Postcards from Paris Photo

Anche quest'anno, tra le mille cose che ho fatto in qualche giorno a Parigi, ho speso un pomeriggio alla più importante fiera della fotografia da collezione.
Sotto le volte a vetri del Grand Palais, decine e decine di stands di gallerie ( ed editori ) e migliaia di foto in vendita, senza un curatore e un senso compiuto evidente.
Normale che l'occhio venga attratto da ciò che riconosciamo come familiare.
Le foto che condivido sono quasi tutte famose o di autori "classici".
Va detto che tutti i miei sforzi di andare a vedere da vicino le cose "mai viste" mi hanno lasciato, a parte le dovute eccezioni, abbastanza freddino.

Certo, la frustrazione di non avere in tasca, che so, un centomila, per iniziare a giocare c'è.

Guardare ma non toccare:



Per questo Diane Arbus, stampato negli anni settanta e firmato dalla figlia Doon, 100.000,00 addirittura non bastano, ce ne vogliono 115.000,00



le famose gemelline di Diane Arbus: stampa di Neil Selkirk del 1973, edizione 5/50, firmata da Doon Arbus: 220.000,00 euro.

Tanti, tanti anni fa, nell'ufficio di un direttore di un famoso giornale di moda, avevo notato una stampa originale di Diane Arbus, per terra, buttata in un angolo, dentro ad una cornice mezza rotta e scheggiata. Appoggiato allo stipite della porta faccio: "ma lo sai di chi è quella foto?" "si, più o meno..." dice lei intanto che traffica con delle carte, "l'ha comprata a New York mio marito proprio dalla stessa fotografa, qualche anno fa..."
Dal giorno dopo, la foto non l'ho più vista. Spero che sia al sicuro, adesso. A occhio dovrebbe valere parecchio...





(A me piace tanto) Valerie Belin.



Sarah Moon



Eva H by Roversi



Daido Moriyama



Egglestone, in bianco e nero. Abbastanza raro.



Egglestone, a colori. Tutto ok.



Tod Papageorge, Studio 54, 1978



Un certo Avedon, abbastanza bravo nei ritratti.



Sally Mann



Un bel William Klein, grande e pulito (senza tutti quei segni rossi).



Irving Penn.



Una parete di Gabriele Basilico



I Becher erano ovunque. Dava l'impressione che ogni galleria ne avesse almeno uno da vendere. sarà buon segno? O non li vuole nessuno?



Un opera di Yang Yongliang. Le montagne sono piene delle luci di grattacieli e condomini.



Helmut



Sergio Larrain



Una parete di Araki



Urs Luthi, artista svizzero. Un precursore. Chi non conosce, rimediare.



Io non conoscevo: Valie Export, artista austriaca. Per saperne di più: http://en.wikipedia.org/wiki/Valie_Export



Pure qui non conoscevo ( e questo è già più grave ): Katie Grannan. Per saperne di più: https://www.google.fr/search?q=katy+Grannan&client=firefox-a&hs=yD8&rls=org.mozilla:it:official&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=GQSJUsesNerB0QXA4YHIAg&ved=0CC0QsAQ&biw=1831&bih=1003



Un casto Thomas Ruff



Stilosissimo Blumenfeld



Una fissata dei "selfie" ante litteram: Janice Guy, 1977. Stampa vintage in bianco e nero colorata a mano. Bellissima, venduta.



Vivianne Westwood by Jurgen Teller



Una piccola chicca: il "dummy" originale - e il volume stampato - di "The paper negative" un libro di Danny Lion sugli indiani d'America.



Qui sotto, Bryan Adams: Wounded - the legacy of war. Steidl. Ritratti ed interviste ai feriti inglesi in Afghanistan.









Un bel libro, toccante e terribile. Contro la guerra davvero.

Per finire, molto, molto più leggero:

Craig Fineman, "Pools" edito da Stussy/Dashwood books







Grazie a tutti, e specialmente a Sandrina Dirani, Alessandra Dragoni, Lorenzo Tricoli.

Click on the pictures to enlarge.









2 commenti:

  1. Buffo, avete notato? TT ha fotografato di sghimbescio tutte le foto appese, tranne una: quella di William Klein con il ragazzino con la pistola. TT si mette proprio di fronte a un ragazzino con la faccia da schiaffi. Un ragazzino che spara (in inglese to shot) a un fotografo che ha fotografato (in inglese si può dire to shot, scattare) i ragazzini di strada, tanti anni fa. Così, un piccolo spunto.

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  2. caz.. Matteo, non ti sfugge proprio nulla...si, confesso, l'ho fatto apposta...;-)

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