"L'errore fotografico (the photographic error)" By Clement Cheroux. A very good manual of "wrong" photography



Un libro molto interessante.
Forse il miglior manuale di tecnica fotografica attualmente in commercio.
Tra i più grandi "erroristi" della fotografia, il libro cita e commenta estesamente l'opera di molti nomi illustri: Man Ray, Lisette Model, Lee Friedlander, Ugo Mulas, Andreè Kertèsz, Lartigue.
Molte le illustrazioni, gli aneddoti e le scoperte interessanti come ad esempio, la storia di un grande concorso nazionale in Francia, nel 1991, intitolato "Fautografique" (un gioco di parole tra "Faute" cioè sbaglio e fotografia) concorso che conobbe un enorme successo di pubblico, migliaia di partecipanti e famosi curatori e critici al lavoro per cercare di decifrare il fenomeno dello "sbaglio" fotografico.
Il libro inzia bene, con una frase di Diane Arbus:
"E' importante fare brutte fotografie": Una frase semplice, a mio avviso verissima, ed efficace.
Da qui in poi il libro snocciola una lunghissima serie di casi, dai più banali ai più ricercati, andando a dimostrare come quello che viene comunemente definito "errore fotografico", e cioè la trasgressione alla norma tecnica e al codice estetico dominante in quel momento storico, sia in realtà la linfa vitale dello stesso concetto di progresso fotografico.
Naturalmente il libro ben distingue dall'errore inconsapevole, casuale, e quindi in se, di nessuna rilevanza culturale, da quello ri-cercato volutamente dai fotografi, dagli autori e dagli artisti che vengono sedotti dalle infinite possibilità espressive dell' "errore", attraverso l' uso distorto e inusuale delle ombre, dei riflessi, del mosso, dello sfuocato, dell'inclusione casuale di oggetti, dall'angolo di ripresa.

Qui sotto solo qualche esempio e qualche pagina tratta dal volume:



Lee Friedlander: Una foto del 1966.
Uno dei miei autori preferiti. Tra i primi a includere, con costanza ed intenzione, se stesso nellle sue inquadrature e nel suo mondo fotografico, attraverso la sua ombra e il suo riflesso.



Lisette Model, 1939/40
Riflessi in una vetrina.



Ancora ombre in una composizione "astratta" di Man Ray. 1937



Tim Walker: Doppia Pagina estratta da Vogue Italia, 1998.
Il servizio di moda si intitolava "Fotoamatore a Londra" e consisteva in una stupenda serie di fotografie "strane" e in una ironica lista di avvertimenti riguardo a "sbagli" da non fare: "Considerate la composizione" o, a sinistra: "attenzione alle macchine che passano!"




Se i fotografi hanno spesso nutrito il loro linguaggio con voluti, ma spesso controllati errori fotografici, gli artisti, specie negli anni '90, e con ancora più spregiudicatezza, hanno fatto dell'errore "il" loro stesso linguaggio, caratterizzato solitamente da una scarsissima cura tecnica.
Qui sopra la copertina di un libro d'arte di Paul Graham che enfatizza come "punctum" dell'immagine proprio quell'"occhio rosso" che le macchinette digitali moderne cercano di evitare con tanto di dispositivo tecnologico incorporato chiamato appunto "anti-occhi-rossi".



E per finire, un'opera di Benjamin Vautier " Non esistono foto errate" che in un certo senso contraddice l'esistenza stessa di questo libro, e di questo problema. Se non esistono foto sbagliate non esiste neppure questa riflessione.
Ma in realtà prendere in esame la fotografia errata serve di fatto a tarare la fotografia e il suo linguaggio.

Il libro è ben documentato, pieno di citazioni e note, tanto da meritare di essere letto più di una volta, magari anche a capitoli, un pò per il suo peso specifico non leggerissimo.
L'autore è francese, senz'altro preparato e colto, ma purtroppo non esente dalla spocchia di chi, pur approfondendo in toto un argomento sembra dire " comunque di solito io mi occupo di cose ben più importanti"...Vizietti d'oltralpe che non rovinano il piacere assoluto di imparare quanto la strada dell'errore sia molto più sensuale e conturbante del perbenismo tecnico imperante.
Walk on the wild side....

Clement Chèroux
L'errore fotografico
Una breve storia
Einaudi
Euro 18,00.

10 commenti:

Giulio ha detto...

Davvero interessante. L'errore, in ogni campo artistico, può essere sempre fonte di riflessioni interessanti. Cercherò il libro da Feltrinelli, peccato per il prezzo elevato. Colgo l'occasione per farti i complimenti, ho scoperto il tuo blog da poco ma lo trovo una lettura piacevole, anche per le tue otime foto e i tanto retroscena che racconti :)

Anonimo ha detto...

Teacher Thorimbert ... é mitico!!!

anonimo Maria

Anonimo ha detto...

I was forgetting...merci beaucoup!!!
I will buy and read it straight away...

bye bye
anonimo Maria

Anonimo ha detto...

you write many interesting subjects and I am thinking about...

something amazing... is that you don' t talk just with photography but with words too...and it's really a pleasure even read the way you develop the idea of photography...

It's wonderfull put together ideas and images... ... your experience through the time is really precious and I am really glad to read your knowledge about photography...


What is amazing, fascinating, charming is the idea behind the photography. It's like a fairy travel...in a way photography can be a fairy...a tale, news, a thinking...

In qualche modo la fotografia é una favola, un pensiero, un'illusione, é un mondo
E' la complessita' che é mostrata nella fotografia che ha fascino...
almeno per me

Pensavo sempre a qualcosa di piu'...c'era sempre qualcosa che mancava il senso di qualcosa... un puzzle in cui mancava un tassello e stamattina leggendola ho letto cio' che mancava...
é esattamente cio' che intendo per fotografia...naturalmente approfondiro' cio' di cui ha scritto e non le porto via piu' tempo...thanks a lot

Thorimbert empirico perché?

anonimo Maria

Alessandro Bianchi ha detto...

Trasgredire con buon gusto, inserire l' errore giusto, ben misurato, stare sul limite e non precipitare, scamparla per un pelo...
Son tutte cose che fanno di un fotografo un grande fotografo.
Toni, anche in questo sei un fuoriclasse!!!

Toni Thorimbert ha detto...

Empirico e/o istintivo. Perchè mi annoio, o perdo la concentrazione, molto presto per cose troppo precise, matematiche o complicate da seguire...Grazie Giulio per seguire il blog e per il tuo commento...

Anonimo ha detto...

Per trovare la mia identita' ho ucciso la matematica, la precisione... per trovare me stessa riflessa in uno specchio e riconoscermi, ritrovare la mia essenza....essenza diversa da cio' che altri volevano riflettere nello specchio...

...é difficile cambiare ...ora é un momento di cambiamento...ma i suoi post mi hanno dato energia, umanamente é una bellissima persona oltre ad essere un bravissimo fotografo, nelle sue foto si riflette la sua essenza elegante e gentile...osserva con intelligenza e sfiora con il suo sguardo i soggetti...
le sue foto sono il suo sguardo...

ma sa gia' che la stimo basta con i complimenti....

Bisogna cambiare...I have to change...

anonimo Maria

Toni Thorimbert ha detto...

Inquieta, anonima Maria.

balpa ha detto...

post molto interessante, lo acquisterò di certo.

Gianni Cataldi ha detto...

A volte serve un cavallo di troia per affrontare tematiche scomode, come solo un grande autore sa fare....‘Walk on the Wild Side’.....Grande Toni.
Un abbraccio
Gianni