In the beloved memory of Gabriele Basilico
Gabriele Basilico photographed by Toni Thorimbert, 1993.
Allora, sì. Abbiamo pianto.
Abbiamo pianto per Gabriele, ma abbiamo pianto anche per noi, perché senza di lui ci siamo sentiti più soli, più tristi, più poveri, più vecchi.
Abbiamo pianto di rabbia perché una parte di noi si ribella ancora al destino.
Ho provato a visualizzare come sarebbe stato Gabriele al mio funerale.
Spero non suoni un’idea troppo strana. Ma io me lo vedo troppo bene. So cosa avrebbe detto, dove si sarebbe messo in chiesa, so come avrebbe avuto gli occhi, come avrebbe messo le spalle.
Ho sorriso dentro di me perché so che la trafila l’avrebbe fatta tutta, intensamente.
Avrebbe ascoltato le parole, avrebbe salutato i presenti, li avrebbe abbracciati come noi facciamo per darci un po’ di coraggio.
Con gli intimi avrebbe detto cose belle di me, avrebbe cercato di definirmi, avrebbe trovato il momento adatto per raccontare la mia figura nello spazio del mondo.
Avrebbe detto cose che sicuramente avrei amato sentire.
Però so anche che a un certo punto ci avrebbe infilato qualcosa di leggero. E buono.
Ci avrebbe infilato uno di quei giochi o versi, uno di quei gesti alla Totò, quelle battute che non fanno veramente ridere ma sono scherzi, suoni, sopracciglia alzate, ammiccamenti, rimandi a risate anche trascorse, magari da anni. Cose sentite dire, rielaborate da scenette radiofoniche orecchiate e ri-trasformate in un codice di atteggiamenti tutto suo, un mondo surreale, un contraltare a quell’altra parte, quella seria, quella importante.
E magari qualcuno (magari proprio la Giovanna) lo avrebbe pure guardato male, con un po’ di rimprovero: "Ma insomma, Gabriele non è il momento!”.
Invece è il momento.
Ed è il momento anche per noi tutti di sorridere, magari con gli occhi che lacrimano (ma è solo il vento)
E’ il momento di accettare che Gabriele è una persona così vivida nel nostro cuore, così presente nella nostra vita che ad essere tristi gli faremmo davvero un torto, se proprio oggi - che vogliamo essergli tanto vicini – non facessimo nostra la sua leggerezza.
Sarebbe molto sorpreso, Gabriele, chissà, addirittura deluso.
Potrebbe pensare che tutte quelle adorabili scemenze con cui ci ha deliziato tutta la vita non siano state capite, siano andate sprecate.
Grazie Gabriele. No, io non voglio sprecare niente, niente, niente, di tutto quel tantissimo che mi hai dato. Voglio essere felice.
E quando sarà il momento, certo verrò su a vedere la tua mostra, quella grande, quella grandissimissima, quella che – ne sono certo - state già progettando, in questo momento, tu e San Pietro, là in Paradiso...
Gabriele Basilico ci ha lasciati mercoledì 13 febbraio 2013. Aveva 69 anni.
Basilico + Thorimbert photographed by Claudio Rizzolo, 2011
English translation:
Well, yes. We cried. We cried for Gabriele, but we also cried for ourselves, because without him we feel more alone, sad, poor, old. We cried with rage because a part of us still refuses the course of destiny. I tried to visualize how Gabriele would be at my funeral. I hope it doesn't sound too weird. I can see him, though, so clearly. I know what he would say, where he would sit in the church, what eyes he would have, how his posture would be. I smile to myself because I know that he would go all the way through, intensely. He would listen the words, greet the participants, hug them like we are doing now to cheer ourselves up. He would share nice things about me with the intimates, he would try to describe me and find the right moment to depict my role within the world. He would say things I would surely love to hear. But I also know that, at some point, he would let a touch of lightness slip in.
He would make one of his jokes, one of those “Totò” gestures, the ones that don't make you laugh so hard but that are sort of funny. Sounds, raised eyebrows, winks, references to past laughters. Things heard somewhere, re-elaborated from radio sketches and turned into a code of attitudes of his own, a surreal world, a counterpart to his other side - the serious and intellectual one.
And maybe someone (perhaps Giovanna herself) would have even gave him that look, as if to say: “Come on Gabriele, it's not appropriate...” But it is, instead.
And it's also time for us all to try and smile, maybe with watery eyes – but it's just the wind.
It's time to realize how much Gabriele is vivid in our hearts, and still such a presence in our lives that we would do him really wrong if today - when we want to be so close to him - we felt sad, not being able to endorse his lightness. Gabriele would be very surprised, perhaps even disappointed. He could think that all that adorable nonsense with which he delighted us during his whole life were not understood, and gone to waste. Thank you Gabriele. No, I don't want to waste the slightest part of all the things that you gave me. I want to be happy.
And when the time comes, I will of course be thereat your exhibition. That huge one that – I am sure – you are now already planning together with St. Peter, up there in Heaven...
Gabriele Basilico died February, 13th 2013. He was 69.
Translation by Francesca Stella.
Click on the pictures to enlarge.
Come sempre, trasmetti con il cuore quello che hai nell'anima, si sente.Grazie, per averci fatto conoscere Gabriele con le tue parole.
RispondiEliminaLaura