Back to school: A Vasco Rossi cover + Dani Pedrosa for "Riders" + TV star Ambra Angiolini for "Io Donna"



Torino, 22 Aprile 2010. Arriva Vasco. Le auto scendono dalla rampa che porta direttamente ai corridoi dei camerini del palazzetto. Prima un'auto della polizia, poi la Bentley, poi un'altra auto per il seguito. Vasco scende, fa una battuta, gli vado incontro, ci salutiamo. Imboccano tutti il corridoio, quello con i neon. C'è "Roccia" il fedelissimo, Fini, il manager, c'è la Tania. Faccio tre passi di corsa e mi ci metto davanti, scatto camminando all'indietro lungo il corridoio, è lunghissimo, fortunatamente, perchè mi rendo conto che, maledizione, anche se ero lì già da mezz'ora, non ero assolutamente pronto, e così, mentre continuo a camminare come un gambero e a scattare alla rinfusa, cerco di regolare l'esposizione, il punto di fuoco, di non andare a sbattere, mentre loro vengono avanti tosti, tranquilli, ma mica piano, anzi...







Vasco suona nei palazzetti.
Posti più piccoli, molte date nello stesso posto. Tour de force.
I fans sono lì, vicinissimi. Molto diverso da un concerto allo stadio.
Nessuna celebrazione.
Vasco non si nasconde, è invecchiato. Non nasconde la pancia, porta jeans a vita alta. Non gliene frega più un cazzo. Si mette a nudo, si consegna ai suoi fans, così com'è. Allarga le braccia, le gambe, il concerto è lungo e lui è generoso, come sempre.
E' duro.
Suona molti pezzi vecchi,i primi, quelli meno famosi, alla chitarra, da solo.



Ero emozionato, non lo nascondo.
Ho lavorato molto con Vasco.
Ma l'ultima volta che l'ho fotografato era il 1996.
Quattordici anni fa.

Qui sotto alcuni ritratti nel tempo (ma in studio ne ho cassetti pieni...)



Qui sopra: 1985, per "Max", la prima foto che gli ho scattato. A Rimini.
La ragazza nel letto alle sue spalle. Chissà chi era...



La copertina di "Cosa succede in città", Milano, sempre 1985.



Qui sopra: Per Amica, 1987. In sala di registrazione, vicino a Modena. sempre in 10X12.





Nelle due immagini qui sopra: Milano, 1991, per il "Lei", durante il (breve) regno di Giovanna Calvenzi. La fotografia di backstage è di Marco Biagiotti.



Max, 1996, deserto del nevada, sulla strada tra Los Angeles e Las Vegas.



Qui sopra, per "Epoca": Il suo pubblico. Torino, Stadio delle Alpi.
90.000 persone. 90.000 facce. Cliccate sulla foto, per ingrandirla.
Questo è quello che vede Vasco quando sale sul palco.
Avevo veramente i brividi.

Qui sotto, "Puigrosa", per "Riders".
Acronimo di Dani Pedrosa, pilota, e Alberto Puig, manager.
I personaggi sono abbastanza noti: Pedrosa, taciturno, Puig, sempre incazzato.
Sempre insieme. Puig Padre Padrone.
Ci ho messo tre giorni, al Mugello per scattare questa storia.
Pedrosa non è facile. troppo schivo.
E' gentile, o almeno lo è stato con me. insolitamente aperto, sorridente. Puig ha una faccia pazzesca. Mi piace.
Qui sotto sono insieme, la foto era necessaria. Nel paddock della Motogp girano tutte le voci possibili sul loro sodalizio.





Qui sopra i loro ritratti. a sinistra Puig. Scattato col sole a picco nella pit-lane.
Faccia da schiaffi, sta parlando con Pisto, giornalista.
Meno male Moreno porta una maglietta bianca. Gli occhi di Puig brillano.
A destra Pedrosa. Scattato nel suo box. Nessuno fotografo va mai nel suo box.
Cerco di diventare invisibile, mi mimetizzo con le infrastrutture. Non respiro.
Alla fine delle prove toglie finalmente il casco. Scatto accovacciato per terra, mettendo l'obiettivo tra le magliette dei suoi meccanici. Per questo la foto è velata. Mi piace. Mi piace che sia così rossa.



