The Holocaust Memorial > Berlin.
2.711 stele di cemento grigio.
Da fuori, la piazza sembra un vasto tratto di mare plumbeo, con una grande onda che si sta gonfiando, nel centro.
Ma appena mi inoltro, il pavimento scende e le stele diventano sempre più alte, ed io, mi inabisso.
Guardo verso l'alto e il cielo è già lontanissimo.
Ma questo non è un labirinto. Anzi.
La sua griglia è ortogonale, ordinata, organizzata, inesorabile.
Questa è un' esperienza sensoriale, totalizzante.
Il pavimento scende, risale e riscende.
Sono solo. E solo avanzo.
Ma prima o poi, per forza incrocio qualcuno, lo vedo passare da lontano, per una frazione di secondo, tra due corridoi.
Oppure quasi mi scontro, mi spunta come dal nulla, da dietro l'angolo.
Altre anime.
Siamo anime in pena, smarriti.
Presenze momentanee, anonime, provvisorie. Legati siamo, gli uni agli altri da un'istante, solo da un caso.
Bambini si rincorrono vociando ed io subito penso: "non si dovrebbe giocare qui dentro".
Ma mi sbaglio.
Non è sacrilegio.
Le scolaresche, i ragazzi che si fanno i selfie, sbucano con la faccia, gente che ride, che salta da una stele all'altra.
E' tutto giusto. Deve essere così. Ed è ancora più atroce.
Perchè così erano le persone che nei campi furono assassinate.
Persone normali, che facevano, e dicevano e aspiravano a cose normali.
Anime, come noi ora.
Il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa si trova a Berlino a lato della Porta di Brandemburgo.
Edificato nell'area originariamente occupata dal palazzo e dalle proprietà di Goebbels è stato progettato dall'architetto americano Peter Eisenman e inaugurato a Berlino il 10 Maggio 2005.
Photographed with an Iphone by Toni Thorimbert
Per saperne di più/ To know more:
http://it.wikipedia.org/wiki/Memoriale_per_gli_ebrei_assassinati_d%27Europa
http://en.wikipedia.org/wiki/Memorial_to_the_Murdered_Jews_of_Europe
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Giorgia > Io Donna magazine
Sotto agli androni dei palazzi c'è una luce bellissima.
Giorgia as published by Io Donna Magazine
Photographed by Toni Thorimbert for Universal.
Styled by Valentina Davoli
Hair by Pier Giuseppe Moroni
Make up by Luciano Squero
Backstage photography by Giorgio Serinelli
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Inspirations
Questa è per palati fini.
Ero a Nizza in questi giorni scorsi.
Scattavo due servizi di moda per Io Donna.
Finito il primo in due giorni: 22 pagine high fashion.
Con la stessa modella dovevo iniziare il secondo.
18 pagine di costumi mixati con dettagli sport.
Mi rimangono un paio di ore di luce.
Facciamo qualche prova: un disastro.
Luce sbagliata, location sbagliata, trucco sbagliato, styling sballato, capelli bho.
Non è facile resettare la testa.
Basta per oggi. Andiamo a cena. Andiamo a dormire.
La mattina dopo guardo il tempo fuori dalla finestra dell'hotel.
Coperto. Freschino.
Apro il telefono, scorro la posta e Instagram.
Vedo questa foto di Nick Knight. Un ritratto a Craig Mc Dean.
E capisco tutto.
Capisco l'atteggiamento.
Quella faccia, quel modo di tenere le spalle. Capisco perfino il cappello.
Mi metto quella faccia lì ed esco: Pulmino, nuova location, tutto nuovo.
Tutto funziona.
Alle 16 avevamo già fatto 16 foto.
Thanks Nick.
Above: Craig Mc Dean photographed by Nick Knight for Instagram.
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Smania is high in luxury!
Con Kees Kreuters ho lavorato anni fa per Diesel.
Lui è un grande art.
Ci siamo ritrovati per questo progetto: Mobili italiani che piacciono in Russia.
