A Lorenzo il giorno del suo compleanno.
Io non sbaglio mai una foto.
E’ un dogma.
Non sbaglio, semmai imparo.
Le foto che faccio mi dicono come mi sento e cosa vedo del mondo in quel preciso istante.
Alle volte le perdo, le foto: mi ammazzerei. Avevo te, appena sceso dal palco, sudato zuppo, l’adrenalina che ti usciva dalle orecchie, e invece di sbatterti contro un muro e sflasharti ti ho abbracciato, e poi via, non c’eri più.
Cerca cerca, mi rimane questa foto: tu nel backstage, pensieroso, concentrato.
Non si vedono i mille colori cangianti dei tuoi vestiti di Dior, i fuochi d’artificio, le polveri colorate sparate nel cielo dal palco.
Non c’è Tommaso Paradiso e le sue minchiate, Salmo con gli occhiali neri, risucchiato alla batteria da altri mille tamburi che lo divorano.
Non c’è storia, mi dispiace, Lorenzo affonda tutti: E’ evidente che questa era la vita che volevi da bambino, e a noi, che della nostra non ne siamo così sicuri, non resta che essere sedotti dalla sua inesauribile energia, vittime festose del più grande spettacolo dopo il Big Bang.
Caro Lorenzo, oggi è il tuo compleanno, ma io non ho foto di te che canti, balli e sorridi da regalarti.
Questa è quella che ho, che devo accettare e riconoscere come mia e che ti offro, con il cuore, in omaggio a tutti i miei dubbi, e, perchè no, ai tuoi.
Love
Toni
La foto: Lorenzo Jovanotti fotografato il 21 settembre al concerto del Jova Beach Party all'aereoporto di Linate, Milano.
Shot in the dark with Leica Q
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The amazing nothing
"The amazing nothing" è un progetto che ho realizzato come curatore e come fotografo, insieme a Ilaria Zennaro, per la Leica Galerie di Milano.
Inaugurata il 12 Febbraio 2019 comprendeva 14 mie fotografie in bianco e nero, cinque fotografie a colori scattate da Ilaria Zennaro, un video di 28 minuti e un testo introduttivo di Maria Luisa Frisa.
Dedicato a dare un volto e sopratutto uno spazio identitario agli "esclusi della moda" le fotografie sono state scattate durante la Milano Fashion Week del settembre 2018.
Diviso idealmente in tre parti: i ritratti degli "esclusi", gli ambienti deserti delle sfilate e un video completamente sfuocato girato durante l'uscita del pubblico dalla sfilata di Prada il progetto mette in discussione la necessaria "esclusività" che regola l'accesso delle persone alla "moda del lusso".
"Ogni sei mesi il rituale delle sfilate si appresta ad essere messo in scena: gli abiti sono pronti, le modelle scalpitano: trucco! capelli!
Si accedono le luci sulle passerelle. I fotografi si piazzano, la musica è techno, gli invitati sgomitano.
I famosi, le star, gli influencer posano, tutti impegnati a celebrare l’esordio delle nuove collezioni.
Ma quando anche l’ultimo invitato è seduto e bodyguard palestrati sbarrano le porte, rimangono – fuori - i desideranti, gli speranzosi, gli attoniti, i fans, i followers.
Attraverso la tensione dei loro sguardi smarriti, The Amazing Nothing travalica l’episodio della sfilata o della moda per raccontare un sentimento che appartiene a noi tutti: il desiderio di esserci, di fare parte, di essere inclusi nel mondo, nelle immagini, nei sogni.
Fotografie di Toni Thorimbert e Ilaria Zennaro
A cura di Toni Thorimbert
Leica Galerie, Milano
Qui il testo di Maria Luisa Frisa
The Amazing Nothing
Molti di quelli che siedono a vedere le sfilate seduti al loro posto assegnato rigorosamente da fila e numero, sono stati, nella loro vita precedente, standing.
Ossia con quel biglietto siglato da un ST che ti permette di entrare solo quando tutti quelli con l’invito giusto si sono seduti.
Ancora prima, molti hanno fatto parte di quelli che rimangono fuori a guardare.
Una folla densa, pastosa e decisa a mantenere la posizione che anima strade che il più delle volte hanno il loro momento di celebrità solo in occasione della settimana della moda.
