Inspirations, part three

Mi ispirano le immagini che mi rendono più libero, che mi aprono porte, mi autorizzano possibiltà. Immagini molto semplici o altre più rischiose, cose molto diverse da me.
Ma mi ispirano anche le immagini che mi confermano atteggiamenti e cose che già sapevo, che stabiliscono con me complicità che mi rafforzano.
In questo post, alcune immagini, e commenti, su pagine strappate dai giornali che mi hanno ispirato nel mio lavoro e nelle mie riflessioni sul linguaggio e sulle dinamiche produttive della moda, del ritratto e della pubblicità.




Tim Walker per Love magazine.
Ecco, io qua rimango davvero basito.
Consiglio vivamente di dare un occhio alla storia completa a questo link:
http://lylybye.blogspot.it/2013/07/atlas-lion-tim-walker-love-magazine-10.html
Walker mi sembra in un momento magico.
Da guardare anche quest'altra storia, molto più "dark" - con Kristen McMenamy - al link qui sotto:
http://fashionslop.com/2012/02/08/love-magazine-issue-7-kristen-mcmenamy-by-tim-walker/
Ispirante, ma sopratutto ispirato.



Va bene, lei è Maria Carla Boscono, è bellissima, e questo fa.
Però, a ben vedere, la foto è strana, surreale, nonostante il flash diretto e l'inquadratura immediata voglia farcela passare come una foto "realista". Ma la geometria delle sue gambe è forzata. E il canino, lì in terra...
Quello che ai miei occhi la rende interessante è proprio il suo stare sul confine, in bilico tra due linguaggi, così come lei sta in bilico sul bordo del letto.



Mi cattura.
Un accrocchio di immagini. Bianco e nero + colore. La bambina col gatto, in quella posa assurda.
Loro punk dentro.
Però la trovo - pazzamente - armonica.
Un equilibrio instabile, pronto a sfuggire, a liberarsi dal guinzaglio delle cose già viste, confezionate "come si deve", prevedibili.



Accostamento mio, arbitrario, da due giornali, servizi e fotografi diversi.
Forse gli uomini sono più belli così. Devo ricordarmi di dargli più mistero.
Coglierli tra un gesto ed un altro, celare il loro sguardo.
Mi sembra che diventano più intriganti, misteriosi.
Meno scontati, nonostante il chiodo di pelle e i baffoni.





Jurgen Teller per Marc Jacobs.
La saga continua, il livello è sempre altissimo.
Quello che mi piace e mi ispira di queste ( e di altre ) immagini di Teller è che nelle sue foto di moda, e, ancor più difficile, nelle sue campagne pubblicitarie, i vestiti non sembrano mai messi lì apposta per fare la foto. Non rubano la scena, sono parte integrante, naturale, della scena.
Teller presenta la vita - e la moda - come gesto, atteggiamento.
Anche le situazioni più assurde, o misteriose (che cazzo ci fa la tipa sdraiata-seduta sugli specchi?) diventano performance, istantanee da un mondo di cui vorresti fare assolutamente parte.
Aspirazionale.

Qui sotto un link molto utile per vedere tutto, o quasi, il lavoro di Teller:
http://juergenteller.tumblr.com/



Un'altro gioco di specchi. Questo, che dovrebbe essere più credibile, è invece dichiaratamente finto.
E' uno stage. E' proprio una foto di moda. Un classico rivisitato in versione algidamente impeccabile.
Forse è attraente proprio perchè artificiale, quindi irraggiungibile. Forse è attraente perchè Helmut mi manca tanto.
Gambe nude che rendono il vestito ancora più protagonista.
Di Katja Rahlwes per Vionnet.
Altre immagini a questo link:
http://fashnberry.com/old/campaigns/malgosia-bela-by-katja-rahlwes-for-vionnet-fallwinter-20132014-campaign/



Io trovo che la fotografia di still-life ha un potere evocativo straordinario.
Qui mi piace il contrasto tra gli oggetti quotidiani disposti con sapiente casualità e la grande qualità dell'immagine.
Mi ricorda certe scene d'inizio di films, quando scorrono i crediti e la cinepresa carrella lentamente lungo spazi, luoghi e oggetti che raccontano per frammenti - ed in anteprima - la personalità di personaggi che dobbiamo ancora incontrare.
E poi, questa luce in particolare, mi riporta, con vivida memoria sensoriale, a certe mattine, quando ti sei alzato all'alba e sei in un albergo, lussuoso ma totalmente anonimo, e stai per andare all'aereoporto, probabilmente per fare il lungo viaggio che ti riporta a casa.



