Giovanni dice: "sono migliorato molto a fare i ritratti" e io sorrido, ma lui rimarca: "tutti dicono: ma dai!...ma è vero. Sono molto migliorato." Intende dire che anche Giovanni Gastel può fare meglio di quanto facesse prima. Dice anche che lui è vero, che è di carne ed ossa, che è come gli altri. Perchè magari, alle volte, essere Gastel può essere una rottura. Siccome sei Gastel, sei bravo per forza, e finisce che non ti lasciano neanche migliorare.
Ho fatto una festa al mio studio l'altra sera. Super. tantissima gente, bella energia, tanti - grandi - fotografi. C'era pure Giovanni, e sai com'è, viene fuori che Chico De Luigi, con il fido Davide, si è autoinvitato in studio - da lui - la mattina dopo, per farsi fare un ritratto, e allora ci siamo aggregati, io, Settimio e poi è venuta anche Lady Tarin. All'inizio ci ha fotografati con una digitale, belle, tutto ok, ma poi, sapete come è Chico, "dai Giovanni tira fuori il 20x25!" ha incominciato a fare le scene e Giovanni ha fatto un gesto e allora gli assistenti hanno tirato fuori la macchina.
Giovanni e Chico.
La macchina.
Non ha dovuto insistere molto, Chico. Perchè "la macchina" è tanto Gastel.
Dice Giovanni: Io da solo in quegli anni avevo un consumo di Polaroid 20X25 come la Svizzera".
E adesso?
Niente, questi sono gli ultimi fogli. Sono pure scaduti da un bel po'.
C'è aria di festa. Chico è impazzito. la 20x25! la Polaroid!
Sono contento anche io.
Giovanni mi ha scattato un ritratto - in Polaroid - 25 anni fa.
Ora me ne scatterà un altro.
Qui sotto il link per il video di tutta la faccenda:
http://youtu.be/xhRpBdn0RRw
Qui sopra foto ricordo in 20x25: Davide Farabegoli, Chico De Luigi, Lady Tarin, Giovanni Gastel, Toni Thorimbert, Settimio Benedusi.
Qui sotto: Abbraccio tra Giovanni e Benedusi.
Ecco: Di questa mattinata, questa foto qui sopra mi interessa anche molto.
C'è in giro qualcosa di molto bello ultimamente tra alcuni fotografi.
Una cosa importante che prima non c'era.
E' qualcosa di molto prezioso, che ti fa la vita più bella.
Quasi non vorrei parlarne, per paura di romperlo, questo qualcosa.
Quando sono tornato nel mio studio, sono andato a ripescare il mio ritratto di 25 anni fa. Ero curioso di vedere la differenza tra le due foto e gli effetti del tempo sul mio volto e sul mio sguardo, e poi, aprendo il passepartout ho scoperto che, dopo tutti quegli anni, le due dediche erano molto simili, ma non proprio uguali:
A sinistra dice: "al grande Toni con affetto, 1987". a destra: "A Toni con affetto vero". ...Ho perso il grande ma ora ho quello vero
Non è bellissimo?
Grazie Giovanni!
Toni Thorimbert photographed by Giovanni Gastel
More pictures: http://www.chicodeluigi.it/home/2012/12/20/20-dic-3/
Click on the pictures to enlarge.
"C'è in giro qualcosa di molto bello ultimamente tra alcuni fotografi."
RispondiEliminaLo sto notando anch'io. Speriamo che cresca. Perché, davvero, è molto bello.
si fa peccato mortale ad essere invidiosi?
RispondiEliminain questo caso no...dai..
Che belle cose!
RispondiEliminaQuando ho visto la foto bel banco Plaubel 20X25 di Gastel, mi è venuto un colpo!
RispondiEliminaEra il banco "moderno" al quale si era "convertito" dopo aver usato per anni una Deardorff 20X25.
Ho fatto l'assistente di Giovanni Gastel dal 1981 al 1986/7. Nel 1981 io avevo 21 anni e Giovanni 26.
Aveva lo studio in una cantina di un elegante palazzo vicino al carcere di San Vittore, a Milano.
Sono stati anni memorabili che hanno formato profondamente la mia vita professionale e non solo. Anni in cui, con una velocità sorprendente, Gastel é diventato un riferimento luminoso nel panorama della fotografia di moda.
Ha fatto storia Giovanni, con i suoi sorprendenti still life (che di still hanno ben poco) e le sue elegantissime fotografie di moda. E sì, Gastel scattava i servizi di moda con il banco ottico 20X25 e noi assistenti lavoravamo come il motore di una reflex per cambiare Polaroid e lastre di pellicola. Il consumo di Polaroid 20X25 era mostruoso.
Il suo modo di lavorare era strettamente legato al banco ottico perché il banco ottico (sembra una contraddizione ma non lo é) annulla la distanza, annulla il filtro tra il fotografo e il soggetto. Gastel, dopo aver impostato le luci e composto l'inquadratura sotto il telo nero, si poneva al fianco dell'obbiettivo, eliminando quindi ogni ostacolo. Occhi negli occhi. Era il modo per essere assolutamente concentrato sul soggetto ed instaurare con lui un rapporto di empatia. Era divertentissimo vederlo mentre mostrava le pose alle modelle. Con Gastel si lavorava ogni giorno 10 ore al giorno, week end, agosto, a ritmi indiavolati ma sempre con un gran divertimento. Ci facevamo grandissime risate perché Giovanni ha, tra le altre cose, un senso dell'umorismo irresistibile.
Adesso Gastel scatta con "volgarissime" reflex e lavora le immagini con "volgarissimi" Mac. É stato geniale il modo in cui ha, per forza di cose, cambiato il modo di fotografare. Ma non è sorprendente vedere come la sua genialità, la sua freschezza, la sua curiosità e il suo brillantissimo cervello, gli hanno permesso di rimanere ciò che è diventato e migliorare ancora.
Gastel non è solo un grande fotografo. E' un uomo di una generosità enorme. A lui devo molto.
p.s. Non avevo mai visto un ritratto del grande Thorimbert con un'espressione così serena. Quasi inquietante! Merito di Gastel?
Per me siete entrambe amici che direi veri!!! E forse questa verità che piano piano circola?! Spero di si perché e' l'unica che può davvero migliorare le cose! Mi sarebbe piaciuto esserci!! Un abbraccio! G.
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