Editor-at-large Matteo Oriani discusses Giuseppe Pagano and how the poetry of his photo is magnified by their titles.


Giuseppe Pagano: La forza (anche) delle parole.


Navigando a vista su internet ho incrociato certe fotografie che mi avrebbero portato a scoprire un nuovo mondo. L'autore si chiama Giuseppe Pagano. Ecco quello che ho trovato:



Naufragio (The shipwreck)



Crime scene



Dramma nell'oceano (Drama in the ocean)




L'indifferenza dell'ora tarda (Indifference at sunset)




Life



Ordinato paesaggio invernale (Neat winter landscape)



Ostaggio sfortunato (Unlucky hostage)



pensiero opprimente (oppressive thought)



Pioggia sul lago (Rain on the lake)



Prove di forza (Power contest)



Pupazzo di neve (Snowman)



Resurrection day

Tutte le fotografie hanno un titolo che aggiunge la chiave di lettura all'immagine.
I titoli, molto azzeccati, ci conducono a visioni sorprendenti.
Pagano rappresenta il suo mondo onirico attraverso un lavoro di sottrazione: elimina cioè il superfluo per svelare una nuova realtà fatta di linee semplici e crea immagini con una forte carica espressiva e di straordinaria eleganza proprio per la loro disarmante semplicità.
Si potrebbe dire che sono opere realizzate con gli stessi meccanismi creativi tipici dell'infanzia o di artisti come Paul Klee (Münchenbuchsee, 18 dicembre 1879 – Muralto, 29 giugno 1940) che ha sicuramente ispirato la sua ricerca.
E, come Paul Klee, Pagano non cerca di riprodurre la natura, ma vuole capire i meccanismi che la regolano. Riesce a passare con grande disinvoltura dal figurativo all'astratto manipolando, con la sua fervida immaginazione frammenti di realtà.
Nascono delle storie con una bella componente ironica, un lato malinconico, ma sempre piacevole.

Vorrei però soffermarmi su una fotografia, questa:



Amanti (Lovers)

C'è questo fil di ferro abbandonato in uno specchio d'acqua.
Percorrendo l'immagine da sinistra verso destra, il filo esce dall'acqua e traccia una linea tormentata.
Nel punto in cui esce dall'acqua, il filo forma un piccolo anello generato dal fenomeno fisico della "coesione" (dal latino cohaerere: essere congiunto, attaccato, stare unito) che è la forza d’attrazione che si crea tra le molecole di una stessa sostanza, tenendole unite e opponendosi alle forze esterne che tendono a separarle.
Il riflesso del filo sulla superficie dell'acqua ne copia i movimenti, si avvicina e si allontana in un gioco d’intrigante seduzione.
Il filo sembra sdoppiarsi in due distinte entità che rimangono intimamente unite nel loro percorso apparentemente parallelo. Addirittura, ad un certo momento, il filo disegna un cuore con un gesto risoluto, molto efficace.
Ma il cuore ha una linea netta in mezzo: è un cuore spezzato. E infatti, poco dopo, la linea compie una curva a scendere, morendo nell'acqua.
Anche questo aspetto è molto interessante: il punto esatto in cui il filo si rituffa nell'acqua, a causa dell'inclinazione della luce, non si riesce a percepire bene. Non c'è più il tipico anellino della coesione. Si capisce che rientra in acqua perchè il riflesso s’interrompe.
E poi il filo penetra nella sabbia sul fondo dello specchio d'acqua e sparisce tutt'uno. Ecco spiegato il titolo "Amanti".
La stessa fotografia Pagano avrebbe potuto intitolarla, chessò, "Il volo dell'aquilone" e subito avrebbe assunto un significato diverso, sicuramente più banale.
Ma questa è un'altra storia.

Matteo Oriani.

Matteo Oriani è un fotografo.
Colto ed acuto osservatore delle immagini e delle menti che le producono.
Insieme a Raffaele Origone forma il duo professionale Oriani-Origone.
Nelle loro foto danno vita ad oggetti altrimenti inanimati.

(Non c'è molto nel web, a proposito di Giuseppe Pagano. Le sue foto sono contenute in un sito - www.voliamoalto.it - di "aquilonismo", pratica della quale egli è, evidentemente, appassionato. N.d.R)

To know more:
www.voliamoalto.it/giuseppe.html

Click on the pictures to enlarge.

1 commento:

Frà ha detto...

"C’è abbastanza luce per intuire, abbastanza buio per sognare". GP