Gomorrah girl>Valerio Spada



Un libro fatto di storie che si incrociano.
La copertina ti spiazza proprio. Perchè porta in copertina la foto di una copertina. La copertina di un fascicolo della polizia scentifica sull’uccisione di una ragazza, Annalisa Durante, morta accidentalmente durante un conflitto a fuoco a Forcella un’area di Napoli sotto l’egemonia della famiglia Giuliano.



“Gomorrah Girl shows the problems of becoming a woman in a dangerous, crime-ridden area,” says Spada, who studied in Milan and has worked as a fashion photographer. “At age 9 they make themselves up as TV personalities and dream of becoming one of them. At age 13 or 14 they often become mothers, skipping the adolescence which is lived fully everywhere else in Italy.”

"Gomorrah Girl parla del problema di diventare una donna in una pericolosissima zona dell'Italia." Dice Spada, che ha studiato a Milano e in passato ha lavorato come fotografo di moda. "A 9 anni si mettono giù come le tipe della TV e sognano di diventare come loro. A 13 o 14 spesso diventano madri, bruciando un'adolescenza che in altre parti d'Italia i ragazzi possono vivere pienamente.



The story comes together in the books innovative design—Spada’s own documentary photographs, along with a smaller book of photographs detailing the police investigation, are bound together.
Captions offer details into the personal tragedies suffered by the subjects alongside stone-cold factual information provided by police evidence.

Spada infila le sue foto, corredate da didascalie che raccontano le sofferte storie dei protagonisti, nel fascicolo che riporta la cruda enunciazione dei fatti e dei reperti balistici descritti dalla polizia.



Spada, says the book’s design, which he worked on with Sybren Kuiper, was the result of circumstance. He had wanted to take pictures of the original murder evidence, but the Italian police denied him permission. Handing over photographs of the crime scenes, “the police told me, ‘If you want, you can take pictures of the pictures.’

Spada dice che la struttura del libro, creata insieme a Sybren Kuiper, è stata decisa dagli eventi. Spada voleva fare le foto dei reperti originali, ma la polizia gli ha detto di no, "Se proprio vuoi puoi fotografare le nostre foto"



I remember I was depressed, thinking, ‘I cannot get what I want,’” says Spada, “But I shot every single page. And while I was shooting, all was clear once again. This had to be a book within a book.”

"Ricordo che ero depresso" dice Spada, "Non potevo fare quello che volevo, però ho comunque fotografato tutte le pagine del fascicolo. E mentre lo facevo tutto mi è apparso finalmente chiaro. Doveva essere un libro dentro ad un libro".



I’d spent nearly three years traveling to Naples in search of a story and during one trip I met Giovanni Durante, Annalisa’s father, and he told me the story about his daughter. Giovanni still owns and works in the same store in Forcella. Every morning he brings breakfast with milk to his daughter's grave.

"Ho passato tre anni andando a Napoli cercando la chiave di una storia, e durante uno di questi viaggi ho incontrato Giovanni Durante, il padre di Annalisa. Giovanni lavora ancora nello stesso negozio di fronte al quale la figlia è stata uccisa e tutte le mattine le porta la colazione sulla tomba."




Enfin, Valerio Spada se confronte au portrait de ces tout juste adolescentes. Et l'on imagine la patience et la délicatesse dont il a du faire preuve pour gagner leur confiance.

Valerio Spada si è cimentato con i ritratti di queste ragazze appena adolescenti.
E possiamo solo immaginare la pazienza e la delicatezza di cui ha dovuto dare prova per guadagnarsi la loro fiducia.




Dans ce cadre sordide, Valerio Spada parvient à capter cet instant insaisissable ou une petite fille devient une jeune fille. Même si le cadre et le dispositif n'ont rien à voir, on songe par instant à Rineke Dijkstra

In questo sordido ambiente Valerio Spada arriva a cogliere quello sfuggente istante in cui una bambina diventa una ragazzina. Anche se le inquadrature e le modalità sono molto diverse, queste foto ci fanno pensare a Rineke Dijkstra.



Valerio Spada dit avoir été attiré par "l'incroyable force de leurs regards, par leur capacité à juger plus vite que quiconque du bon et du mauvais."

"Sono stato attirato dall'incredibile forza dei loro sguardi, dalla loro capacità di giudicare, più velocemente di chiunque altro, il bene e il male." Valerio Spada.



Questo libro è necessario.
Emozionante, innovativo, coraggioso, poetico, crudo, atroce, vero, intenso, irripetibile. Per me un capolavoro.
Toni Thorimbert.







