Equestrian Time magazine




“Prima che alla fotografia avreste dovuto darvi all’ippica!” dico – provocatoriamente - ai miei studenti che fanno faccia di non capire.
Ma montare a cavallo e scattare un ritratto hanno tanto in comune: In entrambi i casi si tratta di far agire in un armonico insieme due caratteri, due volontà, che per loro natura e ruolo possono divergere. Ci vuole tecnica, certo, ma anche sensibilità, empatia, pazienza e, quando serve, mano ferma.
Significa saper usare il minimo comando necessario per ottenere il massimo risultato. Imporre il proprio volere magari facendo credere all’altro che è lui ad imporsi.
Un sottile gioco di persuasione, dove il segreto, per evitare sgroppate, è dare.
Dare una direzione, un impulso, una carezza, ma soprattutto uno sguardo, perché, il cavallo, così come chi stai inquadrando nel tuo mirino, andrà dove tu stai guardando.


Pomarance, agosto 2019
La foto è di Greta Gandini.





Qui sopra le pagine che "Equestrian time" mi ha dedicato, con una intervista a cura di Caterina Vagnozzi e alcune mie fotografie a tema equestre tratte da Details USA e Max.





Da un servizio di moda per Details USA, Pantelleria, 1996.










"Urban cowboy" Capalbio, 1987, MAX magazine, Italia.




Bonus track:



Il torero Joselito monta il suo andaluso "Huerfano" nella sua tenuta di Talavera de la Reina, Spagna 1989.
Uno scatto non pubblicato dalla rivista.


"Urban cowboy" Milano, 1987, MAX magazine, Italia.

"Una testa di cavallo tatuata"

Un'intervista di Caterina Vagnozzi per
Equestrian Time magazine
Ottobre/Novembre 2019

Grazie al direttore Fabio Petroni.

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