Molti fashion-editor con cui parlo dicono che è meglio come fotografo che come stilista.

Hedi Slimane per Saint Laurent.

Io però esplorerei, assolutamente e con calma: http://www.ysl.com/us

Super-cool.



Sonia Rikiel + Jill Sander
Puoi solo ringraziare.
Questa roba è il lusso.
Perchè non c'è motivo, oggi, di fare delle cose così belle.
Eppure le fanno, e ti fanno continuare ad avere voglia di fare questo lavoro.



American Apparel: è facile, è sexy, è semplice: Le ragazze della porta accanto.
Queste sono fotografie che, quando cammini per strada, letteralmente ti spingono dentro ai loro negozi.
Non puoi resistere.

Inspirations, part three.
Pages from magazines and advertising campaigns shot by various photographers and artists.


To be linked with the past two chapters:
http://www.tonithorimbert.blogspot.it/search/label/Inspirations

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Sorry, no post this sunday...I was too busy paying the bills!



At work on the roof at the Magna Pars Suites Hotel in Milano.
Photographed by Gia Thorimbert.

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One shot > The workshop



Here above a photographic collage by Alberto Gottardo


E' chiaro che, se ho solo cinque minuti e ho l'ambizione di svelare qualcosa di qualcuno attraverso un ritratto, sono pochi, ma se ho cinque minuti per vivere qualcosa, sono cinque minuti di vita. Non sono nè pochi nè tanti, sono quello che sono.
Se tu accetti questo, la tua vita diventa molto ricca, e questi cinque minuti diventano pieni di esperienza.
In fondo si tratta solo di essere molto aperti ad una relazione.
Se il tuo cuore si apre, qualcosa entrerà.
Se il tuo cuore è chiuso, anche in decine di ore non entrerà nulla.

Toni Thorimbert

L’abbiamo fatto.
E’ stato bello.
Abbiamo smontato i nostri blocchi, abbiamo accettato il desiderio, abbiamo visto l’"altro".
Abbiamo capito che amare la fotografia spesso ci impedisce di amare chi abbiamo di fronte.
Abbiamo abbandonato il "risultato" al suo destino.
Abbiamo riso molto, ma siamo stati anche molto seri.
Abbiamo vissuto intensamente l'esperienza del ritratto.



Grazie Helen.
E grazie a Paolo, Piermichele, Sergio, Giovanni, Francesca, Claudio, Antonio.

Grazie a Laura e Alberto.

Qui sotto, un'immagine molto importante per noi che c'eravamo.



Energia è comprensione.
Osho

The photographic workshop by Toni Thorimbert
"One shot, the portrait experience"
was held in Milano the 4 December 2013.

Stay tuned for the next appointments.

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Various published pictures and - cover - stories.

Ornella Vanoni_Ricetta di Donna



1980, Rimini. Ricetta di Donna. Il disco che ho fatto ad Ornella.
Avevo 23 anni.
Lei all'apice, stava al Grand Hotel.
Io da Milano con la mia Lancia Flavia 1800 a gas. Grigio topo - scuro. Tre posti davanti. Senza copri cerchioni, pagata 300.000 lire.
Stavo in una pensione a casa di Dio dove non avevano mai dato via la chiave del portone. Età media dei clienti: 80 anni.
Non sto scherzando. In sala da pranzo avevano un armadio enorme pieno di tutti i tipi di medicine.
Insomma penso: "meglio lavo la macchina". Ci tenevo a fare un po' bella figura. Arrivo nel parcheggio del Grand'Hotel e senza nemmeno rallentare faccio inversione a U.
C'erano solo Mercedes blu notte, forse anche delle Rolls.
Mi presentai a piedi. "Ciao", dice Ornella, attorniata da gente dinamica ed abbronzata, "come sei arrivato, in auto?" "No, no, in treno", dico io.
Stava con un tipo simpatico, brillante, uno che aveva un bel marchio di mutande da uomo che si chiamava Jhonny Lambs, in onore a Gianni Agnelli.
Non so nemmeno come le ho fatte quelle foto. La sera mi accodavo alle loro cene in ristoranti di cui fino ad allora non sospettavo nemmeno l'esistenza, si mangiava solo pesce e si vedeva lontano un miglio che il vino costava un botto.
Però nessuno pagava mai. Semplicemente uscivamo, mentre Ornella faceva un cenno con la mano, benevolo.
Qualche giorno fa, 33 anni dopo, siamo usciti insieme a cena. Io le ho scattato questo ritratto, e lei mi ha dedicato il disco.



