Settimio Benedusi vs. Toni Thorimbert: the "double interview" part two.

Marzo 2009
Seconda parte dell'intervista doppia con Settimio..dunque..eravamo rimasti:

TT: Con grande fatica riesci a recuperare (dal famoso incendio) i files delle tue foto da un Lacie di backup che il fuoco ha risparmiato. Miracolosamente si sono salvate solo 3 tue immagini.
Preghi che siano queste tre…

Settimio Benedusi: E quindi la time machine del MAC funziona! Bene...
E che fortuna che si siano salvate proprio le mie tre immagini preferite!




Top: Photographs by Settimio Benedusi

SB: La prima immagine l’ho scattata nella prima parte degli anni ottanta, ed ero ancora ad Imperia. L’ho scattata con un banco ottico (che giustamente tu Toni dici che ogni fotografo dovrebbe conoscere ad occhi chiusi, anzi ad occhi bene aperti) 10x12, e con la Polaroid 55, che era quella meravigliosa Polaroid che aveva, come tu sai bene, il negativo incluso: che meraviglia! Tutto quello che si vede quindi NON è photoshop, ma solo un tempo lungo di esposizione e una amica brava a stare in equilibrio tra le onde. Qualcuno una volta disse “noi siamo la nostra storia”, e io penso che questo sia profondamente vero. Quello che siamo adesso, deriva da ciò che siamo stati nel passato, e nonostante siamo decisamente cambiati e cambiamo ogni giorno, nello stesso tempo siamo ciò che siamo sempre stati.
Questa fotografia che io ho fatto in una giornata d’estate del 1984 è la fotografia che continuo a fare da più di vent’anni: dentro c’è tutto, contiene tutto.
C’è la femminilità (qualche anno dopo non avrei avuto dubbi a chiedere alla modella di togliersi il costume, sarebbe stato sicuramente meglio), c’è l’atmosfera, c’è il mare, c’è un’idea, c’è emozione: tutte cose che ho continuato a fare fino ad oggi...
La seconda immagine, testimonia ciò che ho appena detto. L’ho scattata alle Maldive per Sports Illustrated quest’anno. Non è forse la stessa immagine più di vent’anni dopo?

La terza immagine per me è molto importante. Fa parte di un progetto che prima o poi sarà reso pubblico. Adesso esce dal mio studio veramente grazie a te. In qualche maniera è l’evoluzione delle due immagini precedenti, c’è sempre il corpo femminile, c’è sempre l’acqua, ma il tutto reso molto più essenziale e simbolico.
Insomma, c’è il passato, il presente e il futuro: in questa maniera sono abbastanza sicuro di dare un idea di chi sono ai miei futuri clienti...


TT: Il tuo book è ovviamente bruciacchiato, tre immagini le hai salvate con il Lacie ma sono un po’ poche. Dovendo ricominciare, quale sarebbe il primo servizio che vorresti fare?

SB: in questo periodo sento molto un’esigenza di verità. In questo trionfo di digitale/photoshop/luci/bank e tutto di più, penso che la voglia di tutti sia di realizzare qualcosa di vero. La stessa formula del tipico redazionale di moda con la modella che in sei pagine ha sei outfit diversi secondo me ha rotto. Cosa voglia dire “verità” relativamente ad un servizio di moda non lo so bene neanche io, ma fare in modo di scoprirlo, soprattutto se avessi vent’anni e mi affacciassi a questa professione.
Fatto questo servizio di moda “vero”, probabilmente lo vorrei pubblicato su una free press, o su una rivista on line, insomma su un supporto che possa essere libero, il più libero possibile. Le regole del marketing editoriale e degli inserzionisti fanno a pugni con la creatività, e quindi fossi giovane e pieno di energie vorrei che niente (se non il gusto) possa “sporcare” il mio entusiasmo creativo.


TT: Errori da non rifare?

SB: A parte che ovviamente rifarei tutto ciò che ho fatto, errori compresi, però se proprio debbo pensare a qualcosa che farei, diciamo in maniera diversa, diciamo che mi comporterei con più coraggio. E' una cosa che dico sempre a chi comincia, penso sia un classico: chi inizia a fare questa, ma penso anche una qualsiasi, professione ha la tendenza ad essere prudente. Se apro un nuovo ristorante penso di proporre spaghetti al pomodoro, perchè piacciono a tutti e quindi penso che saranno un successo assicurato. Purtroppo/per fortuna non è così: se si apre un nuovo ristorante, soprattutto in un posto pieno di ristoranti, è indispensabile che faccia una cucina nuova e originale. Vegetariana/vietnamita, ad esempio. Solo così avrò buone possibilità di successo. Fuor di metafora, penso quindi che un giovane debba rischiare, molto. E io non ho rischiato, sia creativamente e sia "logisticamente" abbastanza.


TT: Arte contemporanea e fotografie da comprare...budget ilimitato...

SB: Penso che la maggior parte della gente compri arte solo perchè è di tendenza e fa figo avere un pezzo in casa che costa 100.000 euro del tizio cinese tanto di moda. Io amo comprare invece ciò che amo. E quindi (dopo aver strozzato, questa volta veramente, il mio assistente quando scopro che si sono incendiati anche i miei disegni di Andrea Pazienza) ricerco disperatamente e ricompro solo una cosa: i miei amatissimi disegni del mio amatissimo Andrea Pazienza.
Poi sarebbe il momento delle fotografie: dopo aver segato il cadavere del mio assistente quando scopro che sono andate in fumo anche le mie adorate fotografie vintage ricompro i grandi classsici: un Ansel Adams, un Edward Weston e un Richard Avedon


TT: studio nuovo?

