The interview: Lady Tarin, photographer, artist.



Lady Tarin photographed by Toni Thorimbert, 2011.

T.T: Ciao Lady, come e perchè hai iniziato a fotografare?

LT: Ho sempre fotografato, la mia prima macchina è stata una polaroid. Ho approfondito la tecnica del bianco e nero durante gli studi all’Accademia dove realizzai una serie di immagini sul nudo maschile. Mi resi conto che era il mezzo espressivo con cui desideravo comunicare, mi appassionò più del disegno, più di ogni altra tecnica.

T.T: Sei conosciuta specialmente per le tue foto di nudo o comunque per la carica erotica delle tue immagini e delle tue donne. Come sei arrivata a questo soggetto?

LT: Mi interessa ritrarre un ideale di donna potente e sensuale, padrona del proprio destino, facendo un’operazione contraria a quello che avviene di solito. Invece di truccare, pettinare e vestire una donna, la spoglio lasciandola naturale, senza orpelli esterni. Cerco la potenza nella sua essenza, l’erotismo nella sua radicalità, come forza e non come apparenza.

T.T: Come scegli le tue donne?




LT: Devo sentire che quel potenziale è già presente. Posso esaltare, non inventare la donna che ho di fronte. La bellezza esteriore è un gusto personale, un insieme di carattere e aspetto fisico che mi interessa tradurre in immagine.

T.T: Come arrivi al tuo risultato? come organizzi e sviluppi – generalmente - un tuo set?

LT: Ho appena concluso un progetto durato circa 3 anni, esposto nella galleria Le Dictateur e pubblicato nel libro omonimo. Ho fotografato le ragazze a casa loro circondate dagli oggetti della vita quotidiana, l’atteggiamento è seducente e naturale. Utilizzo la luce ambiente per mantenere l’atmosfera del luogo. Siamo solo io e la ragazza. Decido sul momento se utilizzare la pellicola in bianco e nero, il colore o la polaroid.



T.T: In che modo il fatto di essere una donna ti aiuta - o ti serve - per ottenere il “tuo” risultato ?

LT: Fra donne si instaura un feeling diverso Socialmente armiamo più difese di fronte a un uomo, siamo più costruite, posiamo di più. Il contatto che si crea fra donne è di maggior empatia, possiamo diventare l’una lo specchio dell’altra, il mio erotismo si unisce al suo nella finalità dell’ ’immagine che andiamo a rivelare. Questo crea una grande libertà nella ragazza che fotografo perché capisce che il mio fine si sta realizzando in quel momento.



T.T: Le donne che fotografi piacciono moltissimo- quasi disperatamente- agli uomini. Ti sei mai chiesta il perchè? Non ritieni che il tuo sguardo su di loro si possa definire “maschile”?

LT: Al contrario, credo che gli uomini siano attratti perché sentono il feeling fra due donne, la rivelazione dell’erotismo senza consumazione. L’uomo, spesso, non formalizza esteticamente l’erotismo, lo consuma solo.



T.T: Le tue modelle si piacciono nelle tue foto?


LT: Si molto, e si riconoscono.

T.T: Consideri le tue fotografie dei “nudi” o dei “ritratti”?


LT: Dei ritratti amplificati dall’intensità e verità del nudo. Il corpo esprime la nostra storia. Mentre nella quotidianità tendiamo a portare in giro un atteggiamento più o meno conforme.



T.T: Nelle tue foto le ragazze non sono quasi mai completamente nude. In che modo gli abiti sono funzionali alle tue immagini e alla loro carica erotica?

LT: È una scelta che avviene sul momento, è sempre per un fine estetico ed emozionale.



T.T: In che modo usare la pellicola, invece che la tecnologia digitale, influenza il tuo risultato?

LT: L’utilizzo della pellicola focalizza quello che per me è il momento più importante: la ripresa. Col digitale l’attenzione è spostata sulla postproduzione, non siamo più solo io e la ragazza, c’è photoshop, una presenza ingombrante. Ma la ragione principale è un’altra. È la resa della pelle del corpo su un supporto fisico. È la texture. Il digitale ha una natura virtuale che si allontana per definizione dalla realtà.

T.T: Qual’è lo scopo delle tue immagini, quale credi sia la loro più congeniale collocazione? Hai progetti in questo senso?


LT: Continuare la mia ricerca personale e estetica. Individuare quello che sono attraverso la realizzazione delle immagini. Ritrovarmi e rivelarmi attraverso la donna che fotografo.


















T.T: Cosa diresti di Irina Ionesco?


LT: Ha costruito un vero e proprio teatro per rappresentare la sua idea di erotismo, l'esatto contrario di ciò che accadeva negli anni '70. Immagini claustrofobiche ed inquietanti. Alcune molto erotiche.

T.T: David Hamilton?

LT: Amo molto il suo lavoro in bianco e nero e trovo bellissima la scelta dei soggetti.

T.T: Terry Richardson?

LT: Lo ricordiamo sempre per il lavoro a colori col flash sparato a mille, ma sono bellissimi anche gli scatti in bianco e nero senza flash. Rimane il fatto che Il suo è un punto di vista solo maschile, è un grandissimo fotografo, ma mi è davvero impossibile riconoscermi nelle sue immagini.

T.T: Helmut Newton?

LT: E’ Il mio ispiratore. Nel suo lavoro, l’immaginario maschile e femminile sono tesi alla ricerca dell’immagine erotica per eccellenza. Penso che la presenza della moglie June sia stata importante per questo scopo, si sente costantemente. Credo sia stata una grande unione la loro, sentimentale e professionale.

All pictures copyright by Lady Tarin.

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2 commenti:

  1. Complimenti. Un’intervista molto interessante ad una bravissima fotografa che è ormai riuscita a creare uno stile riconoscibilissimo e ben definito.

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