Maggio 2010
Ma Ligabue è simpatico?
Se lo deve essere chiesto Andrea Scarpa, giornalista di Vanity Fair che inizia il suo pezzo su Ligabue così: "All'appuntamento, fissato per le 14, arriva (Ligabue) con venticinque minuti di ritardo. Senza dire una parola - nemmeno di circostanza - e un pò accigliato, diffidente. Il solito Ligabue che non ama le interviste."
Leggo queste righe parcheggiato fuori dall'autogrill Fini di Modena nord.
Ho preso il Vanity lì: copertina Ligabue, foto di David Bailey.. Non male. Bailey è una vecchia volpe e non si fa fregare dal Liga.
In che senso non si fa fregare? nel senso che scatta, o sceglie gli scatti dove il Liga non recita se stesso: sopracciglio sinistro alzato, mento in su e lo sguardo un pò di sfida. Un tic, una faccia sempre uguale che vada bene a tutti.
D'altra parte ( il Liga) va capito. Sta per uscire il suo nuovo disco e questo è il momento della promozione: interviste, anche tre , quattro al giorno (tutte uguali, probabilmente) radio e, ovviamente, servizi fotografici.
Rimetto in moto, direzione Correggio.
La gente molto famosa, molto avvezza a farsi fotografare è la più difficile da ritrarre, sopratutto se vuoi cogliere uno sguardo limpido o creare un immagine fresca, non scontata. Il ritratto è un'esperienza tra due persone, un incontro, una scoperta anche reciproca.
Non a caso si dice che nel ritratto è con il tuo soggetto che devi fare "click", non con la macchina. Insomma, qualcosa deve succedere...qualcosa che non sia magari solo mestiere...
Con questi pensieri parcheggio davanti allo studio di registrazione del Liga. Jarno Iotti, suo fotografo ufficiale e suo assistente sui set, viene a prendermi. Il Liga sta finendo un'intervista con "Famiglia Cristiana", così noi andiamo a fare un pò di sopralluoghi in giro per Correggio.
Alla fine, tutto va piuttosto bene, il Liga è puntuale e sorridente, direi quasi simpatico. Scatto, poco, cercando anch'io, come il buon David, di evitare il tranello del sopracciglio. Tiro fuori la mia Rolleiflex, che porta sempre bene, metto giù il mio fondo bianco in ombra, e sopratutto prometto, e mantengo, di essere molto veloce.
In poco più di mezz'ora è tutto fatto, il Liga sembra contento, c'è il sole, facciamo una foto ricordo, ci salutiamo.
Io e Claudio andiamo a farci una piadina, così intanto facciamo il back up.
Cosa ho imparato? Bhe, che il mestiere aiuta lo sapevo già, però anche dentro al mestiere ci può essere lo spazio per una piccola verità, un sessantesimo di secondo dove magari passa la signora con la bici, o succede che una luce è bella, e basta.
E poi, che quando inizi devi mettere da parte tutte le tue idee, i tuoi preconcetti, i tuoi nervi, il tuo ego, per lasciare solo spazio al mondo e semplicemente fare "click".
Qui sotto le immagini pubblicate da Sportweek:
Qui sotto alcune immagini dal backstage:
Nella foto qui sopra da sinistra: Elena Moretti, Ufficio stampa; Mila, Makeup artist; Luciano Ligabue; Luca Guerra (Ligabue personal assistant); Riccardo Vitanza, Ufficio stampa; TT; Jarno Iotti.
Luciano Ligabue photographed by Toni Thorimbert
Backstage photography by Claudio Rizzolo.
Click on the images to enlarge.
9 commenti:
Sono molto felice quando scopro persone che seppur protagonisti di un certo ambiente, restano comunque persone "aperte"....
E' una gran ricchezza riuscire a mantenere gli occhi "del bambino"...
Complimenti, da fan del Liga le assicuro che non è proprio da tutti....
Come dice Luciano "sta tutto in come la vedi" e lei, ha "colto" parecchio secondo me ;-)
claudia110968
Non l'avevo mai vista da questo punto di vista, dunque ti devo ringraziare, per avermi fatto vedere Luciano da un altro punto di vista, che è quello delle immagini, delle espressioni a volte fasulle, nelle foto e nei servizi, e trovare una faccia "vera" è sempre più difficile, ma per una persona così accerchiata a volte queste espressioni plastificate rendono più facile e veloce il lavoro (io stesso credo di possedere una delle poche foto in cui Luciano sorride facendo una foto con un fan, che poi sarei io). Inoltre devo ringraziarti (ma è una futilità) per averlo fotografato sotto quel "portichetto" basso, che poi sta a 50 metri dal mio vecchio liceo che non vedo da un pò troppo tempo. Vedere un angolo per me così conosciuto e così caro di "Curèz" ritratto in un magazine nazionale fa veramente effetto :) Grazie ancora, e ottimo lavoro!!
Potrei vedere un tuo servizio su un giornale e riconoscere le foto come tue senza nemmeno leggere il nome sotto il titolo. Il loro sapore è autentico, vero, senza fronzoli, è lì che ti guarda in faccia. Le tue fotografie sono incontri con un sentire un po' graffiante, con l'immediatezza di una ruvida quotidianità che investe tutti, dalla donna in bicicletta alla rockstar.
Rappresenti i tuoi soggetti senza che sia percepibile alcuna costruzione intorno, come se li avessi trovati lì ad aspettarti. Non nelle strade dove camminano tutti, bensì nel mondo della tua creatività, delle tue idee, dei posti dove sei cresciuto. Tutto questo senza inutili altisonanze o clichè, il che è uno dei tanti aspetti che ti rendono unico.
