Reportage?



Qui mi avventuro in terreno minato.
Comunque: Qualche tempo fa ho comprato in aeroporto questo bel numero di "Newsweek".
Ora è diretto da Tina Brown, mitica direttrice del Vanity Fair degli anni '90 e creatrice del meno fortunato "Talk".
Photo editor è Sarah Harbutt, una cui interessante intervista, per chi sa leggere l'inglese, si trova qui.
Mi ha colpito molto l'uso della fotografia di reportage che questo numero propone. a cominciare dalla copertina, una foto di Paolo Pellegrin praticamente mossa, ma che serve a raccontare il titolo di tutto il numero: "It's a mad, mad, mad, mad world"
Poi, che io sappia, le prime foto da un teatro di guerra scattate con l'Iphone e la sua App Hipstamatic, ma anche le foto di Giorgos Moutaris, qui sotto, scattate al Cairo, che sembrano fatte con una "lomo".







In tutto questo numero fotografie realizzate con tecniche, atteggiamenti e linguaggi molto personali, abbastanza lontani dalla tradizionale fotografia di reportage e in contrasto con quella che è sempre stata intesa come la missione del reporter: raccontare i fatti in modo, se non oggettivo, almeno veritiero, o verosimile.
In questa scelta iconografica sembra prevalere l'interpretazione dei fatti.
D'altra parte forse questo è il futuro del reportage d'autore. Nell'epoca della diffusione di massa dei mezzi di documentazione digitale del reale, un epoca in cui lo stesso tipo che con la destra spara a Gheddafi con la sinistra filma il tutto con il telefonino, solo l'arte, gli artisti, o i fotografi diventati artisti, liberati dall'obbligo della "documentazione" potranno fornirci una riflessione più profonda sul mondo e sul suo destino.
Qui sotto una doppia pagina di Alain Delorme dal suo lavoro "Totems"



Qui sotto la doppia di apertura del servizio di James Delano sullo tsunami giapponese. Foto che sembrano scattate con una pellicola a infrarossi.



Qui sotto, ad illustrare un articolo sulla crisi economica degli Stati Uniti, alcune foto di Doug Rickard, un altro artista che usa google hearth come territorio per le sue scoperte fotografiche.




Qui sotto una bellissima immagine del presidente Barak Obama scattata da Ashley Gilbertson. Se cliccate sul suo nome finirete sul suo link. Ve lo consiglio, c'è un lavoro molto divertente su un campo di esercitazioni dell'esercito americano dove villaggi Afgani o iracheni sono simulati nel dettaglio, con tanto di moschee di cartapesta, e dove ci sono attori che simulano i civili ( che non bisogna uccidere) e i talebani.



Qui sotto, come citavo prima, un servizio dal fronte iracheno scattato con l'Iphone.
Chissà se insieme a questi scatti Balasz Gardì e Teru kuwayama hanno scattato pure con le macchine "normali".







Benjamin Lowy ha fotografato l'Irak dal finestrino del blindato Humvee. E' un lavoro bellissimo. Se cliccate qui potete vederne di più, insieme ad altre foto altrettanto interessanti fatte attraverso i visori notturni dei marines.







Newsweek
Special Issue
December 2011-February 2012


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"Scacco al colore", a fashion essai for Io Donna magazine photographed at the Museo Casa Mollino in Torino. Feat. supermodel Nadiia Shapoval.

Qui si può solo dire grazie.

Grazie di cuore alla Silvia, per le idee, lo stile, l'energia, per il perfezionismo, per i mille dubbi e i mille pensieri che diventeranno vestiti, scarpe, gioielli, le parole della sua poetica.
Grazie a Gianluca e Roman, quasi fossero una cosa sola, ma non lo sono.
Gianluca fa parlare i capelli. Non li pettina, non li taglia e non li acconcia, non gli fa niente e gli fa di tutto: Li fa vivere, respirare.
Roman è una meraviglia. guardate bene i trucchi di queste foto, la bocca, gli occhi, il suo segno nitido e deciso.
Stilosa, vera, intensa e generosa. Nadiia Shapoval "sente" i vestiti che indossa come se abitasse un sentimento e l'obbiettivo come fosse una parte di se. Grazie bellissima!
Grazie a Bruna, Maurizio, Carlo, Alessandra, e, naturalmente, a Diamante, e a tutti, là al giornale. E' grazie a loro che abbiamo pagine da riempire con i nostri sogni.
Grazie ai miei assistenti, a Davide, Niccolò, a Walter, a Gianni e al suo furgone, e a tutti quelli che ci aiutano con le casse, i flashes, le scale, i cavi.

Grazie a Nora Suardi, rockissima pianista di Photoshop.

Fulvio e Napoleone Ferrari sono "le vestali" del Museo Casa Mollino, un luogo assolutamente magico: Volutamente io ne ho fotografato solo un piccolo pezzo, una parete, se no sarei finito stregato anch'io, e come loro, non me ne sarei andato mai più.

Baci ad Elena Givone, amica giocosa e serissima artista, che trafficando felice con i suoi Iphones, Androids e varie macchinette dai colori sgargianti, ha scattato e filmato il backstage di questa bellissima avventura.





















Qui di seguito il Backstage:



































Qui sotto il video, girato da Elena Givone e montato da Maria Alonzo.



"Scacco al colore"
Io Donna magazine.
Photographed by Toni Thorimbert
Styled by Silvia Meneguzzo
assisted by Flavia Galantini

Hair Gianluca Guaitoli
Makeup: Roman Gasser

Model: Nadiia Shapoval/Next.

Digital assistance and cameras: Walter Besola @ D4U

Postproduction: Nora Suardi @ Zat digitalartwork.


Photographed @ Museo Casa Mollino, Torino and @ Studio White, Milano.

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Riders magazine, February issue.



Qui sopra, l'apertura del servizio su Giovanni Di Pillo, giornalista e vulcanico commentatore di gare motociclistiche di ogni categoria e specie, nonchè onnipresente "mammasantissima" del mondo moto.
Inesauribile toscanaccio: In tutte le migliaia di foto che gli ho scattato, parla.
Tranne in questa, dove, veloce come un fulmine, l'ho beccato in un rarissimo momento di dubbio!
Superbello il pezzo di Moreno Pisto: Nonostante mi fossi cuccato l'intero pomeriggio con Di Pillo "live", me lo sono letto fino all'ultimo punto.

Qui sotto invece le pagine dedicate alla nuova "special" Harley-D progettata dal mitico preparatore Roberto Rossi.

Si chiama "Severa", nome che nasconde dentro di se il dubbioso "Se Verrà". Perchè dubbioso? perchè questo in realtà è il progetto di una Harley di serie, che appunto, non sappiamo ancora se verrà.
Dall'america sono venuti a vederla i boss di Milwaukee. Ora sono tornati a casa, ci stanno pensando.
La Severa è derivata da un modello HD un po' anonimo e "cicciottelo": Rossi l'ha smagrita, ridisegnata, e resa, molto, molto borghese. Una specie di Harley-Prada. Bellissima, minimalista e stilosa ai massimi livelli.









Qui sotto il backstage scattato da Giorgio Serinelli. Una giornata passata con Rossi a Mantova è sempre una bella giornata. Faceva solo un pò tanto freddino!











Riders magazine
February issue


Giovanni Di Pillo
Roberto Rossi
Photographed by Toni Thorimbert


Backstage photography by Giorgio Serinelli

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