The interview: Ivana Spernicelli, fashion director, Marie Claire, Italy..



Ivana Spernicelli photographed by Marc De Groot.

T.T: Puoi raccontarci le tappe del tuo percorso professionale?

I.S: 20 anni fa non esistevano scuole di “styling”, però mio fratello Franco lavorava come operatore video con Sergio Salerni. Sergio aveva, ed ha tuttora, una società di servizi e produzioni per sfilate e video e io ho iniziato facendo la sua assistente al casting per le sfilate.
Salerni produceva le sfilate dei più grandi: Ferrè, Versace, Ferragamo, Missoni, Dolce & Gabbana, lui è stato un maestro per me ed è con lui che ho incominciato.
Erano i favolosi anni '80, quelli della Milano-da-bere, con tutte le top, Linda, Pat Cleveland, Carre Otis, Nadja Auermann etc.
Una esperienza incredibile, e quelle modelle sono ancora oggi le mie icone.
La compagna di Sergio, Luisella Borgonuovo era stylist ed è con lei che ho poi scoperto il mondo della moda per i giornali. Ho lavorato con lei tre anni come assistente.
Il mio primo servizio di moda l’ho firmato per 100 Cose ( mensile femminile della Mondadori oggi chiuso, N.d.R) e poi da lì ho continuato come free lance per numerose testate: Moda, Anna, Elle e poi sono approdata a Marie Claire, dove finalmente ho trovato l’ immagine che più mi rappresenta.

T.T: Puoi raccontarci come nasce e come sviluppi un’ idea per un servizio di moda?.

I.S: Da sempre sono fedele all'idea che i servizi più belli, quelli che ti rimangono impressi nella memoria, sono quelli dove il soggetto è la donna e non i vestiti. Le donne e le immagini possono diventare immortali, mentre i vestiti dopo sei mesi sono già vecchi!
Sviluppo l’idea di un servizio di moda a partire da un film o da un libro, o dallo stile delle icone del passato: La moglie di Dalì, Gala, o Jerry Hall, Monica Vitti, Hanna Schygulla.
( eh... si, non le fanno più le icone come una volta!)




T.T: La fotografia e la moda. Puoi raccontarci questa relazione?


I.S: La fotografia prima di tutto! La moda il veicolo!



T.T: Sfogli giornali e riviste di moda. Cosa ti ispira?

I.S: Guardo i giornali ma solo così, per aggiornamento professionale, non voglio farmi contaminare!



T.T: La tecnologia evolve e i linguaggi di rappresentazione della moda dovranno adeguarsi. Secondo te, in che direzione?

I.S: La tecnologia è in costante evoluzione però, come per i giornali, il rischio è di creare solo un altro genere di contenitore e a me piacciono solo quelli di qualità.....alcuni li trovo noiosi e troppo trendy......



T.T: Un giovane e promettente fotografo ti fa vedere il suo lavoro e tu decidi di usarlo per la tua prossima storia di moda. Cosa c’era nel suo book?

I.S: Sicuramente un‘ immagine di donna unica e personale.
E’ davvero l’ unica cosa che cerco!
E magari una location speciale, altro dettaglio che può farmi apprezzare il book di un fotografo.



Ivana Spernicelli, (far right) + T.T for Moda. Kenia, 1993.
Photographer unknow.


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The photographic duo Oriani Origone



Sono venuti, qualche giorno fa, in studio a farsi fare il ritratto, Raffaele Origone e Matteo Oriani, il più longevo ( e straordinario) duo fotografico italo-mondiale.
Una foto realizzata per soddisfare "Contributors", quelle deliziose ed ambite rubriche dei giornali dove in un ritratto e qualche riga devi descrivere te stesso e il tuo lavoro.

Loro, generalmente, lo fanno così:

Nel nostro mestiere abbiamo felicemente lavorato con un art director che disegnava stupendi layout ad acquarello, abbiamo affidato i nostri negativi ad uno stampatore che lavora con il grembiule da cucina tirolese ricamato con edelweiss e cuori e abbiamo avuto per maestro un vero gentiluomo che assomiglia ad un grande regista italiano.

Ci siamo assuefatti a banchi ottici di grande formato, sviluppatrici Polaroid e Nikon. Ormai custodiamo tutta la roba in un armadio corazzato.
Adesso siamo lievemente dipendenti delle più sofisticate apparecchiature digitali.

