"Il mio domani": A movie by Marina Spada, a book photographed by Gabriele Basilico and Toni Thorimbert, edited by Contrasto.

Gabriele ha fotografato la Milano del film, io le persone. Quella famiglia istantanea ed effimera che si crea sul set di un film. La star, la regista, gli elettricisti, la produzione, i costumisti, truccatori, direttori della fotografia, di produzione, scenografi, macchinisti ed assistenti vari. Era un bel gruppo, devo dire: belle facce e una bella atmosfera sul set.
Qui sotto un estratto di pagine dal libro: a colori, gli ambienti e i paesaggi fotografati da Basilico,(con a lato piccoli "frames" dal film) mentre miei sono gli scatti in bianco e nero dal backstage e i ritratti su fondo bianco.

























































"Il mio domani"
A movie by Marina Spada photographed by Gabriele Basilico and Toni Thorimbert.
Edited by Contrasto.
Curated by Giovanna Calvenzi.
Graphic design by Francesco Camagna.
Euro 19,90.

"Il mio domani" is a Kairos film production.
With: Claudia Gerini, Claudia Coli, Raffaele Pisu, Paolo Pierobon.


Click on the pictures to enlarge.

9 commenti:

Stefano Reves S. ha detto...

Mi spiace garantiate uno spazio così invitantea persone che danno più a se stesse che alla fotografia. Basilico in prima linea tra i cultori del reazionarismo. Abbiamo bisogno di crescere.

Toni Thorimbert ha detto...

Grazie Stefano del tuo commento, se hai voglia di approfondire, volentieri. E' la prima volta che sento definire il Gabriele Basilico come lo definisci tu...interessante, sicuramente, la tua, una voce fuori dal coro...

Matteo Oriani ha detto...

Orca, interessante davvero il commento di Stefano. Ma ho come l'impressione (che mi capita sovente) di non aver capito bene. Si, sarebbe il caso di approfondire perchè è sempre stimolante ascoltare le voci fuori dal coro.

Stefano Reves S. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Stefano Reves S. ha detto...

Converrete che un blog è il luogo meno adatto dove alimentare discussioni del genere. il nostro amore per la bellezza rischia di declinare verso fraintendimenti e banalità annesse. Negli ultimi 15 anni abbiamo vissuto la più violenta riforma dai tempi del foro stenopeico. Qualcosa di impensabile in altri campi (più di una rivoluzione francese per la civiltà, più di 10 hemingway per la letteratura). Ma in italia in quanti siamo ad essercene accorti? Di sicuro non gli scatti di Basilico, che ieri ho identificato come capostipite del conservatorismo. Senza offesa o remore (non mi permetterei da modesto contadino quale sono). Il perché mi sembra piuttosto lampante... non fosse per i mutamenti architettonici le stesse foto condivise oggi su questa pagina, 30 anni fa sarebbero potute comparire in una qualsiasi galleria di una piccola provincia e dubito avrebbero suscitato entusiasmi particolari.Questo è il primo pensiero che mi torna ogni volta che passeggio tra gli scatti dell'ennesima "nuova" esposizione fotografica. Non che tutto ciò sia scorretto. Basilico ha pieno diritto a lavorare seguendo criteri tecnici ed estetici che lo hanno reso noto ed apprezzato in italia. Lo sbaglio, o meglio il limite è continuare a considerarlo come maieuta intoccabile, come culmine della nostra ricerca, come profeta da riverire ogni qual volta il suo banco ottico partorisce qualcosa di nuovo (?). Quando al massimo sarebbe saggio considerarlo un punto di partenza. Tra altri. Abbiamo bisogno di nuove influenze. Vi chiedo scusa se sono stato frettoloso o di disturbo.

Matteo Oriani ha detto...

Non mi sbagliavo. Sempre bello ascoltare una voce fuori dal coro. Una voce con argomenti solidi. Si può essere d'accordo o meno. Di sicuro un ottimo spunto di riflessione.

nicola ha detto...

bellissimo!

Toni Thorimbert ha detto...

Si, Basilico ha senz'altro un buon successo in Italia e direi in Europa.Forse il problema è che è un caposcuola, o capostipite, di un certo atteggiamento sul paesaggio. D'altra parte il suo mito dichiarato sono i Becher, fotografi che tutta la vita hanno fatto la stessa identica foto dallo stesso identico punto di vista- solo a ciminiere diverse.Che questo possa alla lunga stancare è legittimo.
Al momento ci sono però diversi altri autori italiani attivi sul tema del paesaggio che sono altrettanto celebrati e rispettati di Gabriele. Però, grandi rivoluzioni epocali, sul paesaggio - e su altro- io non ne vedo in giro. Le giovani generazioni mi sembrano piuttosto smarrite e ripiegate su se stesse... sul genere..."No talent, is today talent". Possibile che, tutto preso com'ero a celebrare l'ennesima banalità di Basilico mi sia perso i nostri nuovi 10 Hemingway?
Grazie Stefano, qui non sei mai di disturbo!

Stefano ha detto...

Giusto due appunti. Banale ed ordinario sono concetti estranei tra loro. Preferirei usare quest'ultimo. Inoltre il problema è che questi benedetti "hemingway della fotografia" non ci sono. Almeno in italia. Il "resto del mondo" ne ha sfornato diversi. Ma è giusto quest'argomento sia trattato in altro... Topic :)

A presto e grazie.
S.