Ornella, photographed in Milano, October 2013



Ornella Vanoni, "Ricetta di Donna", the LP cover, photographed by Toni Thorimbert in Rimini, 1980.


English translation:

1980, Rimini. "Ricetta di Donna". The record cover I did for Ornella.
I was 23 years old.
She was at her acme, and stayed at the Grand Hotel.
I came from Milan with my gas-motor 1800 Lancia Flavia. Dark ash-gray. Three seats in the front. No cover rims, paid 300.000 lire.
I was in a boarding house in the middle of nowhere where the key of the gate had never been given away. Average age of the customers: 80 years old.
I'm not kidding. In the dining room there was a huge closet full of all kinds of medicines.
Well, I thought: "I'd better wash my car". I wanted to make a good impression. I arrived at the parking lot of the Grand Hotel and did a U-turn without even slowing down. There were only dark blue Mercedes, perhaps even some Rolls.
I introduced myself as if I had come on foot. "Hello" says Ornella, surrounded by all cool and tanned people, "Did you get here by car?" "No no, by train", I said.
She was with a brilliant guy, who had a brand of men's underwear called Johnny Lambs, in honor of Gianni Agnelli.
I don't even know how I made those pictures. In the evening I followed them in their dinners in restaurants I didn't suspect even existed till then, we only ate fish and you could tell the wine cost a hell of a lot of money.
But nobody ever paid. We simply went out - shouting - while Ornella waved her hand, benevolent.
A few days ago, 33 years later, we had dinner together. I took this picture of her, and she signed her record for me.


House of Versace_Deborah Ball



Gianni and Donatella Versace, photographed by Toni Thorimbert, Milano, 1991

Questa è una delle rare foto "posate" di Gianni e Donatella, insieme.
L'ho scattata nel 1991 con la mia Rolleiflex e un Arri 1200 a casa di Gianni, in via del Gesù.
Una foto che Corbis vende da anni, tutti i mesi.
Qui è usata come copertina per il libro di Deborah Ball, l'unico autorizzato dalla famiglia Versace sugli eventi legati alla morte di Gianni a Miami il 15 luglio del 1997.

English translation:

This is one of the rare posed pictures of Gianni and Donatella together.
I took it in 1991 with my Rolleiflex and an Arri 1200 at Gianni's place, in Via del Gesù.
A photo that Corbis sells from years, every month.
Here it is used as a cover for the book by Deborah Ball, the only one authorized by the Versace family on the events related to Gianni's death in Miami on July 15, 1997.



Abitare la metropoli_Gabriele Basilico_Contrasto


Gabriele Basilico photographed by Toni Thorimbert, Milano 2011.

"Fotografare le città non vuol dire scegliere le migliori architetture e isolarle dal contesto per valorizzare la loro dimensione estetica e compositiva, ma vuol dire per me esattamente il contrario. Cioè mettere sullo stesso piano l'architettura "colta" e l'architettura "ordinaria", costruire un dialogo della convivenza, perchè la città vera, la città che mi interessa raccontare, contiene questa mescolanza tra eccellenza e mediocrità, tra centro e periferia..."

Gabriele Basilico

Piccolo ma straordinario libro, tutto da leggere e da godere.
La storia della sua foto di copertina potrebbe - anche - essere raccontata da queste due fotografie:





Gabriele ed io pattinando. Milano, 1975 circa. Photographed by Giovanna Calvenzi.

English translation:

"Photographing cities does not mean choosing the best architectures and isolate them from the environment to enhance their aesthetic and structural dimension, but to me it means exactly the opposite. That is to equate the "erudite" architecture and the "ordinary" one, to build a dialogue of coexistence, because the real city, the one I'm interested to narrate, contains this mixture between excellence and mediocrity, between center and suburbs..."

