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Avedon. Praticamente lui E' la fotografia moderna.
Anche un cannibale però: nella sua incredibile carriera ha innovato drasticamente, e senza pietà, tutti i generi nei quali si è cimentato: la moda, il ritratto, il reportage. Tanto che alla mostra di FORMA c'è un cartello che vi avverte: Attenzione! Non avvicinatevi troppo alle fotografie: Mordono!
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La galleria FORMA svolge, nel panorama degli spazi italiani dedicati alla fotografia, una meritevole funzione divulgativa e didattica. In un paese dove, a livello di massa, il signor Corona è probabilmente il più famoso fotografo italiano, ( se non del mondo, e questo senza neppure essere fotografo) non è missione da sottovalutare.
La mostra di Avedon merita ovviamente di essere vista, e io spero che intere scolaresche ci vadano, ma a mio parere, davvero non è perfetta.
Le stampe sono belle, ma non si sa da chi e sopratutto quando sono state stampate. Le didascalie ci informano che sono ai sali d'argento. Un pò poco per questa mostra, venduta come la retrospettiva epocale di un autore come Avedon. Di alcune si indovina che sono "vintage", o comunque "vecchie", e, dato che alcune sono firmate, sono sicuramente state stampate quando Avedon era in vita. Ma queste sono solo congetture, perchè non ci sono altre informazioni in merito. In generale, la sensazione è che l'opera di Avedon sia molto, troppo più "grande" di FORMA, sia come mero spazio fisico, sia come capacità di gestire la presentazione di un autore così prolifico e complesso, e la mostra appare, specialmente per chi ha avuto la fortuna di vedere, nel 1995, la mostra allestita dallo stesso Avedon a Palazzo Reale, come un'occasione minore e mancata, come un romanzo fatto di parole bellissime a cui manca una valida trama. Forse quattro anni dalla sua morte sono troppo pochi per una significativa riflessione sull'archivio del più grande fotografo professionista di tutti i tempi.
(A proposito di professionismo, vorrei tanto tacere della saletta (nera) dedicata a Versace, ma non ci riesco. Francamente il lavoro di Avedon per Gianni Versace meritava qualcosa di meglio. Mi sbaglio o in fondo sarebbe bastata una sola foto, che so, uno di quei mitici, irripetibili gruppi di modelle e modelli, ma grande come le altre, stampata come le altre e comunque proposta con la stessa autorale dignità delle altre, e non quella "simpatica" accozzaglia di foto trasmesse random su tre monitor dai colori metallici appesi al soffitto come in una camera d'albergo a buon mercato!). Molto altro ci sarebbe da dire, ma mi fermo qui per non infierire. Se avete visto la mostra e avete commenti, sono benvenuti.
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Il giorno della morte di Richard Avedon, il primo ottobre 2004, ho cliccato sul suo sito: Lo schermo è diventato nero. Nessuna scritta o suono: solo uno schermo nero. Emozionante e potentissimo messaggio, come se, morto Avedon, fossero sparite non solo le sue immagini, ma tutte le immagini del mondo.
Nell'immagine qui sopra e perchè no, a dispetto di tutte le mie critiche sull'allestimento della mostra, la foto della Monroe vale lei da sola più di tutti gli (inutili?) discorsi del mondo. Vederla dal vero vale davvero la pena.
RICHARD AVEDON
FOTOGRAFIE
1946
2004
FORMA
Centro Internazionale di Fotografia
Milano
Dal 13 Febbraio all'8 Giugno.
Per saperne di più:
www.formafoto.it
www.richardavedon.com
www.culturagay.it/biografie.
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