Let's the images talk: "(M)other nature", a fashion essai for Io Donna magazine, styled by Silvia Meneguzzo.






















Qui sotto il backstage:



















E qui il backstage video:

(m)other nature from Toni Thorimbert on Vimeo.


(M)other nature
Photographed by Toni Thorimbert
Styled by Silvia Meneguzzo


Assisted by Rebecca Pupilella

Hair: Gianluca Guaitoli
Make up: Katja Wilhelmus

Model: Agnes Sokoloska

Backstage photography and video: Giorgio Serinelli
Additional backstage footage: Alberto Gottardo
Edited by Alberto Gottardo.


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Postcards from Capri #2


Non proprio inedite per chi mi segue su Instagram o mi è amico su Facebook, ecco una selezione di "cartoline" scattate durante le pause del mio recente viaggio di lavoro a Capri.































Postcards from Capri photographed by Toni Thorimbert.

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More from the October issue of Riders magazine, plus some postcards from Capri




L'uomo di ferro è Franco Battaini detto il "Batta".
40 anni. Collauda la Ducati che poi Valentino Rossi porta in gara.
Macina centinaia e centinaia di chilometri di pista.
Il fisico, sicuro ce l'ha.
Qui sotto una immagine dal backstage dal solito set improvvisato al circuito del Mugello.



Sempre per Riders di Ottobre, mi hanno fatto scrivere, a me, un pezzo che cerca di spiegare perchè in cima alla nuova Honda 1100 (e in copertina - vedi post più sotto) ci hanno messo me.

"Sono cresciuto a Pioltello, estrema periferia di Milano, negli anni 70.
Un posto durissimo, all’epoca completamente tagliato fuori dal mondo.
Papà era un grafico, appassionato di fotografia, e la fotografia, probabilmente, mi ha salvato la vita.
Ho iniziato scattando i ragazzi che stavano in strada, la realtà che conoscevo. Mio fratello grande aveva la moto. Un Gilera 300 che io guidavo, fuorilegge, sui raccordi della tangenziale in costruzione.
Poi Milano, meno male. Prima come assistente, poi il lavoro con i giornali: Amica, Max. Esistono ancora, ma all’epoca erano rivoluzionari. Facevo ritratti: artisti, copertine, Vasco Rossi. Avevo cavalli allora, come moto, chissà perché, una vespa noiosissima. Scattavo anche foto di moda, pubblicità. A Versace andavo a genio, la sua moda era rock. Poi Barcellona, Londra, Parigi, città bella e difficile. Negli anni ’90 la svolta, la periferia diventa il centro delle mie foto con i suoi gesti, le facce da schiaffi, i luoghi collaterali. A New York queste foto piacevano e a me, finalmente, piaceva farle, e mentre i giornali svoltavano verso calciatori e veline, ho imparato ad amarla davvero la moda, a capire gli abiti, la loro storia e il loro senso e li ho fotografati indosso a donne che amavo per quello che avevano dentro. Ora ero grandicello, stavo bene. In edicola usciva Riders: sfogliandolo mi è tornata la voglia di quelle corse in tangenziale, e mi sono preso una moto"


Qui sotto: In tangenziale a 13 anni.



Sto scrivendo questo post dalla mia stanza d'albergo a Capri.



Oggi sopralluoghi per il mio cliente.
Giornata bellissima ed estiva.
Ho scattato qualche cartolina.















Capri postcards photographed by Toni Thorimbert
Franco Battaini backstage: Giorgio Serinelli.

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Thanks Riders, this was fun!





Non ci sono foto di backstage, in questo post. D'altra parte, io ero sulla moto e Giorgio Serinelli, che di solito le scatta, questa volta era impegnato in un'impresa un tantino più complicata. Scattare al posto del "maestro" (come dice lui)

Ecco come (se) la racconta:

Toni Thorimbert: - Sul prossimo numero di Riders vado io in copertina.
Giorgio Serinelli: - Come?
T.T: - Si, la Stefania mi ha detto che hanno pensato di fare la cover con me.
G.S: - Cazzo, bellissimo! Ma chi ti fotografa…?
T.T: - Tu!
G.S: - Io?
T.T: - Si tu...Cioè, noi! La facciamo insieme.
G.S: - Mmmh…Ok!

Nel treno che va a trecento all’ora, io in seconda e lui in prima, con un messaggino ci diamo appuntamento al bar. Parlare del lavoro insieme, come quelli veri, quelli che fanno sul serio…

G.S: - Tanto sole oggi, il limbo lì è all'aperto…?
T.T: -...Eh si!
G.S: - Ma quanto tempo abbiamo più o meno..?
T.T: - Non tanto, ma lì non va quasi mai in ombra, forse più tardi, la sera.
G.S: - Ah… ok! …sai cosa? Forse potremmo farle in piena luce, non possiamo mica sempre andare dietro all’ombra...
T.T: - Si, potrebbe essere, vediamo..!