SB: ricostruirei dalle macerie un nuovo studio nell'esatto posto dove è ora, con il meraviglioso mercato vicino il venerdì, e tutto il mio “barrio” intorno. Se però prendessi delle decisioni radicali troverei un posto altrettanto bello in Cina, a Beijing.


TT: nel garage?

SB: questa domanda, caro Toni, te la sei fatta su misura per te! Non ho letto ancora le tue risposte, ma sicuramente ci sarà un meraviglioso elenco di super moto. Nulla del genere per me, solo un normalissimo motorino. Niente di più (niente macchina) nulla di meno (niente bici). Solo un motorino per scorrazzare veloce per la città.


TT: che vestiti ti (ri) compri?

SB: domanda importante questa. Veramente! Nel senso, che c'è poco da fare: l'abito fa il monaco. E lo fa soprattutto nel nostro caso, che non vendiamo semplicemente una bella fotografia, o una bella luce, o una bella modella fotografata bene. No! Noi vendiamo buon gusto, e il buon gusto si legge anche attraverso una maniera di vestire, non certo alla moda, ma elegante. Elegante deriva dal latino eligere, e cioè scegliere. La capacità di scegliere, e non di essere scelti, quindi di avere un proprio stile, è molto importante.
Tutti i bravi fotografi che ho conosciuto avevano due cose: belle case e un bello stile nel vestire.
A me fanno felice due out fit: quello da shooting e quello da tutti i giorni. Quello da shooting impone pantaloni militari con le tasche, camicia levis di jeans e scarpe da ginnastica. Quello di rappresentanza una t-shirt nera, una maglia leggera in cashmere, una bellissima giacca scura con le asole aperte, dei pantaloni di cp company un po' militari e le blundstone.


Settimio Benedusi

Le mie risposte, alle stesse domande, le trovate sul blog di Settimio Benedusi

La prima parte della storia la trovate poco più giù...

Click on the picture to enlarge.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Toc toc.... è permesso?
Sono lo spirito senza pace dell'assistente di Settimio...
Volevo soltanto dire, senza alcuna polemica, che tutto il casino è nato perchè, caro Tony, il tuo assistente è venuto qua e voleva mostrarmi "l'effetto che fa una spruzzatina di acqua e olio di vasellina davanti ad una torcia Profoto incandescente"...
Se poi anche il tuo studio ha avuto la stessa sorte è forse perchè il tuo assistente si è sentito in colpa avendo saputo del mio corpo smembrato e gettato in pasto alle pantegane del Naviglio, e ha voluto così riequilibrare le sorti finendo anche lui vittima.
Ora devo andare... c'è una luce candida e avvolgente (direi sui 5000K) che mi attrae a sé...
Addio... pensateci....(senza insulti)...
Distinti saluti, ecc ecc...

;o)

lo-spazio.it ha detto...

Mi ricordo bene la foto nella vasca!!! Ero presente come assistente!! Bel lavoro!! Bravo Settimio :-)

Anonimo ha detto...

in che marasma ci siamo messi!!!
io (settimio) che commento sul blog di un'altro (toni) i commenti di due miei (uno ex, senza che abbia dato fuoco allo studio, l'altro in carica, sperando che non dia fuoco allo studio...) assistenti che commentano delle risposte date da me (settimio) alle domande fatte da un'altro (toni)...

insomma, non ci capisco più nulla, servirebbe una bella mappa con scritto "VOI SIETE QUI".

;)

comunque grazie davide!

Anonimo ha detto...

Laverda 750, jeans Edwin, giacca di pelle, ipod a tutto volume con i Massive attack, ci aggiungerei dei Ray-Ban aviator e direi che.... Sicuramente sarei incantata vedendola sfrecciare in qualche strada !

Complimenti per le foto, la mia preferita è quella del ragazzino a Pioltello!

Toni Thorimbert ha detto...

CIAO ALE, INUTILE DIRE CHE I RAY BAN AVIATOR SONO GLI OCCHIALI CHE PORTO SEMPRE...D'ALTRA PARTE UN PO' DI COERENZA CI VUOLE! GRAZIE DEI COMPLIMENTI, LA FOTO DEL RAGAZZINO E' SENZ'ALTRO "LA MIA FOTO"E MI FA PIACERE CHE TI PIACCIA...

TONI

Anonimo ha detto...

Davvero gli aviator sono i suoi occhiali usuali ? Bhe non è altro che un riconferma della mia stima nei suoi confronti!

Vorrei aggiungere che sullo sfondo del mio Mac c'è la sua foto "Macerie"... e ci sta da Dio !

Anonimo ha detto...

Ciao Toni,
anche se non ci conosciamo di persona (ti ho incrogiato da Gerard lo sorso gennaio) le tue foto mi fanno compagnia da un sacco di tempo.

Se la memoria non mi inganna, mi ricordo un servizio sul GP di Montecarlo uscito su Sette il primo magazine del Corriere... chissà quanti anni fa.
O un altro sui paninari pubblicato su max. Quando il giornale iniziava con un lungo servizio fotografico realizzato da fotografi del calibro di GB Gardin...
Al tempo avevo venti anni e non vedovo l'ora di andare in edicola a comprare questi giornali.

Oggi, alla soglia dei quaranta, "curiosare nelle idee e nello studio" di un grande fotografo mi ha dato lo entusiamo.
A quando la prossima intevista?
buona lavoro
flavio

Toni Thorimbert ha detto...

grazie Flavio, un'altra intervista è in effetti in cantiere...A presto! Toni