Ci stiamo ancora chiedendo se ci abbia procurato più eccitazione la prima volta della lenta, crescente, magica apparizione di un’immagine in bianco e nero su un foglio di carta immerso in acido oppure l’immediata, lisergica, dematerializzata, perfetta comparsa di un’immagine su uno schermo. A colori. Piatto. Che non ha neanche il tubo catodico.

Matteo Oriani ama disegnare archi di curve sulla neve e preparare cibi appetitosi in cucina.
A Raffaele Origone piace tracciare sicure rotte sul mare con calcolate linee rette e mettere a disposizione il suo equilibrio a chi vuole bene.

La nostra lunga esperienza ci permette di usare l’improvvisazione come metodologia scientifica.


Per saperne di più potete cliccare sul loro sito:
http://www.orianiorigone.com

Raffaele Origone and Matteo Oriani photographed by Toni Thorimbert

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Workshop.























L'abbiamo chiamato "L'esperienza del ritratto"
Un workshop di due giorni.
Semplice, però efficace.
Prima ho raccontato un pò i miei ritratti, poi abbiamo visto il lavoro di tutti e tutti ne abbiamo parlato. poi loro hanno fotografato Simona. Stesso fondo, stessa luce. Dieci minuti a testa. Pressione.
Io ho preso nota. parole dette. Attegiamenti.
Ho preso da parte, e ho detto "non stai facendo quello che vorresti fare"
Difficoltà. Scogli. Poi le abbiamo proiettate. Io ho raccontato quello che ho visto, quello che ho sentito.
Catarsi.
Ci sono state lacrime, ma anche molte risate.
Siamo cresciuti.
Guest star: Gianluca Guaitoli.
La Fondazione Fotografia di Modena. Bello spazio, molto adatto.
Un buon clima.
E' venuta anche Simona Basti. modella.
Brava, tosta, con tanto cuore.
Uno le dice: "vorrei che tu fossi triste" e lei "perchè?"
Le teste fumavano quando siamo partiti.

Grazie a Francesca Lazzarini che ci ha curato.

Le foto sono di Claudio Rizzolo.

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I have been invited to a talk show called "Le invasioni barbariche" hosted by Daria Bignardi.

Questo è - più o meno - quello che avete visto...











...E questo è - parte - di quello che ho visto io...



Leonardo Coen



Bianca Berlinguer







Pasqualina Sanna











Daria Bignardi at work.

"Le invasioni barbariche"
La 7
Hosted by Daria Bignardi.


Photographed by Toni Thorimbert

Screen shots by Claudio Rizzolo.

Questo è il link della puntata sul sito di La7:
http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i404500

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"Alla faccia del tempo" A selection of pages from the exhibition catalogue and some images from the backstage.





























Tutto è stato molto semplice.
Ho portato tanta luce in una stanza e ho messo la donna al centro di questo spazio di luce.
Poi ho messo la macchina fotografica lì.
Sulla macchina ho montato un obbiettivo che mi conducesse dritto negli occhi delle donne.
Ma poi questo lo abbiamo dimenticato, e abbiamo parlato e chiacchierato, poi abbiamo cambiato appena qualcosa al trucco, e magari appena qualcosa ai capelli.
E la macchina faceva clicliclic, ma dolcemente.
E abbiamo parlato ancora, e io ho saputo della loro vita, del lavoro, e dei figli, dei sogni, e della realtà.
Abbiamo fatto diventare questo set uno spazio per raccontarci.
Non abbiamo cercato artifici, chiaroscuri, effetti scenici.
Abbiamo detto le cose come stanno.
E così facendo abbiamo dato valore al fatto di essere lì, in quel momento.
Alla fine questo è il semplice segreto. Quanto valore dai ad un incontro, ad un momento, quanto valore dai all’esperienza del ritratto.





















Una crema antirughe: a quanto si dice, quasi miracolosa.
Alcune farmaciste romane l'hanno provata e l'hanno fatta provare alle loro amiche.
Pare siano state tutte contente.
Erano 32. Io le ho fotografate. Così com'erano.
Di queste fotografie è stata fatta una mostra e un libro.

"Alla faccia del tempo" è un progetto di Peliti Associati per Boots Laboratories.

Fotografie di Toni Thorimbert
Testi critici di Giovanna Calvenzi e Daria Bignardi
Direzione creativa: Mario Peliti con Francesca Peliti e Carla Samperi.

Backstage photography by Claudio Rizzolo

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