Candela and the CR&S DUU on the cover: Riders, October issue.



Per fare questa cover ho riesumato dall'armadio delle macchine analogiche un vecchio Tamron 500mm a specchio che usavo con le mie Nikon F2 e F3.
Obbiettivo bellissimo. non costava troppo, faceva, (e fa ancora) i riflessi ad anello. E’ compatto, leggero.
Molto più caldo e morbido del Nikon originale. Come tutti gli obbiettivi a specchio ha un solo diaframma: 8.
Mi sono sempre piaciuti gli obbiettivi un po' estremi. Il 20, il 500. Armi da guerra li chiamo. Non perchè si usano per la foto di guerra, ma perchè, se non li usi come si deve, ti fai male.
Il 500 lo usava ogni tanto William Klein. Guardavo questo suo libro: Tokyo.
E’ quasi tutto fatto con il 20mm e poi verso la fine queste “telate” pazzesche con il 500. Tutto a fuoco – tutto sfuocato.
Il problema è che vibra.
Volevamo un fondale fatto di solo asfalto, dorato dalla luce del tramonto.
Abbiamo messo la Canon sul cavalletto scocciato in cima ad una scala.
Era abbastanza stabile, ma se scattavo dalla macchina, bastava la pressione del dito – Clik – veniva mossa.
Poi ero veramente lontano, era difficile dirigere Candela.
Così, abbiamo fatto una specie di triangolo che si parlava a gesti, o a grida: Scatta!!!! Ora!!!Vaiii: Stefania Molteni, photo editor, le scattava dal bottone sul computer, Giorgio, il mio assistente, stava in cima alla scala a mettere a fuoco, guardare le cose da lì, proteggere la lente dal controluce con una bandiera, e io stavo, a quasi cento metri, vicino a Candela, appena fuori dall’inquadratura, le dicevo dove guardare, la posa.
Qui sotto le altre immagini, queste fatte con obbiettivi più "normali"...









Qui sotto immagini dal backstage:



Il cavalletto in cima alla scala nella via di fuga della curva 1 del nuovo autodromo di Modena. Il cartone sul tavolo è una protezione, "do it yourself", dalla luce per il computer.



Qui si vede bene la distanza dal soggetto. Il furgone di fianco alla moto e a Candela serve come un grande pannello riflettente bianco.



Al centro, vicino a Stefania Molteni, Giovanni Cabassi, uno degli artefici del progetto CR-S DUU.



Come per tutti i veri piloti, una "umbrella girl" per Candela.











Riders
October issue.
"La nuda verità"
A test ride of the CR-S DUU.

Photographed by Toni Thorimbert.
Photo editor: Stefania Molteni.
Written by Roberto Ungaro.


Model: Candela Pelizza Tricarico Novembre. ( Next )


Backstage photography by Maria Alonzo and Giorgio Serinelli.


Click on the pictures to enlarge.

9 commenti:

Alessandro Bianchi ha detto...

Ecco perché ti reputo il migliore dei fotografi ancora attivi, si ho scritto bene, non uno dei, proprio il.
Perché hai scritto la storia di questa copertina, ed è una storia in cui viene fuori la ricerca, la cultura, il perchè e il percome.
Se tu avessi postato la foto senza dire una parola sarebbero venute fuori le stesse identiche cose.

Quindi le parole sono inutili?
Assolutamente no, sono la conferma che Non si fotografa a caso, ci vogliono cultura, intelligenza, tecnica, sperimentazioni, buon gusto, voglia di osare, riferimenti...
In poche parole citandoti, la fotografia è una gran bella rottura di cazzi, ma sottolineo gran e bella.

Anonimo ha detto...

Grazie per il "dietro le quinte" Toni! Il servizio l'ho già visto sulla rivista stessa e lo reputo stupendo!

Una domanda..."tecnica" ;-) Hai scritto di aver usato il 500 mm....posso chiederti il perchè di questa scelta? Non avresti ottenuto all'incirca lo stesso risultato usando un 200mm e avvicinandoti al soggetto di 5 m?

Gianni

Toni Thorimbert ha detto...

@Gianni: Non sarebbe stato uguale. Gli obbiettivi a "specchio" hanno una resa molto diversa da quelli a lenti tradizionali. Comprimono molto di più l'immagine rendendola molto "piatta" e inoltre più è lunga la focale e più questo effetto di compressione è evidente. Un effetto simile a quello qui otenuto con il 500 si sarebe potuto ottenere con un 600mm a lentitradizionali ma sarebbe mancata la pastosità e la morbidezza tipica degli obbiettivi a specchio "vecchi", un pò come CD e vinile...

Toni Thorimbert ha detto...

@alessandro: ...in che senso "ancora attivi"? Alla mia età Avedon non aveva ancora incominciato a scattare "In the american west"...;-)

Alessandro Bianchi ha detto...

attivi nel senso che stanno ancora fotografando, avrei potuto dire viventi, non l' ho fatto perchè non so se sei scaramantico ;-)

Toni Thorimbert ha detto...

scusa Ale, ma "stanno ancora fotografando"...nonostante cosa? ;-) E' quell'"ancora" lì che nn si capisce...

Alessandro Bianchi ha detto...

intendevo che sei il migliore dei fotografi viventi, non che quelli deceduti siano migliori di te, non voglio entrare in merito e fare classifiche, era per dire che non consideravo avedon, newton, giacomelli e tutti i mostri sacri che putroppo non sono più tra di noi fisicamente, la loro arte per fortuna è ancora viva e vegeta.
dei fotografi ancora fotografanti, diciamo così.
voglio solo dire che attualmente non c' è un fotografo migliore di te con cui lavorare, al quale commissionare un lavoro o col quale collaborare.

o forse ho fatto ancora più casino? ;-)

Toni Thorimbert ha detto...

Ale! volevo solo metterti un pò in difficoltà! Grazie dei complimenti!
Un saluto T. ;-)

Alessandro Bianchi ha detto...

Con tutto il rispetto e il bene che ti voglio non ti nego che stavo iniziando a pensare ad un attacco di demenza senile anticipata!!!! ;-)

Ovviamente sto scherzando!!!