Gabriele Basilico

Small but extraordinary book, all to read and enjoy.
The story of his cover photo might - also - be told by these two photographs.


Translation by Francesca Stella.

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Postcards from Paris Photo

Anche quest'anno, tra le mille cose che ho fatto in qualche giorno a Parigi, ho speso un pomeriggio alla più importante fiera della fotografia da collezione.
Sotto le volte a vetri del Grand Palais, decine e decine di stands di gallerie ( ed editori ) e migliaia di foto in vendita, senza un curatore e un senso compiuto evidente.
Normale che l'occhio venga attratto da ciò che riconosciamo come familiare.
Le foto che condivido sono quasi tutte famose o di autori "classici".
Va detto che tutti i miei sforzi di andare a vedere da vicino le cose "mai viste" mi hanno lasciato, a parte le dovute eccezioni, abbastanza freddino.

Certo, la frustrazione di non avere in tasca, che so, un centomila, per iniziare a giocare c'è.

Guardare ma non toccare:



Per questo Diane Arbus, stampato negli anni settanta e firmato dalla figlia Doon, 100.000,00 addirittura non bastano, ce ne vogliono 115.000,00



le famose gemelline di Diane Arbus: stampa di Neil Selkirk del 1973, edizione 5/50, firmata da Doon Arbus: 220.000,00 euro.

Tanti, tanti anni fa, nell'ufficio di un direttore di un famoso giornale di moda, avevo notato una stampa originale di Diane Arbus, per terra, buttata in un angolo, dentro ad una cornice mezza rotta e scheggiata. Appoggiato allo stipite della porta faccio: "ma lo sai di chi è quella foto?" "si, più o meno..." dice lei intanto che traffica con delle carte, "l'ha comprata a New York mio marito proprio dalla stessa fotografa, qualche anno fa..."
Dal giorno dopo, la foto non l'ho più vista. Spero che sia al sicuro, adesso. A occhio dovrebbe valere parecchio...





(A me piace tanto) Valerie Belin.



Sarah Moon



Eva H by Roversi



Daido Moriyama



Egglestone, in bianco e nero. Abbastanza raro.



Egglestone, a colori. Tutto ok.



Tod Papageorge, Studio 54, 1978



Un certo Avedon, abbastanza bravo nei ritratti.



Sally Mann



Un bel William Klein, grande e pulito (senza tutti quei segni rossi).



Irving Penn.



Una parete di Gabriele Basilico



I Becher erano ovunque. Dava l'impressione che ogni galleria ne avesse almeno uno da vendere. sarà buon segno? O non li vuole nessuno?



Un opera di Yang Yongliang. Le montagne sono piene delle luci di grattacieli e condomini.



Helmut



Sergio Larrain



Una parete di Araki



Urs Luthi, artista svizzero. Un precursore. Chi non conosce, rimediare.



Io non conoscevo: Valie Export, artista austriaca. Per saperne di più: http://en.wikipedia.org/wiki/Valie_Export



Pure qui non conoscevo ( e questo è già più grave ): Katie Grannan. Per saperne di più: https://www.google.fr/search?q=katy+Grannan&client=firefox-a&hs=yD8&rls=org.mozilla:it:official&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=GQSJUsesNerB0QXA4YHIAg&ved=0CC0QsAQ&biw=1831&bih=1003



Un casto Thomas Ruff



Stilosissimo Blumenfeld



Una fissata dei "selfie" ante litteram: Janice Guy, 1977. Stampa vintage in bianco e nero colorata a mano. Bellissima, venduta.



Vivianne Westwood by Jurgen Teller



Una piccola chicca: il "dummy" originale - e il volume stampato - di "The paper negative" un libro di Danny Lion sugli indiani d'America.



Qui sotto, Bryan Adams: Wounded - the legacy of war. Steidl. Ritratti ed interviste ai feriti inglesi in Afghanistan.









Un bel libro, toccante e terribile. Contro la guerra davvero.

Per finire, molto, molto più leggero:

Craig Fineman, "Pools" edito da Stussy/Dashwood books







Grazie a tutti, e specialmente a Sandrina Dirani, Alessandra Dragoni, Lorenzo Tricoli.

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