Complimenti anche a Claudio per il backstage, le sue foto mi piacciono sempre molto. Trovo che ti ritraggano particolarmente bene, perchè riescono a suggerire dall'esterno l'idea di ciò che imprimi nei tuoi lavori.
Seguo i suoi servizi con grande interesse e ogni volta cerco di analizzare o intuire i motivi che possono averla indotta a scattare in un certo modo. Questo è facilitato dalla lettura del suo blog, in cui, più che ai dettagli strettamente tecnici, spiega le sue impressioni o emozioni. Ciò è davvero interessante.
Devo confessarle che all'inizio (circa due anni fa) le sue foto mi sembravano troppo semplici e molto simili fra loro.
Quanto mi sbagliavo.
Il motivo era la presunzione (fotografo a livello amatoriale) di riuscire anch'io a fare facilmente foto simili.
La verità però, e me ne sono reso
conto col tempo, è che le sue foto esprimono grazia e semplicità. Non so se le è mai capitato di ascoltare un assolo di Eric clapton o di vedere un sorpasso di valentino rossi e pensare "ma cazzo ci vuole, adesso vado e lo faccio anch'io" (il paragone si potrebbe estendere moltissimo).
Certe persone sono così brave da fare sembrare ciò che fanno estremamente semplice, in modo che la gente comune riesca ad immedesimarsi e a sognare.
In questi due anni, fotograficamente parlando, sono maturato, e questo grazie anche a lei.
Non vorrei tediarla oltre, passo alle due cose centrali della mia mail, una domanda psicologica e una domanda tecnica.
domanda psicologica: leggevo il post su ligabue e mi sono ritrovato moltissimo. Mi piace molto fare ritratti, anche se mi impegna molto a livello emotivo e caratteriale e spesso non ne sono all'altezza. Mi esercito mentalmente scattando ritratti immaginari delle persone che incontro e conosco,
cercando di evidenziarne le caratteristiche. Però per mia natura non riesco ad entrare facilmente in empatia con le persone, mi ci vuole molto tempo e se lo facessi per lavoro questo tempo non lo avrei. Inoltre credo che occorra anche un certo carisma che temo mi manchi. Quindi cerco di rifarmi con i ritratti immaginari - cerco di pensare a come ritrarrei una determinata persona, con quale sfondo, ecc.
Se può dirmele, quali difficoltà incontra nell'affrontare un ritratto? Sono incuriosito dall'aspetto psicologico della faccenda.
Domanda tecnica: forse mi sbaglio ma guardando le sue foto ho una strana impressione. Mi sembrano sempre un po' sfuocate (appena percepibile) o mosse, eppure se guardo i singoli dettagli sono a fuoco. Com'è possibile? Ad esempio, se vado sul sito di Tiziano Ferro vedo un sacco di foto live tutte perfettamente a fuoco, super nitide, perfette, ok. Sono lontane anni luce dalle foto che lei ha scattato per il DVD. Eppure anche le sue sono a fuoco e sono nitide, ecc. Eppure le sue mi piacciono molto di più. Che cosa cambia?
Mi potrebbe dire qualcosa (se c'è qualcosa da dire) su questo suo modo di scattare?
Un post bellissimo che fa respirare l'aria della tua professione e della tua professionalità...fatta di tecnica ma anche, e soprattutto, di tanto tanto cuore...complimenti!
Toni, un trionfo: "In questi due anni, fotograficamente parlando, sono maturato, e questo grazie anche a lei". Ho letto con particolare interesse il commento di Corrado, anzi del signor Corrado Dallacosta. Che bello sentire ogni tanto una persona che, non conoscendoti, ti dà del lei! E poi, insomma, tutto ben scritto, spaziato con cura, punteggiato e ordinato. Bravo.
che gli venga detto o no per Toni é sempre un trionfo.
Comunque Matteo hai ragione, é bello che qualcuno dichiari cosí tanta ammirazione e gratitudine. Ed io per l' ennesima volta mi associo ai fans di Toni e faccio i complimenti.
Grazie a tutti per i commenti, davvero...sono quasi in imbarazzo..li apprezzo molto, grazie mille.
Grazie a Corrado che cita addirittura i sorpassi di Valentino Rossi...wow..
Comunque Corrado, ti darò del tu, cerco di rispondere alle tue questioni: Il carisma non è una dote fondamentale per essere un buon ritrattista e da come parli credo non ti sia sconosciuta neppure una buona dose di empatia. Mettersi alla prova con gli altri però è si importante. La fotografia è una grande medicina per le nostre paure e, spesso presunte, debolezze, tanto più che da dietro ad una macchina fotografica abbiamo un grandissimo potere. basta accettarlo ed assumerselo, direi. Comunque i tuoi ritratti immaginari sono probabilmente molto belli!
per quello che riguarda latecnica davvero non so come mai. Questa cosa che descrivi delle mie immagini la sento come vera...Personalmente cerco sempre di costeggiare, o corteggiare l'errore, o di mettermi al limite di quello che "sicuramente viene bene". penso che bisogna sempre rischiare di perderla , la foto, mettersi un pò in bilico, dentro ad un movimento, un flusso...cerco di partecipare all'energia emanata dalla situazione...e spero nella mia buona stella...
Il mio post era in origine una mail, quindi scritta con ben altri tempi (ecco perchè un po' lungo). Poi mi è stato chiesto di metterla qui. Grazie, Toni, per la bella risposta. Avevi ragione tu, era meglio condividerla.
Per quanto riguarda Rossi: era un modo per far colpo su di te - non so una mazza di moto! :-)
Il concetto, quello rimane però...
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