di Alessandro Del Piero.
Del Piero si è presentato in studio (a Torino) abbastanza sulle sue, ma devo dire che in poco tempo abbiamo trovato la giusta sintonia. Non avevo grandi dubbi, mi è sempre sembrato un tipo a posto, e anche se di calcio macino poco mi piace vederlo giocare perchè è molto elegante, imprevedibile e leggero.
Con questa copertina "Sportweek" inaugura anche il suo "re-styling", con una nuova testata e nuovo impianto grafico.
Ringrazio ancora Federico Balmas, fotografo a Torino per la sua gentilezza e disponibilità.
Photographed by Toni Thorimbert.
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Backstage: "Diesel" super cool men's underwear packaging. Two days of shooting at the Santa Veronica Studios.
Milano Aprile 2009
Un paio di giorni a fotografare mutande per "Diesel", e naturalmente, "Texas" il modello che c'era dentro...Comunque, i manager, gli "art" e in generale le persone che lavorano in "Diesel" sono veramente incredibili: motivati, ben organizzati, veramente capaci, non perdono mai il sorriso pur restando sempre "sul pezzo". Raro.
Qui sopra da sinistra Jacopo, Elena, Texas, Silvia, Maria Giulia, TT e Emanuele.
Backstage pictures by Niccolò Rastrelli
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Go see: Andrea W. and Angelika W. from the "Fashion" model agency, Milano.
Aprile 2009
Dall'alto, Andrea W. e Angelika W., due modelle dell'agenzia "Fashion" che ho visto e fotografato durante un recente casting.
Le foto non sono ritoccate in nessun modo.
Photographed by Toni Thorimbert.
To know more: www.fashionworld.it/
Portrait: Pietro De Angelis, fashion designer.
Aprile 2009
Pietro De Angelis, napoletano, fashion designer, è un tipo molto, molto simpatico.
Vive a Milano in uno dei loft più belli (del mondo) che io abbia visto.
Ammetto che il mio giudizio potrebbe essere favorevolmente influenzato dallo spazioso garage annesso al loft che contiene diversi pregevoli esemplari di BMW, Laverda, BSA e Triumph di grande bellezza e valore...
Photographed by Toni Thorimbert
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Portrait: Roberto Ungaro, Editor in chief of "Riders" magazine
Milano, Aprile 2009
Roberto Ungaro, direttore di "Riders", alle prese... con la sua anima, e con il suo Scarabeo 500 cc...
Photographed by Toni Thorimbert
to know more: http://www.riders-online.it/
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Antonio Albanese, Micaela Ramazzotti and Kim Rossi Stuart for "Io Donna" magazine.
Aprile 2009
E' in edicola questa settimana il numero di "Io Donna" con copertina e storia interna dedicata al film di Francesca Archibugi "Questione di cuore".
Gli attori sono Antonio Albanese, qui ovviamente in un ruolo drammatico, Micaela Ramazzotti e Kim Rossi Stuart.
Sono contento di questi ritratti e della scelta che il giornale ha fatto.
Specialmente per il ritratto di Albanese, che come spesso succede agli autori comici, pur essendo un uomo brillante e anche "divertente", lascia spesso trasparire un'indole riflessiva e quasi malinconica.
Photographed by Toni Thorimbert
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The kids are all right: The April issue of "Style Piccoli".
Aprile 2009
E' in edicola il servizio di ritratti che ho realizzato per "Style Piccoli" con lo styling di Daniela Stopponi. Divertente il titolo, "Dal ciuccio al cucco" che sintetizza bene il momento, l'età e l'atteggiamento che abbiamo voluto cogliere con queste foto.
Photographed by Toni Thorimbert
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