È in quelle occasioni che mi viene da pensare a come la strada sia la vera passerella della moda. Il luogo dove guardare e farsi guardare. Dove mettersi in scena, dove sperimentare la propria identità.
Le immagini di Toni Thorimbert e Ilaria Zennaro sono sintesi e mappa di quel grumo di attese, speranze, emozioni, ma anche della semplice curiosità che anima questa platea.
Sono il pieno di quel vuoto silenzioso e monumentale che è il set della sfilata. Sono istantanee che raccolgono e raccontano il fascino di ciò che non si può raggiungere.
È la prima regola del desiderio, e anche quella della fede. E in effetti la moda, con le sue ritualità e i suoi miti, è una sorte di culto. Crea una comunità, e subito la organizza in gerarchie, dividendo gli eletti dai fedeli, i fanatici dagli agnostici.
Periodicamente, questa comunità variegata si ritrova, con religiosa puntualità, nei luoghi speciali che la moda stessa sceglie per la propria presentazione.
Così, per quella magica inversione che spesso rende più interessante il backstage, diventa protagonista e sfondo di queste ritualità.
La strada è sempre stata il primo luogo della messinscena della moda. Lo spazio in cui il mito collide con il mondo reale, dando sostanza a quell’atmosfera carica e straniante abitata dal pubblico che desidera sentirsi parte del sogno della moda. Una sequenza fatta di volti e di corpi: le immagini che la restituiscono sono tutt’altro che immobili; tantomeno indicano una data, un periodo, un tempo. Non vogliono gelare un istante, cogliere un impulso preciso. Si nutrono di sfumature e di voci, e documentano un desiderio che si esprime nel cogliere un’occhiata, nel rubare un cenno di saluto di chi sta dall’altra parte della transenna.
Le pose sono dinamiche, quasi sformate: chi muove spasmodicamente le dita su uno schermo; chi cerca con lo sguardo; chi tende l’orecchio; chi non trattiene un autentico entusiasmo; chi gira la testa d’improvviso. Inconsapevoli protagonisti di un’arte delle attività ordinarie.
I materiali che catturano questo paesaggio altro non sono che atti di flanerie contemporanea: mostrano la materia di cui si compone il desiderio, che proprio attraverso questo miscuglio banale di aspirazioni e narcisismi diventa speciale.
Febbraio 2019
Maria Luisa Frisa.
Qui le "cattedrali" della moda fotografate da Ilaria Zennaro
Il video dura 28 minuti.
Qui sotto alcune immagini dall'allestimento:
E alcuni scatti dalla serata dell'inaugurazione:
The Amazing Nothing
Fotografie di Toni Thorimbert e Ilaria Zennaro
Inaugurata il 12 Febbraio 2019 comprendeva 14 mie fotografie in bianco e nero, cinque fotografie a colori scattate da Ilaria Zennaro, un video di 28 minuti e un testo introduttivo di Maria Luisa Frisa.
Dedicato a dare un volto e sopratutto uno spazio identitario agli "esclusi della moda" le fotografie sono state scattate durante la Milano Fashion Week del settembre 2018.
Diviso idealmente in tre parti: i ritratti degli "esclusi", gli ambienti deserti delle sfilate e un video completamente sfuocato girato durante l'uscita del pubblico dalla sfilata di Prada il progetto mette in discussione la necessaria "esclusività" che regola l'accesso delle persone alla "moda del lusso".
"Ogni sei mesi il rituale delle sfilate si appresta ad essere messo in scena: gli abiti sono pronti, le modelle scalpitano: trucco! capelli!
Si accedono le luci sulle passerelle. I fotografi si piazzano, la musica è techno, gli invitati sgomitano.
I famosi, le star, gli influencer posano, tutti impegnati a celebrare l’esordio delle nuove collezioni.
Ma quando anche l’ultimo invitato è seduto e bodyguard palestrati sbarrano le porte, rimangono – fuori - i desideranti, gli speranzosi, gli attoniti, i fans, i followers.
Attraverso la tensione dei loro sguardi smarriti, The Amazing Nothing travalica l’episodio della sfilata o della moda per raccontare un sentimento che appartiene a noi tutti: il desiderio di esserci, di fare parte, di essere inclusi nel mondo, nelle immagini, nei sogni.