Gomorrah Girl se clôt sur le portrait du "Tueur de Scampia". Perché sur son scooter cet homme de 31 ans a purgé une peine de 12 ans pour un meurtre commis alors qu'il en avait 19. Éternel recommencement.

Gomorrah Girl si chiude sul ritatto del "Killer di Scampia". Quest'uomo di 31 anni, fotografato in sella al suo scooter, ha scontato una pena di 12 anni per un omicidio commesso quando ne aveva 19.

Gomorrah Girl ha vinto il gran premio PHOTOGRAPHY BOOK NOW per il miglior libro autoprodotto del 2011.

Le didascalie sono liberamente tratte e tradotte dal sito di Valerio Spada:
http://www.valeriospada.com/

In Italia si trova da:
MiCamera, Milano
Galleria Carla Sozzani, Milano

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Io Donna: The "Pret-a-porter" issue photographed in the island of Stromboli.





















Io Donna
"Libere Tutte"
Photographed by Toni Thorimbert
Styled by Silvia Meneguzzo
Hair: Gianluca Guaitoli
Make up: Roman Gasser
Model Zuzana


In edicola fino a Venerdì 23 Settembre.

Qui sotto, "Stromboli 8.57 PM" il video del backstage.

STROMBOLI 8.57 pm from Toni Thorimbert on Vimeo.



Riprese: Giorgio Serinelli
Montaggio video: Alessandra Canteri


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Rewind>Fast Forward. Si Fest. No Panic Gallery.

Difficile raccontare.
No Panic è un atteggiamento. Si, ma quale?
Fortunatamente, non si può spiegare. Lo puoi sapere, te lo puoi sentire dentro, ma non sai veramente perchè. Questa mostra era 100% No Panic.
Rewind. Tornare indietro nel passato. Fast Forward, proiettarsi nel futuro. Bum-bum.
Chico De Luigi, senza mettere nemmeno una sua foto, compone una mostra personale ed intima tenuta insieme, tra passato e presente, tra arte, fotografia e provocazione, con il solo collante del sentimento.
ma non c'è nessuna nostalgia qui. Questa è gente tosta.
Che però è stata anche questo. Che ancora oggi è tutto questo.
Poteva essere niente, invece era quello che mancava.
La storia.





L'installazione di Jacopo Benassi. Video straordinari. il blog Talkinass in tempo reale.



"Le colazioni" di Giovanna Calvenzi. bellissime. La storia che ti passa davanti. e qualche gigante della fotografia davanti ad una tazza di the.




Di nuovo Giovanna, fotografata negli anni settanta da Marcella Campagnano per il progetto "L'invenzione del femminile: I ruoli"




Gabriele Basilico. Autoritratti (scattati da Giovanna) vestito da donna. Anni settanta.



Toni Thorimbert: autoritratti e fotografie scattate da altri ( Basilico, Calvenzi, Lilli Barchiesi, Franco Battiato, Fausto Melotti e molti altri) dagli anni settanta agli anni novanta.



Il collegamento "Live" via Skipe con Ando Gilardi.




Visione d'insieme della mostra con la frase di Gilardi: "Meglio ladro che fotografo"


Qui sotto un video di Raffaele Murani girato al Si Fest. Verso la fine una mia breve intervista sulla "passione per la fotografia".

NOPANIC GALLERY - SIFEST 2011 from Rafux on Vimeo.




Poi, prima e durante, fino all'alba, è successo di tutto - a tutti.
Il SI FEST non si può nemmeno fotografare.
Bisogna per forza esserci.
Bellissimo.

SI FEST
Savignano sul Rubicone

9/10/11 Settembre 2011
http://www.savignanoimmagini.it

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Lorenzo Jovanotti: the cover story for the September issue of Riders magazine.

Dice: Quando tutti guardano da una parte, bisogna guardare dall'altra, dalla parte più opposta.

Uomo amabile.

Quando potrebbe salire in macchina e andarsene, magari facendo simpaticamente ciao con la manina, no. Traversa la piazza e va a salutare le signore del paese che lo hanno visto. Si sono radunate fuori dal negozio della parrucchiera. "Ma sei dimagrito" gli fa una, e l'altra: "sei più bello dal vivo".

Vero. E poi, è alto Lorenzo. Più alto di come te lo immagini. Ogni volta che lo incontro è un po' più alto.













