Thanks Riders, this was fun!





Non ci sono foto di backstage, in questo post. D'altra parte, io ero sulla moto e Giorgio Serinelli, che di solito le scatta, questa volta era impegnato in un'impresa un tantino più complicata. Scattare al posto del "maestro" (come dice lui)

Ecco come (se) la racconta:

Toni Thorimbert: - Sul prossimo numero di Riders vado io in copertina.
Giorgio Serinelli: - Come?
T.T: - Si, la Stefania mi ha detto che hanno pensato di fare la cover con me.
G.S: - Cazzo, bellissimo! Ma chi ti fotografa…?
T.T: - Tu!
G.S: - Io?
T.T: - Si tu...Cioè, noi! La facciamo insieme.
G.S: - Mmmh…Ok!

Nel treno che va a trecento all’ora, io in seconda e lui in prima, con un messaggino ci diamo appuntamento al bar. Parlare del lavoro insieme, come quelli veri, quelli che fanno sul serio…

G.S: - Tanto sole oggi, il limbo lì è all'aperto…?
T.T: -...Eh si!
G.S: - Ma quanto tempo abbiamo più o meno..?
T.T: - Non tanto, ma lì non va quasi mai in ombra, forse più tardi, la sera.
G.S: - Ah… ok! …sai cosa? Forse potremmo farle in piena luce, non possiamo mica sempre andare dietro all’ombra...
T.T: - Si, potrebbe essere, vediamo..!

Un the, un caffè, e ognuno di nuovo al suo posto, quello che gli compete.

Quel treno vola. Dopo tre o quattro pensieri siamo già a Roma Termini e dopo mezz’ora siamo già immersi nel bianco, bianchissimo limbo all’aperto.

Outside, si chiama lo studio.



Come pensavamo, qui dell’ ombra nemmeno l’ombra, e aspettarla sembra come aspettare ansiosamente quella cosa che poi quando arriva, può troppo deluderti.
Crearla, l’ombra, era troppo macchinoso, ci avrebbe appesantito la testa e avremmo vissuto quella copertura come una restrizione, un limite.

Il bianco del fondo è interrotto solo da calcinacci che qua e la si staccano e ha delle travi in cima che con quel sole diventano magicamente il prolungamento della super marmitta Honda, una culla per la moto.
La chiave di lettura, quella che nel treno non puoi immaginare ma che poi qualcosa o qualcuno ti regala. La soluzione.


Il maestro impugna la moto e inizia a giocarci a muoversi, a muoverla, io scatto.
Lui è un po’ preoccupato.




T.T: - Dall’alto, stai più alto!
G.S: - Ok!


Scatto, scatto e lui dopo un po’ molla la moto e va al monitor, guarda…

T.T: - Non male ma dobbiamo scattare ancora, stai più largo, tienimi più piccolo.
G.S: - Mmmh…ok!

Continuo a scattare e inizio un po’ a muovermi, mi alzo e mi abbasso, mi muovo come fa lui e ad un certo punto, con lui in piedi sulla moto, lo guardo in macchina dal basso…

G.S: - Cazzo Toni, si... così sei fighissimo, è bellissima, guarda la moto, sentila!

(e tutte quelle cose che si dicono per evitare che ti dica: -Parla! cazzo, parla!))

Il maestro c’è, ma lui, c’è sempre stato. A quel punto però ci sono anche io, ci divertiamo nonostante i milioni di gradi che quel limbo ci sbatte in faccia, siamo sudatissimi e abbiamo appena iniziato.

La Stefania, photoeditor di Riders questa volta non c’è, Roberto Ungaro, il direttore, è impegnato a fare il suo: Telefonare, gestire cose, rispondere.
Non può starci troppo dietro. Insomma…siamo io e lui, in un bagno di sudore col sole allo zenit.

Il maestro scende da cavallo, guarda lo schermo, io gli indico la mia preferita, proviamo ad impaginarla e... ok, bella la cover!.



Ero felicissimo, mi piaceva, piaceva a lui e anche a Roberto, ma non sapevo che il lavoro duro doveva ancora arrivare.
Iniziamo a fare dettagli. Tagli del maestro sulla moto.

Clic clic clic, tanti clic…

Ad un certo punto dice:

T.T: - Non andiamo male, abbiamo delle immagini… Si belle, carine.
Adesso dobbiamo fare la foto però.


Ecco, secondo me la differenza tra chi è un fotografo e chi no è proprio questa: C’è chi fa delle belle immagini e chi fa “la foto”!
Al maestro gli ho visto fare sempre “la foto”, anche perché se no, lui non molla. Cazzo, sta li finchè non viene come dice lui, finche quell’espressione, quell’atteggiamento, quell’inquadratura non sono quello che ha pensato, quello che ha visto.

La giornata è stata dura, i rimproveri ancora di più!

T.T: - Cazzo stai giù!! Giorgio, Diobono, più basso! Stai col culo a terraaaa!!!! cazzo!!!!

Sudavo.

Ma ce la siamo cavata. Me la sono cavata. Alla fine ero ancora vivo e respiravo, era già un traguardo! Più pericoloso che fotografare il maestro… c’è solo fotografare il maestro mentre suda.

Mentre scattavo ho capito perché queste foto non le avrei mai firmate: Perché io senza il maestro avrei fatto solo delle “belle” immagini.

Ma, attenzione! Sto imparando in fretta...

Love, four ever...

Giorgio Serinelli.







Riders Magazine
October issue
"Honda is back"

Feat: Toni Thorimbert
Photographed by Toni Thorimbert
with Giorgio Serinelli

Shot in Rome @ Outside studios.




( Ah...Come va la moto?: Piuttosto bene, direi...)

Click on the pictures to enlarge.







6 commenti:

Unknown ha detto...

massimo rispetto a giorgio serinelli.

enrico de luigi ha detto...

possiamo sapere qual'era "la foto"?

clauderizzolo ha detto...

Bellissimo, bellissimi. Conoscendo entrambe le voci, gli atteggiamenti di ognuno... sembrava di stare lí con voi.

Keep on going!

Cla

settimio ha detto...

grandi! (e comunque la parte che ho preferito è stata "io in seconda e lui in prima"... ;-))

Stefano ha detto...

Vero Settimio, ho pensato la stessa cosa, peccato che subito avevo capito che Toni fosse in seconda e mi domandavo il motivo... LOL

Michele Casagrande ha detto...

Fantastico racconto di un bellissimo servizio!
Questa volta i complimenti vanno al buon Giorgio! ;)

Bravissimi.