Un the, un caffè, e ognuno di nuovo al suo posto, quello che gli compete.

Quel treno vola. Dopo tre o quattro pensieri siamo già a Roma Termini e dopo mezz’ora siamo già immersi nel bianco, bianchissimo limbo all’aperto.

Outside, si chiama lo studio.



Come pensavamo, qui dell’ ombra nemmeno l’ombra, e aspettarla sembra come aspettare ansiosamente quella cosa che poi quando arriva, può troppo deluderti.
Crearla, l’ombra, era troppo macchinoso, ci avrebbe appesantito la testa e avremmo vissuto quella copertura come una restrizione, un limite.

Il bianco del fondo è interrotto solo da calcinacci che qua e la si staccano e ha delle travi in cima che con quel sole diventano magicamente il prolungamento della super marmitta Honda, una culla per la moto.
La chiave di lettura, quella che nel treno non puoi immaginare ma che poi qualcosa o qualcuno ti regala. La soluzione.


Il maestro impugna la moto e inizia a giocarci a muoversi, a muoverla, io scatto.
Lui è un po’ preoccupato.




T.T: - Dall’alto, stai più alto!
G.S: - Ok!


Scatto, scatto e lui dopo un po’ molla la moto e va al monitor, guarda…

T.T: - Non male ma dobbiamo scattare ancora, stai più largo, tienimi più piccolo.
G.S: - Mmmh…ok!

Continuo a scattare e inizio un po’ a muovermi, mi alzo e mi abbasso, mi muovo come fa lui e ad un certo punto, con lui in piedi sulla moto, lo guardo in macchina dal basso…

G.S: - Cazzo Toni, si... così sei fighissimo, è bellissima, guarda la moto, sentila!

(e tutte quelle cose che si dicono per evitare che ti dica: -Parla! cazzo, parla!))

Il maestro c’è, ma lui, c’è sempre stato. A quel punto però ci sono anche io, ci divertiamo nonostante i milioni di gradi che quel limbo ci sbatte in faccia, siamo sudatissimi e abbiamo appena iniziato.

La Stefania, photoeditor di Riders questa volta non c’è, Roberto Ungaro, il direttore, è impegnato a fare il suo: Telefonare, gestire cose, rispondere.
Non può starci troppo dietro. Insomma…siamo io e lui, in un bagno di sudore col sole allo zenit.

Il maestro scende da cavallo, guarda lo schermo, io gli indico la mia preferita, proviamo ad impaginarla e... ok, bella la cover!.



Ero felicissimo, mi piaceva, piaceva a lui e anche a Roberto, ma non sapevo che il lavoro duro doveva ancora arrivare.
Iniziamo a fare dettagli. Tagli del maestro sulla moto.

Clic clic clic, tanti clic…

Ad un certo punto dice:

T.T: - Non andiamo male, abbiamo delle immagini… Si belle, carine.
Adesso dobbiamo fare la foto però.


Ecco, secondo me la differenza tra chi è un fotografo e chi no è proprio questa: C’è chi fa delle belle immagini e chi fa “la foto”!
Al maestro gli ho visto fare sempre “la foto”, anche perché se no, lui non molla. Cazzo, sta li finchè non viene come dice lui, finche quell’espressione, quell’atteggiamento, quell’inquadratura non sono quello che ha pensato, quello che ha visto.

La giornata è stata dura, i rimproveri ancora di più!

T.T: - Cazzo stai giù!! Giorgio, Diobono, più basso! Stai col culo a terraaaa!!!! cazzo!!!!

Sudavo.

Ma ce la siamo cavata. Me la sono cavata. Alla fine ero ancora vivo e respiravo, era già un traguardo! Più pericoloso che fotografare il maestro… c’è solo fotografare il maestro mentre suda.

Mentre scattavo ho capito perché queste foto non le avrei mai firmate: Perché io senza il maestro avrei fatto solo delle “belle” immagini.

Ma, attenzione! Sto imparando in fretta...

Love, four ever...

Giorgio Serinelli.







Riders Magazine
October issue
"Honda is back"

Feat: Toni Thorimbert
Photographed by Toni Thorimbert
with Giorgio Serinelli

Shot in Rome @ Outside studios.




( Ah...Come va la moto?: Piuttosto bene, direi...)

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