Greetings from Hong Kong #02



Questo è un'altro. Mica male però. Genere "performer".

Stava lì, in mezzo al flusso caotico della gente, con un triangolo di specchi intorno alla faccia. Immobile.
Ovvio, lo guardavi. E gli specchi: - zwaaaaaing - come se fossi atterrato su una lastra di ghiaccio, ti deviavano oltre, perchè la sua faccia era diventata un bivio. Una fredda corazza, ma anche profonda, luminosa.
Per me, bellissimo.
E sensazione forte. Di vertigine. Un'immagine che mi ha smosso mille pensieri: sul volto, sull'identità. Senso di annullamento, o...che ne so...farsi scivolare gli altri addosso...Insomma, quella roba lì: l'arte.

E poi ci provi: sono specchi, perchè non mi vedo? Ma ovviamente, messi così, riflettono altro: le insegne dei negozi, il movimento della gente che passa. Per vederti devi piazzarti di fianco al tipo, anzi quasi dietro di lui.
Ed è lì che per gioco, ma anche un po' seri, ci siamo messi, Silvio Artero, l'art director, ed io, per farci scattare questa foto, per dire: "abbiamo due teste, ma agiremo come un sol uomo"...ta-tan!

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Hong Kong, Nathan road, 22 April 2012.

Photographs: Top by Toni Thorimbert, bottom by Giorgio Serinelli.

Click on the pictures to enlarge.

4 commenti:

  1. Lo specchio non serve solo a riflettere le immagini. È anche uno strumento si comunicazione ottica. Si usava per mandare messaggi in mare aperto, o in campi di battaglia, riflettendo la luce del sole con rapidi gesti utilizzando l'alfabeto morse. Lo stumento si chiamava eliografo. Chissá perché mi è venuta in mente 'sta roba qua....forse il tipo che avete incotrato nel marasma di Hong Kong vuole comunicare qualcosa? Comunque una performance davvero stimolante, altro che le belle statuine bianche in Piazza del Duomo a Milano!
    Un saluto a Silvio.

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  2. L'impatto comunicativo di quel ragazzo è notevole, al limite del dirompente.
    La sensazione che ho percepito è stata dapprima di fastidio e poi di scoramento. Gli specchi, le insegne, la folla attorno. A me il messaggio che ha dato questo ragazzo è il seguente: «Ecco cosa siamo noi oggi; lo specchio di ciò che abbiamo costruito e della società che abbiamo creato.»
    In parole semplici, moderni schiavi senza identità.

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  3. Bella lettura Gian Pietro. e si, sono d'accordo, più ci penso e più mi piace. Comunque nn era uno che accattava soldi. era proprio una performance, ma... povera, estemporanea...

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