Qui sotto il backstage:















Riders
September issue

Lorenzo Jovanotti.
Photographed by Toni Thorimbert

Fashion Editor Filippo La Bruna
Photo Editor: Stefania Molteni


Backstage photography by Giorgio Serinelli.

Grazie a Roberto Rossi per la location e per i motorini.

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Haiti>Rava>Vhernier>Colombari>Thorimbert




Martina Colombari photographed by Toni Thorimbert. Milano, 15 April 2011
Lay-out and art direction: Studio Da Pozzo, Milano.
Published Monday 5 September. Corriere della Sera.

Un anello per salvare una piccola vita.

Anello Pirouette
Argento oro e rosa.
Serie limitata.
Euro 970,00.
L'acquisto di ogni anello permetterà di devolvere 450,00 Euro, somma pari al costo di un'operazione chrurgica pediatrica all'ospedale di St.Damien di Haiti.
L'anello è disponibile nei negozi Vhernier e su prenotazione a info@vhernier.it

Qui sotto, il backstage fotografato da Claudio Rizzolo.




Fondazione Francesca Rava
N.P.H. Italia.
http://www.nph-italia.org


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FOTO Cult magazine, August issue.







Qui sotto una versione dell'intervista leggermente editata:

Romanzo minimale

Intervista di Emanuela Costantini.


In che modo ti sei avvicinato alla fotografia?
È successo grazie a mio padre che era un grafico
pubblicitario e un artista. Anch’io disegnavo bene,
così mi sono iscritto ai corsi di grafica della Società
Umanitaria a Milano, dove ho scoperto che c’era anche
un corso di fotografia e ho deciso di seguirlo. È
stato in quel periodo che mi sono avvicinato a scelte
culturali nuove per me. Ho imparato ad apprezzare il
cinema di maestri come Buñuel e Antonioni, ho assorbito
avidamente la loro lezione.

Nei primi anni della tua carriera eri un fotografo di
reportage, impegnato soprattutto nella fotografia
sociale. Era la seconda metà degli anni Settanta,
un periodo difficile nella vita sociale e politica
italiana. Cosa riprendevi in particolare?

Scattavo soprattutto immagini di attualità, il più
delle volte si trattava di cronaca nera. Erano le foto
più richieste dai giornali. La gente moriva in piazza
per mano di un non meglio identificato “nemico”,
durante manifestazioni di protesta che spesso sfociavano
in scontri molto violenti. Purtroppo mi è
toccato fotografare anche molti funerali. Erano gli
anni oscuri del terrorismo, delle stragi.

Poi sei passato alla moda e alla pubblicità,
settori molto diversi da quelli dei tuoi esordi.
Perché questo cambiamento di rotta?

Sono cresciuto in periferia. Non sapevo nulla della
moda e il made in Italy ancora non esisteva. La
società, la cultura estetica evolvevano a grande
velocità. Le aziende crescevano e avevano bisogno
di far conoscere i loro prodotti, di elaborare
strategie di comunicazione per farsi largo nel
mercato. Ho ottenuto le prime commissioni importanti
dalla Mondadori e dall’IBM ai quali avevo
mostrato il mio book: una scatola riciclata di
carta fotografica Agfa in cui avevo sistemato le
foto scattate ai miei amici nei week-end.

Pensi sia stata la scelta giusta?

Sono un fotografo. Mi esprimo attraverso questo
linguaggio. Faccio sempre e comunque del reportage,
sia quando realizzo un servizio di moda sia
quando ritraggo un personaggio famoso per una
copertina. I miei scatti sono sempre legati alla
realtà, alla vita, alle persone e alle loro relazioni.

Cosa vuol dire fare un ritratto?

Testimoniare una relazione, mettendosi in
gioco personalmente.

Preferisci ritrarre un personaggio abituato a posare
davanti alla fotocamera o uno sconosciuto?

Non fa molta differenza per me. Però a volte trovo
più complicato stabilire una relazione fresca e
immediata con chi è troppo abituato a farsi fotografare
per motivi professionali o con chi è troppo
consapevole e padrone della propria immagine.

Come realizzi un servizio di moda? Da cosa
parti? Quali aspetti – fotografici e non – consideri
nel predisporre lo shooting?