Fotografie di Toni Thorimbert e Ilaria Zennaro
A cura di Toni Thorimbert
Leica Galerie, Milano
Qui il testo di Maria Luisa Frisa
The Amazing Nothing
Molti di quelli che siedono a vedere le sfilate seduti al loro posto assegnato rigorosamente da fila e numero, sono stati, nella loro vita precedente, standing.
Ossia con quel biglietto siglato da un ST che ti permette di entrare solo quando tutti quelli con l’invito giusto si sono seduti.
Ancora prima, molti hanno fatto parte di quelli che rimangono fuori a guardare.
Una folla densa, pastosa e decisa a mantenere la posizione che anima strade che il più delle volte hanno il loro momento di celebrità solo in occasione della settimana della moda.
È in quelle occasioni che mi viene da pensare a come la strada sia la vera passerella della moda. Il luogo dove guardare e farsi guardare. Dove mettersi in scena, dove sperimentare la propria identità.
Le immagini di Toni Thorimbert e Ilaria Zennaro sono sintesi e mappa di quel grumo di attese, speranze, emozioni, ma anche della semplice curiosità che anima questa platea.
Sono il pieno di quel vuoto silenzioso e monumentale che è il set della sfilata. Sono istantanee che raccolgono e raccontano il fascino di ciò che non si può raggiungere.
È la prima regola del desiderio, e anche quella della fede. E in effetti la moda, con le sue ritualità e i suoi miti, è una sorte di culto. Crea una comunità, e subito la organizza in gerarchie, dividendo gli eletti dai fedeli, i fanatici dagli agnostici.
Periodicamente, questa comunità variegata si ritrova, con religiosa puntualità, nei luoghi speciali che la moda stessa sceglie per la propria presentazione.
Così, per quella magica inversione che spesso rende più interessante il backstage, diventa protagonista e sfondo di queste ritualità.
La strada è sempre stata il primo luogo della messinscena della moda. Lo spazio in cui il mito collide con il mondo reale, dando sostanza a quell’atmosfera carica e straniante abitata dal pubblico che desidera sentirsi parte del sogno della moda. Una sequenza fatta di volti e di corpi: le immagini che la restituiscono sono tutt’altro che immobili; tantomeno indicano una data, un periodo, un tempo. Non vogliono gelare un istante, cogliere un impulso preciso. Si nutrono di sfumature e di voci, e documentano un desiderio che si esprime nel cogliere un’occhiata, nel rubare un cenno di saluto di chi sta dall’altra parte della transenna.
Le pose sono dinamiche, quasi sformate: chi muove spasmodicamente le dita su uno schermo; chi cerca con lo sguardo; chi tende l’orecchio; chi non trattiene un autentico entusiasmo; chi gira la testa d’improvviso. Inconsapevoli protagonisti di un’arte delle attività ordinarie.
I materiali che catturano questo paesaggio altro non sono che atti di flanerie contemporanea: mostrano la materia di cui si compone il desiderio, che proprio attraverso questo miscuglio banale di aspirazioni e narcisismi diventa speciale.
Febbraio 2019
Maria Luisa Frisa.
Qui le "cattedrali" della moda fotografate da Ilaria Zennaro
Il video dura 28 minuti.
Qui sotto alcune immagini dall'allestimento:
E alcuni scatti dalla serata dell'inaugurazione:
The Amazing Nothing
Fotografie di Toni Thorimbert e Ilaria Zennaro
Fondamenta
“Fondamenta” è il mio nuovo corso progettato per Leica Akademie.
Un percorso didattico studiato per permettere ai partecipanti di sviluppare, riconoscere ed accettare l'unicità del proprio punto di vista e del proprio sguardo.
Attraverso lo studio delle immagini e dell’atteggiamento fotografico di una scelta di autori classici e contemporanei e la realizzazione di una serie mirata di “compiti a casa” che saranno commentati e discussi durante ogni successivo incontro, il corso si propone di costruire, o ri-costruire, se necessario, le fondamenta di un agire fotografico consapevole.
“Fondamenta" si articola in 9 incontri di 2 ore ciascuno, nel mio studio, il martedì, dalle 18,30 alle 20,30 circa.
Costa 1.600,00 euro iva inclusa.
il corso inizierà martedì 1 Ottobre e finirà il martedì 26 Novembre.
Max 12 partecipanti.
Per iscriversi è necessario andare sul sito di Leica Akademie:
https://store.leica-camera.com/it/it/thorimbert-fashion-experience?aknumber=AKIT00000075
Click on the picture to enlarge.
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