The interview: Leah Arwen, "scattina da spiaggia" in Cesenatico.

Al Si Fest ho conosciuto Leah, giovane appassionata di fotografia reduce dalla sua esperienza di "scattina da spiaggia".
Ero curioso, e ho trovato le sue risposte interessanti.
L'umiltà è sempre una buona lezione.

(I visi delle persone nelle sue fotografie sono obliterati per ovvi motivi di privacy)



Leah Arwen @ work.

T.T: Ciao Leah, questa estate hai fatto la “scattina” da spiaggia. Come definiresti questa esperienza e cosa ti ha lasciato?


L.A: Ho migliorato il rapporto con le persone che non sono solita frequentare, ho abbattuto alcuni paletti o limiti che alloggiavano nella mia mente.
Mi ha insegnato che, se le persone non sanno "chi sei", tu sei una nullità qualunque che è li per vendergli qualcosa, la foto in questo caso.
E' stata una buona scuola di umiltà... Magari la sera prima sei a Milano a scattare il concerto di Lenny Kravitz e il giorno dopo in spiaggia sei trattata come una che vende tappeti...

Mi lascia il ricordo della bassa marea alle 8 del mattino, con la spiaggia ancora semi vuota... le chiacchiere con le signore anziane, con i ragazzi del salvataggio in torretta e, la parte più bella, i baci e le conchiglie in dono dai bambini.
Mi ha lasciato energie positive, anche se spesso non ce la facevo più o non sopportavo alcune persone poco cordiali, posso dire che è stato positivo.
Anche se non so se lo rifarei... Una volta sola forse basta per conservare un buon ricordo.




T.T: In che cosa consisteva esattamente il tuo lavoro?


L.A: Scendevo in spiaggia verso le 8:30 e iniziavo a scattare, i bambini, in particolar modo, chiedendo a chiunque.
Passeggiavo avanti e indietro, in una striscia di spiaggia di circa 1 km, sia sulla riva che passando tra gli ombrelloni, e poi…. chiedi, chiedi, chiedi...e quando va bene scatti, scatti, scatti!
Facevo circa 10 scatti a persona. Alcuni ti chiamavano anche per farli... In questi casi ovviamente il lavoro è facilitato e puoi scattare anche di più... oppure alcuni bimbi dopo 3 o 4 scatti non volevano più saperne, ed eri fortunato se ne avevi 2 buone foto...


T.T: Quali sono le regole perché una foto “venda” in spiaggia? C’è un modo di farle che viene recepito meglio di altri?


L.A: Saper costruire un bel rapporto con il cliente: Ci vuole tanta simpatia, saper chiacchierare, giocare con i loro bambini, e poi fare delle "belle" foto-ricordo, quelle che loro, pur avendo una compatta con schermo a 17 pollici, non sarebbero in grado di fare per mancanza di gusto nella composizione, nel taglio e prospettiva. La formula che usavo solitamente era: "Ciao!! La facciamo una foto a questa bella bimba?" :) condito con un mega sorriso...





T.T: Quali sono i clienti “tipo” ?

L.A: Ci sono quelli che ti guardano e ti sorridono, ti invitano a domandare, ma la risposta è sempre no, ci sono quelli incazzati, anche in vacanza... e pensi che ti diranno di no... Invece ti lasciano lavorare tranquillamente. Quelli che non ti rispondono neanche, trattandoti con indifferenza, quelli che sono tranquilli e disponibili e ti fanno fare diversi "set" durante la loro vacanza, perchè hanno soldi da spendere, o quelli che ti fanno fare diversi "set" e comprano solo due foto perché di soldi ne hanno pochi.
Vedi bambini esteriormente bellissimi, pieni di giochi inutili, ma con una tale indifferenza verso tutto, che si divertono a prendere e torturare granchi... e i genitori lasciano che tutto ciò accada... e vedi altri bambini, con forme di handicap fisici, e quindi non belissimi per la società, che riescono a divertirsi anche solo giocando con l'acqua e la sabbia, con sorrisi ed occhi che ti rimangono nel cuore.
Oppure i bimbi costretti a far le foto quando non ne hanno assolutamente voglia, e sentire frasi raccapriccianti da parte dei genitori, del tipo: "se fai le foto ti compro quella macchina che hai visto al negozio" "se non fai le foto, niente gelato" e poi e poi... queste sono quelle standard...


T.T: E’ complicato oggi, con le leggi sulla privacy o con la spiccata sensibilità delle persone verso le fotografie scattate ai minori?

L.A: Molte persone vivono di media e Tv, quindi è difficile fargli capire che stai veramente lavorando e hai tutti i permessi del comune, e che quelle foto verranno stampate solo per loro e poi cestinate. Nessun sito, nessun giro nel web, nulla di tutto ciò, ma spesso hanno paura e non si fidano!




T.T: Quanto tempo hai lavorato ?

L.A: Ho lavorato 2 mesi e mezzo

T.T: E quanto hai guadagnato?


Poco, ma in effetti non mi sono impegnata come avrei dovuto e l'ho presa molto alla leggera per non stressarmi troppo. E’ davvero difficile doversi vendere ogni mattina, entrando nelle vite altrui, con una faccia tosta che non ti appartiene...
Guadagnavo circa 750 euro ogni due settimane. Lavoravo 3 ore al mattino e 3-4 ore di sera, senza orari precisi e potevo gestirmi il mio tempo.
Avrei potuto fare di più, ma io non volevo fare le cene o le feste negli alberghi. Altri fotografi, che lo facevano, guadagnavano anche 500 euro in due ore, in una sera…



The interview:
Leah Arwen
photographer at Cesenatico beach.

Click on the pictures to enlarge.



2 commenti:

gio ha detto...

ho iniziato a lavorare e ho aperto facebook trovando questa piccola chicca di vita,
è dura in questo periodo come dev'essere stata dura x Leah iniziare la sua giornata di scartina,
ma la sua umanità mi fa sorridere e iniziare con buon umore la giornata,

gio ha detto...

ho iniziato a lavorare e ho aperto facebook trovando questa piccola chicca di vita,
è dura in questo periodo come dev'essere stata dura x Leah iniziare la sua giornata di scattina,
ma la sua umanità mi fa sorridere e iniziare con buon umore la giornata,