Era tanto che non fotografavo mobili. Da quando facevo l'assistente da Fabio Simion, a metà degli anni settanta.
Capannoni, camion con i mobili. Freddo.
Gli attrezzisti. Tempi biblici.
Però mi è piaciuto.
Imperturbabile, mia figlia Gia legge.
Smania
High in luxury
Photographed by Toni Thorimbert
Art Direction: Kees Kreuters
assisted by Elisa Di Leo
Models: Celine Derrien, Andrea Zanchini.
Makeup and hair: Letizia Maestri
Styled by Ernesto Mameli
Backstage photography by Giorgio Serinelli
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Lui è un grande art.
Ci siamo ritrovati per questo progetto: Mobili italiani che piacciono in Russia.
Era tanto che non fotografavo mobili. Da quando facevo l'assistente da Fabio Simion, a metà degli anni settanta.
Capannoni, camion con i mobili. Freddo.
Gli attrezzisti. Tempi biblici.
Però mi è piaciuto.
Imperturbabile, mia figlia Gia legge.
Smania
High in luxury
Photographed by Toni Thorimbert
Art Direction: Kees Kreuters
assisted by Elisa Di Leo
Models: Celine Derrien, Andrea Zanchini.
Makeup and hair: Letizia Maestri
Styled by Ernesto Mameli
Backstage photography by Giorgio Serinelli
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Lapo Elkann > Engine > Japan > Oki Sato > Io Donna
Lapo è come lo immaginavo. Mi piace. E' uno che ci si mette.
A dir la verità, Iwacura* mi aveva chiesto un consiglio su chi poteva fotografarlo.
Ma io: "scusa Iwa, lascia stare il budget, Lapo te lo scatto io"
Di lui ricordavo una foto in copertina del Vanity Fair italiano.
In bianco e nero. Gran foto.
Mi ricordo, passavo in motorino, e c'erano questi poster grandi vicino all'edicola: "Caz" ho pensato, "questa non può essere una foto italiana, non è la foto di un italiano".
Dico la verità ci sarei rimasto male.
Alla fine viene fuori che era di Bruce Gilden.
Ah...Mi sembrava...
Qualche anno fa lo avevo visto dal vero invece, ad una festa Diesel al Pitti, a Firenze.
Nel tumulto di migliaia di persone che ballavano in un cortile enorme ma buio lui era l'unico che, in cima ad un tavolo che era in cima ad cubo, aveva intercettato il fascio luminoso dell'unico proiettore che funzionava quella notte.
Avevo pensato: "bel colpo, tu si che sai come farti notare"
Anche i gatti sanno mettersi sempre nel posto esatto.
Ecco, sembra un pò un gatto, Lapo.
Così, quando con un balzo è salito sul cofano della sua 500 "pied de poule" non mi sono certo stupito: ho scattato e basta.
Lapo Elkann
Engine magazine, Japan.
Produced by Iwacura Kazunori*.
Backstage photography by Giorgio Serinelli.
Ho pensato: "mi voglio preparare"
Sono andato sul loro sito: pensavo di farci un giretto di dieci minuti ma alla fine ci sono stato una bella oretta.
Lo consiglio.
Lo studio si chiama "nendo"
I loro progetti sono piccoli ed amabili.
Comprensibili, semplici, leggeri.
Magia bianca.
Sono piccole idee pulite, educate.
Incastri.
Leggiadre sovversioni dell'ordine costituito.
Un piccolo punto esclamativo di meraviglia.
Così è Oki Sato, il designer.
Mettersi in ginocchio a giocare.
Alla fine, fare un ritratto è tutto lì.
Peccato avevamo poche pagine.
Molto efficace il video, girato e montato da Alberto Gottardo:
OKI SATO from Toni Thorimbert on Vimeo.
Oki Sato
Io Donna magazine
Styled by Silvia Meneguzzo
Grooming by Roman Gasser
Backstage photography by Giorgio Serinelli + Laura Simone
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