Alex Webb è un super-fotografo di strada, un reporter di primo piano della agenzia Magnum.
Descrive se stesso come uno che cammina e cammina con la macchina al collo.
Arriva sul posto, perlustra, indaga, aspetta. Incontra persone, ci parla e osserva ancora, attendendo il momento giusto, sempre alla ricerca di qualcosa di inatteso e sconosciuto proprio dietro l'angolo.
Ogni tanto scopre un lato nascosto delle cose che conosce già.
Nel suo lavoro, l'uso compositivo delle ombre è semplicemente meraviglioso: Webb le usa per nascondere dettagli superflui e distraenti per l'ordine delle cose, enfatizzando con la luce gli aspetti significativi:
Le sue foto sono immagini affollate, piene, ma sembrano scattate un istate prima che succeda il caos.
Si è tanto parlato della potenza dei colori nelle sue fotografie e delle situazioni drammatiche ed intense che ha colto al confine tra USA e Messico.
Ma c'era qualcosa che mi sfuggiva in tante sue fotografie.
Ho impiegato ages per capire cosa.
Le ho guardate, confrontate, lasciate lì, riprese il giorno dopo.
Niente.
Poi ho fatto una selezione con un criterio apparentemente casuale, le ho stampate e le ho messe giù per terra.
E'ancora il modo migliore per leggere le fotografie.
E ho capito. Non era così difficile..
La maggior parte delle foto di Webb hanno un elemento che divide a metà l'inquadratura.
E' un escamotage compositivo che permette al fotografo di dare un certo ordine alla narrazione visiva.
E' la traccia da seguire per leggere immagini molto articolate e ricche di situazioni che, insieme, danno forma a sceneggiature piuttosto complesse.
Riflettevo su questo fenomeno della divisione tra un'immagine “sinistra” e un'immagine “destra”.
Mi è venuta in mente una cosa che potrebbe avere un senso. Rimane una mia personale lettura, sicuramente opinabile, ma spero interessante.
Esiste una speciale tecnica che viene usata per aver accesso ad un livello molto profondo dell'inconscio, per rielaborare e sbloccare ricordi traumatici.
E' l'EMDR: Eye Movement Desensitization and Reprocessing, (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
Secondo questa teoria il movimento degli occhi destra-sinistra, stimola i due emisferi cerebrali mettendoli in comunicazione tra loro, risvegliando e rielaborando ricordi, sensazioni, esperienze.
Ecco: mi sembra che, in queste fotografie “divise a metà”, ci sia un livello in più da scoprire, un livello più profondo.
C'è qualcosa di ancestrale in queste immagini.
Webb, fotografando la vita reale, le situazioni, gli avvenimenti, va ben al di là della semplice narrazione.
Webb vede, riconosce, crea archetipi in cui tutti noi possiamo vederci e riconoscerci.
Poi c'è questa foto che mi ha emozionato:
Here is a special photo that I’d like to share:
Confine tra Stati Uniti d'America e Messico.
Le speranze di uomini in cerca di una vita migliore svaniscono.
L'espressione dell'uomo più anziano è straziante: sconfitto e rassegnato cerca lontano la sua meta, ormai inarrivabile, nel sole che tramonta insieme ai suoi sogni.
USA. San Ysidro, California. 1979. Mexicans arrested while trying to cross the border to United States.
The vanishing hope of men seeking a better life.
The expression on the face of the older man is excruciating. Defeated and resigned, he looks toward his destination, no longer reachable, as the sun sets on his dream.
Matteo Oriani.
Editor at large, The blog behind the images.
Matteo Oriani è un fotografo.
Colto ed acuto osservatore delle immagini e delle menti che le producono.
Insieme a Raffaele Origone forma il duo professionale Oriani-Origone.
Nelle loro foto danno vita ad oggetti altrimenti inanimati.
Matteo Oriani is a photographer.
A cultured and acute observer of pictures and the minds behind them.
He and Raffaele Origone form the professional duo Oriani-Origone.
Their photos give life to otherwise inanimate objects.
English Translation:
Alex Webb (1952) is a super street-photographer, a member of Magnum Photos since 1976.
“I only know how to approach a place by walking. For what does a street photographer do but walk and watch and wait and talk, and then watch and wait some more, trying to remain confident that the unexpected, the unknown, or the secret heart of the known awaits just around the corner.”
His compositional use of shadow is simply divine: Webb uses it to hide superfluous and distracting details. Contrariwise, he uses light to emphasize significant parts.
His pictures are crowded and full, seemingly taken just a moment before chaos breaks out.
Much has been said about the power of color in his photographs and the intense, dramatic situations he has chronicled on the US-Mexican border.
But there was something else in his photos that I couldn’t put my finger on.
It took me ages to figure out what it was.
I looked and compared. I left them there, took a break, and studied them again the day after.
I couldn’t find what it was.
Then I made a random selection, printed them, and laid them out on the floor.
That’s still the best way to read photographs.
Then I saw it. It wasn’t difficult.
Most of Webb’s photos have an element that divides them in two parts, left and right.
It’s a compositional tool that allows the photographer to give an order to the story.
It’s a guideline that helps us interpret complex pictures that are full of micro-situations. Together, they form scenes of layered interpretation.
I was thinking about this phenomenon of division between one picture on the right and one on the left.
Something came to mind that might make sense. It’s just my personal, debatable approach, but I hope it’s interesting.
There is a special technique that psychotherapists use to access a deep-lying level of the subconscious in order to unblock and reprocess traumatic memories.
It’s called EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). By moving the eyes right and left, the two hemispheres of the brain are stimulated to connect with each other, offering the possibility of re-elaborating memories, feelings and experiences.
To me, Webb’s photos that are divided in two seem to contain an extra, deeper level, asking to be uncovered, like an ancestral memory.
In his portrayal of daily life, situations and events, Webb goes well beyond straightforward narration.
He sees, recognizes and creates archetypes in which all of us can see ourselves.
All pictures: Alex Webb/Magnum.
To know more:
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP3=CMS3&VF=MAGO31_10_VForm&ERID=24KL53Y_H
Click on the pictures to enlarge.
Bravo Socio!
RispondiEliminaDa tempo ho i libri " La sofferenza della luce" e " Istambul " e ho trovato molto interessante la tua chiave di lettura delle foto.
RispondiEliminaIo, leggendo questo post, mi son commosso. Mi si è aperto come un.... chakra! La porta di un mondo nuovo, tutto da esplorare.
RispondiEliminaG-R-A-Z-I-E!!