La fotografia di moda è un lavoro d’équipe in cui
l’apporto di ognuno è fondamentale per il
buon risultato finale. Nei servizi cosiddetti “redazionali”
l’input parte generalmente dal giornale
e dal redattore. Sono loro che stabiliscono
il tema del servizio. Su questa base si costruisce
l’impianto della storia. Per prima cosa
viene deciso il cast, cioè si scelgono i modelli
e le modelle. Poi si procede con il resto. Un
altro aspetto importante da decidere nelle prime
fasi del lavoro è se la ripresa verrà fatta in
studio o in esterni. Ognuna di queste varianti,
infatti, ne comporta altre legate all’attrezzatura
e alla logistica, quindi agli spostamenti delle
persone e al trasporto di ciò che occorre per
allestire il set. Nelle pubblicità di moda, se la
messa a punto di una creatività non è già
compito di un’agenzia pubblicitaria o di un art
director, sono spesso chiamato a studiare anche
il tema creativo della campagna.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di lavorare
in studio o in esterni?

Lo studio corrisponde alla mente. Gli esterni,
invece, sono più vicini alle emozioni e al cuore.
Ma, naturalmente, come spesso accade in fotografia,
può essere vero anche il contrario. In
studio nulla succede senza che tu ne sia il motore.
In esterni, invece, può succedere di tutto.
Sta al fotografo saperlo cogliere e interpretare,
ma soprattutto utilizzare a suo vantaggio.

Di quali altre figure professionali ti avvali?
Ascolto i consigli e i pareri di tutti coloro che
generosamente mi aiutano. Alla fine io tiro le
fila in situazioni create in buona parte da altri
e le inquadro in una mia forma visuale, interpretandole
nel mio stile e nel mio linguaggio.



Nel realizzare un ritratto, come procedi?
Su quali aspetti del soggetto ti soffermi?


Il ritratto è un’esperienza in cui occorre met-
tersi in gioco profondamente, senza remore
né pregiudizi. Quando scatto, a livello conscio
non so mai esattamente cosa sto facendo.
Credo in un’impeccabile organizzazione preventiva
e nella devozione alla verità del momento.


Pensi che la fruizione di immagini dal web
abbia portato cambiamenti nel linguaggio
e nell’estetica della fotografia?


Le immagini sono ovunque, ma le buone fotografie
sono nei posti migliori.


Come pensi sia evoluto il linguaggio pubblicitario
negli ultimi decenni?


Purtroppo mi sembra che sia evoluto in peggio.
Salvo rare eccezioni, la pubblicità è diventata
il regno delle immagini iperboliche,
senza sentimento, quindi vuote e superflue.

Com’è composta la tua attrezzatura?

Scatto con varie macchine digitali, principalmente
reflex professionali Canon, e con una
Rolleiflex biottica a pellicola. Tengo a portata di
mano solo ciò che mi serve durante lo shooting,
nulla di più ma neanche nulla di meno.
Questo mi permette di ottimizzare il mio tempo
e di muovermi agevolmente sul set.

Per chi non avesse a disposizione uno studio
fotografico ma volesse cimentarsi nel
ritratto, che tipo di attrezzatura di base
consigli, senza spendere un patrimonio?


Per fare un ritratto non serve uno studio. Sarei
tentato di dire che non ci vuole nemmeno
una fotocamera, dovrebbe bastare uno
sguardo… Ma volendo tornare con i piedi
per terra e dare qualche indicazione pratica,
per iniziare suggerirei di utilizzare un obiettivo
abbastanza lungo e di impostare un diaframma
molto aperto, scattando alla luce naturale.
Generalmente, in ombra c’è sempre
una buona illuminazione e se portate il vostro
soggetto ad esempio nell’androne di un
palazzo, vi renderete conto che in quella situazione
ci sono già tutte le possibilità tecniche
per ottenere un buon risultato. Però, ripeto,
in questo tipo di immagini è importante
scattare con gli occhi, non con la macchina
fotografica.

I tuoi prossimi progetti?

Continuare a imparare, stare bene e divertirmi.
Non potrei desiderare altro per la mia vita.


FOTO Cult
August isssue
"Romanzo Minimale"
An Interview with Toni Thorimbert by Emanuela Costantini.


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A "vintage" Vasco for Vanity Fair. Photographed - some years ago - by Giordano Morganti and Toni Thorimbert.



The cover: 1993. By Giordano Morganti




1993. By Giordano Morganti.




Las Vegas 1991, Torino 1996. By Toni Thorimbert.



Snaps from Vasco Rossi private album.



Rimini, 1985. By Toni Thorimbert.

Bella storia.

Thanks to Tania Sachs and Marisa Zanatta.

Vanty Fair Italia, in edicola fino al 7 Settembre 2011

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