Ieri sera ha chiuso il
Jova Pop Shop, il
temporary store più figo della storia.
Un posto abbastanza piccolo,a Milano, dove di giorno comprare le magliette e le robe del Jova, il disco nuovo, off course, e
SBAM, un'esperimento di giornale-libro molto bello che è balzato immediatamente in cima alle classifiche di vendita dei libri scalzando niente di meno che Fabio Volo.
Mica male.
Comunque in questo negozio, dove ci stavano a occhio, non più di 200 persone per volta, la sera Lorenzo faceva dei mini set di 20 minuti, mezz'ora, con altri musicisti o scrittori o Dj's.
Io per esempio sono stato che c'era Zampaglione e DJ Ralf, e loro hanno fatto coi telefonini e Spotify una carrellata di musica "necessaria" dagli anni settanta in poi passando dalle Orme ai Kraftwerk e James Brown, insomma una roba che se ti piace la musica andavi proprio di fuori dalla bellezza.
La gente era totalmente basita: qui non era il Jovanotti star, quello dei mega concerti, degli stadi, era il Jovanotti che non puoi non amare, quello che ti racconta le cose e ti affascina con i suoi collegamenti tra le cose, le persone e le idee, e con la sua voce un pò così senza effetti speciali o costumi di scena e le luci strobo.
Chitarra, e tanta testa e tanto cuore.
La gente alla fine quasi nemmeno applaudiva, d'altra parte mica si applaude quando stai in casa con gli amici a cazzeggiare, no?
E' stato così, credo irripetibile, una festa intelligente e piena di energia e di musica, ma quella bellissima, quella che è tua, non la loro, non di quelli che stanno sui palchi, ma la nostra.
Shot with Leica Q
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