More from the SI_FEST: A great portrait shot by Chico De Luigi and an interview for NO PANIC Gallery.



Quando hai capito che volevi diventare fotografo?
A quindici anni, mio padre era un grafico. Ho frequentato una scuola di grafica dove ho seguito un corso di fotografia e lì mi sono innamorato più di quest’arte che della grafica.
Ci sono stati maestri nella tua vita?
Si, maestri ne ho avuti tanti, ma tutte le immagini che incontri ti possono dare qualcosa, indipendentemente da chi le ha realizzate.
Il tuo ruolo (di fotografo) coincide con il tuo essere?
Totalmente.
Cosa c’è di autobiografico nel tuo lavoro?
Praticamente tutto.
Chi è la prima persona a cui fai vedere il tuo lavoro?
A quell’altro me stesso.
Quali foto avresti voluto scattare?
Le più belle.
Quali non avresti voluto scattare?
Quelle che mi hanno pagato di più.
Qual è il rapporto, nelle tue immagini, tra la figura umana e la natura?
Non sono un fotografo molto naturalista, preferisco i condomini dei contesti urbani, sono un artista poco immerso nella natura, fotografo quasi solo la figura umana.
Che cos’è il colore?
Bello.
E il bianco e nero?
Bellissimo.
Che importanza ha lo sfondo nelle tue foto?
Una grande importanza, quasi troppa.
Qual è il tuo concetto di limite, quali sono i tuoi limiti?
Il concetto di limite contempla l’inquadratura.
L’inquadratura è la cosa più importante, perchè esclude tante cose, più di quelle che include. Il limite è sempre creativo, senza limiti non c’è creatività.
Qual è il tuo progetto nel cassetto?
Adesso sto lavorando troppo per avere dei progetti, quindi forse vorrei avere più tempo.
Dinamismo o staticità?
Dinamismo ed energia.
Qual è il tuo rapporto quotidiano con la fotografia e con l’immagine in genere?
Molto naturale, come mangiare.
Cosa succede (mentalmente e fisicamente) prima di un lavoro?
Proiezione di energia, ispirazione e molta preparazione, guardo tante immagini, guardo tutto, la gente per la strada.
Come progetti un lavoro?
Lo progetto sempre per qualcuno, lo dedico sempre a qualcosa o a qualcuno, alle volte ai miei clienti.
Che cos’è il vuoto?
Bellissimo, difficile da contenere.
Che cos’è la bellezza?
Una cosa che ti trovi spesso davanti, improvvisamente.
Qual è il tuo rapporto con la spiritualità?
In questo momento la mia spiritulità è in un cassetto.
Che cos’è la passione?
Necessaria.
Qual è il tuo concetto di panico?
Panico è entrare in curva troppo veloce.
Come affronti il panico?
Appoggiando il ginocchio a terra.

Savignano sul Rubicone, 13 settembre 2008.

Chico De Luigi è un ottimo fotografo ma anche uno straordinario animatore; la parola può ricordare il clima di un villaggio turistico, ma nella sua accezione più nobile, è bella. Lo definirei quindi qualcuno che ci mette l'anima, qualcuno capace di scuotere, far vivere, "rianimare" gli eventi. A Savignano era presente con questa sua energia, un megafono (vero) e con la NO PANIC Gallery, un collettivo di giovani artisti multi tasking indaffarati a generare situazioni creative, tra cui un istantaneo "giornale del festival" con interviste e ritratti ai fotografi e agli artisti presenti, da cui è appunto tratta l'intervista qui sopra.

Per saperne di più:
NO PANIC GALLERY
Via Bertola 82
Rimini
Italy

www.chicodeluigi.it
www.myspace.com/nopanictv
nopanicgallery@gmail.com

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