The privilege to be a photographer: Vasco Rossi for the cover of Io Donna magazine

Brutto, talmente brutto da non essere nemmeno fotogenico: L’albergo dove Vasco e la sua band prova i pezzi della prossima tournè è una specie di condominio giallo ocra in mezzo alle rotonde della provinciale che porta a Ferrara. C’è una piscinona, un bowling per bambini con i paperi alle pareti, ci sono tante stanze, o saloni dove - quel giorno è Domenica – della gente in tuta balla la “baciata”. Poi - in fondo - c’è la sala prove. Ci si arriva dal retro. Vasco scende dalla sua stanza e prende la Bentley per fare i venti metri che potrebbe fare comodamente da dentro l’albergo. Ma - è giusto - bisogna accontentare i cento fans che stazionano da ore accampati là fuori.



Comunque, portare a casa la copertina.
Come?, ma sopratutto: Dove?

Mi guardo in giro un pò sconsolato.
Maurizio (Varotti, direttore creativo di Io Donna. N.d.R) dice che no, il fondale non lo vuole mettere.

Gli piacerebbe il cielo, forse.

Ma il cielo oggi è difficile, troppo lontano.

Così è nata questa copertina “africana” di Vasco. A parte lui, non avevamo quasi niente, e quel niente era brutto: La moquette verde, una parete di laminato azzurro con i profilini di acciaio, un’amplificatore.

Luce, niente di che. Un flashino. Con Vasco non è che ti metti lì a costruire dei set. Però quell'angoletto con i cavi e il "Marshall" mi ha fatto venire in mente le foto di certi fotografi africani che amo molto: Malik Sidibè. Le foto che scattava nelle discoteche negli anni ’60. Il ballo. I gesti esagerati. Poi, Kwame Apagya che fotografa le persone davanti, o meglio - dentro- a fondali dipinti a mano che rappresentano, mediamente, le loro aspirazioni: Una casa con la TV e lo stereo, un ufficio con i computers e il cellulare. E poi gli autoritratti di Samuel Fosso: Di nuovo certi gesti, e quei fondali lì fatti di niente. Non "giusti".



Malik Sidibè





Philip Kwame Apagya




Samuel Fosso

Qui sotto il resto del servizio:







Fotografare Vasco è un’esperienza. Che ti lascia una vertigine, la stanza gira.
Lui è vero, e quindi, tutto quello che è farlocco con lui non funziona.
Per me, lui vive in una dimensione - tipo - ultraterrena.
Segue un percorso tutto suo.
Per fotografarlo lo devo seguire, accompagnare, precedere. Lo devo intercettare.
Non lo puoi fermare, almeno, io non ci provo e non lo faccio. Cerco di stare nel flusso dei suoi movimenti e delle sue parole e delle sue canzoni. Scatto come se facessi, io, parte di un suo piano, divento ritmo, pedina di un suo progetto.
Lui parla, canta, fuma, si muove sempre. Torna e va. “sono ancora qua, sono ancora qua” te lo sussurra, te lo canta, poi magari te lo grida. E' un gioco, una performance. E’ Rock e lo devi ballare, sono cazzi tuoi. Lui c’è per quel secondo. Devi fare in modo di esserci anche tu.
Ma non è mica stronzo. Anzi. Se ci sei, il primo a godere è proprio lui.

Qui sotto gli scatti dal backstage di Claudio Rizzolo:





















Con Maurizio Varotti e Tania Sachs.



Vasco con Tania Sachs.







Per vedere il video dal backstage:
http://video.leiweb.it/dietro-cover-io-donna-vasco-rossi/31065e8c-8c33-11e0-a5d9-1c0fe19cff90

Click on the pictures to enlarge.

7 commenti:

Matteo Oriani ha detto...

.....il privilegio di essere una rock star: essere fotografati da un Fotografo.

Gilberto Rossi ha detto...

Grandissimo Toni, come sempre

Alessandro Bianchi ha detto...

@Toni. Questa velocità, prontezza di riflessi per entrare nel vortice Vasco e tirar fuori scatti meravigliosi e che funzionano se non vado errato è venuta fuori anche in un vecchio post sempre sul tuo blog.
Evidentemente per immortalare la "vita spericolata" bisogna, anche solo per poco tempo vivere spericolatamente.

@Matteo. Toni ha fotografato anche te, a quanto pare per esser fotografati da un Fotografo, se non si è una rock star, bisogna almeno essere un Fotografo!
Spero proprio che prima o poi Toni fotografi anche me!

Anonimo ha detto...

Belle, ma nella cover il Blasco pare liftato... impressione mia?

Toni Thorimbert ha detto...

un pò si un pò no. qualche piccola correzione c'è ma veramente lieve. Al blasco sta meglio la luce più dura con ombre forti che lo "disegnano" ma non è una luce da copertina, almeno per Io Donna. Con la luce diffusa il Blasco viene più...morbido...

maurizio ha detto...

"una splendida giornata".... anche senza cielo!!!
Maurizio

toni verità ha detto...

Bravo, bravo, bravo. Con Vasco come con tutti gli altri. Non sei il fotografo, sei la macchina fotografica stessa, come il pianista o è il pianoforte o non è niente.