Con la Molteni, photo editor, capiamo che per chiudere la storia ci vuole una foto scattata in pista. Riders non lo fa spesso. io non le faccio mai.
Pedrosa è bello quando corre. Pulito.
prove di qualifica, non è facile.
Voglio fare una foto di pista che vada bene insieme alle altre. Cerco un primo piano da sfuocare. Lavoro con un 300mm. le cicco tutte: mosse, sfuocate. Dovizioso mi confonde. Ha gli stessi colori di Dani. Sto sudando. Mille scatti, tutti nulli.
Alla fine becco Hayden che spunta da dietro al casco di un pompiere. Bellissimo. cerco febbrilmente uno scatto di Pedrosa, quasi nello stesso punto. E' lo scatto precedente. Photoshop. inserisco Pedrosa al posto di Hayden. Non ho remore.
La fotografia è solo veritiera. Ma i cordoli del Mugello sono gialli e rossi, hanno veramente i colori della Spagna.

Qui sotto, il mio fondo bianco, montato nell'unico posto all'ombra nella pit lane del Mugello.







Qui sopra, ancora backstage e una foto ricordo con Dani (che sta andando forte).

Qui sotto, Ambra Angiolini per la copertina di "Io Donna"





Ambra: bella, interessante, molto mobile, non facile. Meglio di quanto mi aspettavo. Mio inutile pregiudizio televisivo. Ironica, leggera, seria.
Non facile perchè, continuamente, il suo viso è attraversato da emozioni diverse, mutevoli e tu le devi rincorrere, hai l'affanno. E' come farsi largo, cercare di cogliere una sintesi.

Qui sotto due scatti dal backstage.
Nel sito di "Io donna", www.leiweb.it ci sono altri contributi video dal backstage.





Ambra Angiolini
Io Donna
Styled by Silvia Meneguzzo
Hair: Gialuca Guaitoli
Make up: Roman Gasser

Backstage photography/assistant: Claudio Rizzolo.

Click on the pictures to enlarge.

4 commenti:

Matteo Oriani ha detto...

Bentornato Maestro. Avevamo bisogno di un po' di spessore sul web. Non amo Vasco ma capisco benissimo chi lo ama. Il racconto che fai dello scatto della copertina è lo specchio perfetto dello scatto stesso. Mi piace la foto blu, con lui di profilo, perché ci regala un momento vero, diverso dal solito stereotipo. La foto del backstage allo specchio è il racconto esatto del tempo che passa e passa bene. La foto della folla allo stadio è spettacolare perché si sente ogni singola persona nella moltitudine della folla.
Il servizio su Pedrosa mi piace da matti.
In tutto questo (le foto di Vasco e quelle di Pedrosa) riconosco un concetto che mi è balenato in mente qualche tempo fa: c'è qualcuno che riesce ad usare l'improvvisazione come metodologia scientifica.

settimio ha detto...

Bentornato Maestro. Avevamo bisogno di un po' di spessore sul web. Non amo Vasco ma capisco benissimo chi lo ama. Il racconto che fai dello scatto della copertina è lo specchio perfetto dello scatto stesso. Mi piace la foto blu, con lui di profilo, perché ci regala un momento vero, diverso dal solito stereotipo. La foto del backstage allo specchio è il racconto esatto del tempo che passa e passa bene. La foto della folla allo stadio è spettacolare perché si sente ogni singola persona nella moltitudine della folla.
Il servizio su Pedrosa mi piace da matti.
In tutto questo (le foto di Vasco e quelle di Pedrosa) riconosco un concetto che mi è balenato in mente qualche tempo fa: c'è qualcuno che riesce ad usare l'improvvisazione come metodologia scientifica.

ps: come si fa a scrivere meglio di chi ha già detto il massimo?!?

Alessandro Bianchi ha detto...

Un ritorno alla grande quello di Toni!
Sicuramente anche quello di Matteo, vado sulla fiducia non potendo seguire le sue news.
Mentre Settimio é rimasto alla grande!

é bello stare tra i grandi e parlare con i grandi, fa sentire un po' più... grandi.

clauderizzolo ha detto...

Bellissimo il racconto degli scatti, sia di Vasco che di Pedrosa. Sembra di essere lí. Ci si sente bene a sapere che anche i maestri, a volte, "non sono pronti". E' rassicurante.